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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Quando l’Iran è messo sotto accusa 03/06/2020
Quando l’Iran è messo sotto accusa
Commento di Michelle Mazel

(Traduzione di Yehudit Weisz)


Iranian Foreign Minister Mohammad Javad Zarif Resigns
Mohammed Zarif

Il capitale di simpatia di cui, a quanto pare, l’Iran gode in Europa non era stato per niente eroso dagli ultimi episodi del conflitto latente tra esso e gli Stati Uniti. Inoltre, l'Unione Europea non ha esitato ad aggirare il meccanismo delle sanzioni imposte a Teheran, inviando dispositivi atti a combattere il Coronavirus. Eppure la situazione dei diritti umani nel Paese degli Ayatollah avrebbe dovuto porre l'Occidente di fronte a degli interrogativi. Un catalogo di atrocità contro i propri cittadini che fa rabbrividire. Torture nelle carceri, frustate pubbliche per reati minori o inesistenti, lapidazione di donne adultere, omosessuali condannati all'impiccagione.  E tutto questo non è abbastanza per bandire Teheran dalle nazioni. Il Ministro degli Esteri, Mohammed Zarif, è accolto ovunque - tranne che negli Stati Uniti - con onori e sembra che i suoi interlocutori si sentirebbero in colpa se gli facessero le loro rimostranze. Un'indulgenza incredibile. È vero che altri Paesi stanno commettendo violazioni simili, ma la comunità internazionale è selettiva nelle sue condanne. Ciò che è consentito alle ricche monarchie petrolifere come l'Arabia Saudita o il Qatar non è consentito all'Egitto, spesso preso di mira per il modo in cui tratta gli avversari anche se non pratica esecuzioni sommarie né pubbliche flagellazioni e tanto meno la lapidazione. Tuttavia in questi giorni stiamo assistendo a quello che sembra molto un capovolgimento della situazione e questo risultato sembra basato su una serie di fattori in apparenza isolati ma il cui peso è in aumento. C'è stato il caso dell'aereo ucraino abbattuto lo scorso gennaio dalle difese aeree iraniane mentre decollava da Teheran.   Non ci sono stati sopravvissuti tra i 167 passeggeri, per lo più iraniani, e i 9 membri dell'equipaggio.  All’inizio le autorità avevano negato i fatti e parlato di un guasto tecnico dell’apparecchio, ma non riuscirono a tenere nascosta a lungo la verità. L'ondata di proteste popolari che seguì fu repressa nel sangue. Ci sono stati poi diversi casi di ricercatori stranieri arrestati per presunto spionaggio, in realtà da usare come moneta di scambio, dato che il regime cercava di recuperare alcuni dei suoi connazionali condannati per reati realmente commessi.  In particolare c'è stato un attacco informatico al sistema di approvvigionamento idrico israeliano, che avrebbe compreso un tentativo di avvelenamento dell’acqua potabile, in grado di mietere migliaia di vittime. Rilevato in tempo, l'attacco non ebbe effetto; per rappresaglia, fu Israele a lanciare l'attacco informatico che paralizzò il più grande porto iraniano per diversi giorni. I media hanno parlato poco di questa vicenda, ma i servizi di sicurezza occidentali, che ne sono venuti a conoscenza, non hanno mancato di mettere in guardia i loro governi. Infine, gli eccessi verbali dell'Ayatollah Khamenei durante la “Giornata mondiale di Al Quds” (di Gerusalemme) dello scorso aprile, hanno portato a commenti insolitamente duri da parte del quotidiano Le Monde del 31 maggio, con la firma di Jean-Pierre Filiu:  “La propaganda iraniana si è spesso superata nel cattivo gusto, soprattutto quando si tratta di negare l'esistenza stessa dello Stato di Israele, uno degli atti di fede della Repubblica islamica ... Questa volta Khamenei ha osato tracciare un parallelo tra il sionismo e il coronavirus ”. Non dimentichiamoci che l'Unione europea ha condannato con fermezza le affermazioni di Khamenei. Resta da vedere se l'Europa si accontenterà di questa reazione "epidermica" o se assisteremo a un riesame della sua posizione nei confronti dell'Iran.

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


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