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Mordechai Kedar
L'Islam dall'interno
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Tishà beAv: per questi motivi piango 22/07/2018

Tishà beAv: per questi motivi piango
Commento di Mordechai Kedar

(Traduzione dall’ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)

https://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/22487

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La distruzione del Tempio di Gerusalemme in un quadro di Francesco Hayez

Questo è il periodo in cui il popolo ebraico ricorda e piange la distruzione dei due Templi sacri che un tempo si ergevano maestosamente a Gerusalemme, le persecuzioni, le sofferenze e la Shoah vissute dal nostro popolo in quasi duemila anni di esilio. La lettura tradizionale del Libro delle Lamentazioni, scritta dal profeta Geremia, termina tuttavia con una nota di speranza: “Facci tornare a te, o Signore, e noi torneremo! Ridonaci dei giorni come quelli di un tempo!” In questo commento, vorrei affrontare alcuni aspetti della nostra vita attuale, senza alcun ordine d’importanza , per cui dobbiamo piangere. Qui, nello Stato del popolo ebraico, piango per il declino del sentimento di unità tra gli israeliani. Vari settori della nostra società sembrano allontanarsi sempre più l’uno dall’altro e si sta sempre più attenuando il senso di un destino condiviso. Lo Stato oggi viene percepito come una realtà forte e sicura, e il sentimento, un tempo onnipresente, della responsabilità individuale e di gruppo per preservare la sicurezza e il futuro dell'unico Stato ebraico nel mondo, viene sostituito da un'identità settoriale in cui l'enfasi è sul gruppo piuttosto che sulla collettività ebraico-israeliana. I vantaggi, il benessere, gli interessi del “gruppo” vanno a spese dello Stato, della sua sicurezza e del suo futuro. Sono triste per le limitate capacità dei rappresentanti eletti dai cittadini, i membri della Knesset, i quali hanno permesso ai giudici nella loro legale torre d'avorio, di assumere il controllo dello Stato, di revocare a piacimento le leggi approvate dal parlamento democraticamente eletto e di guidare la politica del governo secondo la direzione dei nuovi venti che soffiano in corridoi sconosciuti. Ora, questo gruppo giudiziario decide i nostri confini, la condotta dell'esercito, le norme etiche del popolo ebraico, definisce ciò che è giusto e ciò che non lo è, anche se la maggior parte di questi problemi non ha nulla a che vedere con la legge e la giustizia, ma ha molto a che fare con le percezioni etiche generali della società di oggi. Questi problemi non dovrebbero aver posto in un tribunale. Sono profondamente preoccupato per l'appropriazione delle istituzioni centrali dello Stato da parte di un gran numero di organizzazioni e di persone che sono finanziate e che agiscono secondo le direttive del “Nuovo Fondo Israeliano”(NIF).

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Il Muro occidentale

Queste istituzioni comprendono i sistemi legali, amministrativi e pubblici del Paese. Questo pericoloso Fondo è stato istituito in California ed è rimasto attivo qui per quasi 40 anni, tentando di trasformare Israele in un'entità che piace a coloro che considerano l’ebraismo irrilevante. I laureati, gli allievi dei corsi di formazione e gli stessi istruttori del Fondo sono integrati in lungo e in largo nei servizi pubblici dello Stato e non possono essere licenziati. La loro influenza estremamente dannosa si può trovare nell'assistenza legale degli uffici governativi, soprattutto nel Ministero della Giustizia, nel Ministero della Difesa e nell'esercito (IDF). In seguito alle attività del NIF e delle sue affiliate nei sistemi educativi, giudiziari, accademici, artistici e di comunicazione dello Stato ebraico, l'IDF ha perso la volontà di sconfiggere i nemici del Paese. Invece di una vittoria definitiva, l'IDF "controlla" i problemi, "gestisce" le sfide e invece di agire, cerca di trovare il modo di mantenere la calma, anche a scapito di un aumento futuro del pericolo. I fuochi che hanno bruciato le comunità vicine a Gaza negli ultimi quattro mesi sono l'esempio più lampante dell’impotenza legale che ha preso il sopravvento sull'esercito, sul suo Capo di Stato Maggiore e sul Ministro della Difesa.

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Un particolare dell'Arco di Tito, a Roma

Chiunque abbia un minimo di buon senso si rende conto che coloro che inviano gli aquiloni vorrebbero darci fuoco, se solo potessero (ai kibbutzim, ai moshavim e alle città insieme ai loro uomini, donne e bambini). Nonostante ciò, abbiamo dimenticato il semplice e realistico detto halakhico ebraico (la nostra tradizione, ndt) secondo cui , se i nemici di Israele avessero iniziato un conflitto alle frontiere del paese per “questioni di paglia e fieno” (cioè argomenti apparentemente poco importanti) sarebbe lecito profanare lo Shabbat per occuparsi di loro. L'etica ebraica tiene conto che le aree di confine sono quelle dove c'è attrito con i nemici di Israele; se ignorate e non combattute con sufficiente determinazione, a partire da "questioni di paglia e fieno", invariabilmente si può arrivare alla violenza e allo spargimento di sangue. Mi addolora vedere come il sistema politico di un "popolo saggio e intelligente" si comporta senza la più basilare comprensione del Medio Oriente e delle forze che sono in gioco in questa regione; delle considerazioni che guidano il processo decisionale dell’area e della cultura che segue i propri cittadini dalla nascita alla morte. Gli israeliani pensano come i moderni liberali e guardando attraverso le loro lenti culturali, cercano di capire, relazionarsi e agire nei confronti di persone e di Stati la cui cultura è araba, islamica e tradizionale. I politici israeliani, non solo i civili israeliani, sono convinti di sapere tutto (anche se la loro conoscenza è di portata molto limitata, ammesso che esista). Questo appare chiaramente dalle cose che dicono, fanno e accettano di firmare. Sfortunatamente, questo problema è condiviso dai governi di sinistra e di destra.

