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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Cronaca di un dramma che si poteva evitare 20/10/2020
Cronaca di un dramma che si poteva evitare
Analisi di Michelle Mazel

(Traduzione di Yehudit Weisz)



La copertina di Charlie Hebdo

“Perché il male trionfi, è sufficiente che la brava gente non faccia nulla”. Questa citazione attribuita a Edmund Burke, un filosofo inglese nato quasi tre secoli fa, riassume la tragedia di Conflans-Sainte-Honorine. Poiché infine si resta confusi davanti alla catena di eventi culminati con l’assassinio di Samuel Paty. Questo professore, che insegna da cinque anni alla Scuola Media Statale di Bois d'Aulne, evoca la libertà di espressione davanti ai suoi studenti. E’ il 5 ottobre. Parla delle caricature di Maometto. Perché ? Ebbene, semplicemente perché cinque anni dopo gli attentati del 2015, finalmente si sta svolgendo il processo, in particolare quello relativo all’attentato contro dei giornalisti di Charlie Hebdo, colpevoli di “aver insultato il profeta” avendo ripreso delle vignette pubblicate su un quotidiano danese. Quegli studenti, che oggi hanno tra i 13 e i 14 anni, erano troppo giovani all’epoca per seguire il dramma. Ma c’è un motivo in più: l'attentato che ha appena fatto due feriti davanti agli ex locali del settimanale satirico. Nella classe ci sono alcuni studenti di fede musulmana. Alcuni di loro raccontano a casa quel che hanno sentito o visto. Come l'avranno presentato? Comunque sia, dei genitori si sono indignati. Meno di due giorni dopo uno di loro, la cui figlia non era presente alla lezione, esprime la sua indignazione sulla nuova pubblica piazza, il network, esortando, secondo Le Figaro del 18 ottobre, i suoi lettori a scrivere al Collettivo contro l'islamofobia in Francia , all'ispettorato accademico, al Ministro dell'Istruzione nazionale o al Presidente della Repubblica.  Il giorno successivo si presenta alla scuola accompagnato da un attivista islamista, Abdelhakim Sefrioui, già noto ai servizi di intelligence, per sporgere denuncia contro il professore che lui accusa di diffondere immagini pornografiche. Quella stessa sera carica sul web la foto dell'insegnante. La scuola pubblica è rispettosa delle leggi e viene avviata un'indagine; il professore reagisce recandosi al commissariato di polizia il 12 ottobre, per sporgere denuncia per diffamazione. Quello stesso giorno, un nuovo video, ancora più virulento, viene pubblicato online: perché?  Era successo che nel frattempo le parole del Presidente francese sulla necessaria lotta al separatismo e al terrorismo islamico, avevano scatenato l'ira delle istituzioni islamiche. Quale modo migliore allora, per infiammare ulteriormente i fedeli, se non quello di puntare il dito contro un nuovo insulto rivolto al profeta? Nel video Intitolato “L’ Islam e il profeta insultati in una Scuola Media statale”, si afferma che Emmanuel Macron abbia alimentato l’odio tra i musulmani . Questa volta la polizia si sveglia; il padre viene convocato in commissariato per il giorno 14. Ma lui non ci va. Nel frattempo, il web impazzisce e i video girano all’infinito. Ciononostante, secondo le informazioni di Le Monde, una recente nota dell'intelligence riportava, dopo diversi giorni di tensione, un clima "sereno" alla Scuola Media di Bois-d 'Aulne ... Ma solo all’interno, non fuori. Il 16 ottobre, un musulmano ceceno diciottenne, che gode dello status di rifugiato politico in Francia, senza alcun legame apparente con quella scuola media, ha assassinato selvaggiamente un uomo che conosceva solo attraverso i messaggi di odio sui social network; poi ha postato sul suo account di twitter un’esplicita rivendicazione accompagnata dalla foto della testa della sua vittima: “In nome di Allah, il più misericordioso, (...) dico a Macron, il capo degli infedeli, ho giustiziato uno dei tuoi cani dell’inferno che ha osato denigrare Maometto, che calmi i suoi simili prima che vi infliggiamo una dura punizione.”  Undici persone sarebbero ancora in stato di fermo in questa inchiesta aperta per “omicidio in relazione ad un'organizzazione terroristica” e “associazione terroristica criminale”. Un po’ tardi comunque sia.

Immagine correlata
Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


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