A mio avviso, la tendenza a emarginare la lingua araba, il suo insegnamento e il suo status è a dir poco, sconcertante. Un quinto dei cittadini di Israele è arabo. Che messaggio ricevono quando la loro lingua non viene considerata importante? In che modo, agendo così, lo Stato si aspetta di convincere i nostri vicini, dentro e fuori i confini del Paese, che siamo una parte inscindibile di questa regione? L'arabo è rilevante oltre misura perché è lo strumento più importante per trasferire messaggi e sentimenti, persino quando i contenuti sono completamente sionisti, ebrei o israeliani. La nostra capacità di trasmettere il nostro messaggio ai nostri vicini è il modo migliore per convincerli che siamo tornati nella terra dei nostri antenati, per sempre. Mi rattrista vedere come, continuamente, a causa della mancanza di comprensione di base dei processi mentali che guidano la leadership di Hamas, i governi di Israele falliscono nel relazionarsi con lo stato di Hamas che si è instaurato a Gaza nel 2007. I rapporti tra Israele e Hamas devono essere basati su una costante minaccia per le vite dei suoi leader, l'unica cosa che i terroristi comprendono. La sofferenza degli abitanti di Gaza non li interessa minimamente. Di fatto, è proprio l'opposto: più i residenti soffrono, maggiore è il loro valore per Hamas, che usa le loro sofferenze per fare pressione sulle coscienze israeliane, arabe e mondiali (anche a fini economici).

L'unica ragione per cui Hamas detiene ancora i corpi di Oron Shaul e Hadar Goldin e dei due prigionieri vivi israeliani, Avera Mengistu e Hasham Alsaid, è che i leader di Hamas non sono stati obbligati a pagare un prezzo per le sofferenze che hanno causato alle famiglie e a tutto Israele per la loro detenzione a Gaza. I leader di Hamas libereranno i vivi e i morti, incondizionatamente e senza alcun accordo, solo se sarà fatto sentire loro che il prezzo che dovranno pagare personalmente sarà molto pesante. Sono molto preoccupato per ciò che sta accadendo alle comunità ebraiche d'oltremare. In Svezia, due anni fa, gli ebrei hanno deciso di cessare di essere una comunità e hanno lasciato a ciascun ebreo di decidere se rimanere nel Paese islamizzato o andarsene. In Francia, gli ebrei non vanno a votare e fuggono in massa in Israele, ma fa star male vedere come alcuni preferiscano andare in altre terre straniere ("Esilio dopo l'esilio subì Giuda", per citare le triste elegie cantate il 9 di Av ). Nel Regno Unito, i suoni dell'antisemitismo stanno aumentando di volume nelle sfere politiche, in seguito alla grande immigrazione islamica. I membri del Parlamento sentono che non saranno rieletti dagli abitanti dei quartieri islamizzati se non esprimono chiari sentimenti anti-israeliani e anti-ebraici.

La mia sensazione è che entro cinque anni, la maggior parte degli ebrei britannici avranno la sensazione che è giunto il momento di lasciare il Regno e trovare un posto più confortevole dove vivere. La cosa peggiore è ciò che sta accadendo negli Stati Uniti, a causa della vastità dell'America e del ruolo importante che la sua popolazione ebraica ha nel garantire l'esistenza e la sicurezza di Israele. Gli ebrei americani che non sono affiliati a una comunità ortodossa hanno un alto tasso di matrimoni misti, così alto che alcune stime affermano che il popolo ebraico perde un centinaio di uomini e donne al giorno, persone i cui figli non saranno ebrei. Anche all'interno di alcune comunità ortodosse c'è un peggioramento nel sostegno a Israele, mentre si affievoliscono le memorie sulla Shoah e aumenta l'integrazione nella società americana. La sensazione è che l'America non sia più la terra promessa in cui gli ebrei hanno sicurezza personale, economica e culturale. Israele, ad alcuni ortodossi liberali, sembra più un peso che una necessità. Il politically correct controlla ogni parola e ogni pensiero negli Stati Uniti e scavalca i punti di vista religiosi e nazionali, che costituiscono le fondamenta dell'esistenza di Israele per ebrei e non ebrei allo stesso modo. Ci sono, naturalmente, bastioni di sistemi di pensiero conservatori tra ebrei e cristiani, specialmente tra gli evangelisti, ma questi devono affrontare tendenze di sinistra sempre crescenti, spiegate in parte dal fatto che Trump è stato eletto Presidente degli Stati Uniti. I problemi che dovrebbero turbare il sonno di chiunque si preoccupi del futuro di Israele come casa del popolo ebraico sono molti, sia dentro che fuori Israele (e non abbiamo nemmeno menzionato la questione della sicurezza nei confronti dell’Iran) . Possano le parole nella preghiera " Ridonaci dei giorni come quelli di un tempo! " avverarsi rapidamente, in una Gerusalemme ricostruita.


Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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