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Il Coronavirus e gli anziani: la verità è venuta a galla 19/03/2020
Il Coronavirus e gli anziani: la verità è venuta a galla
Commento di Michelle Mazel

(Traduzione di Yehudit Weisz)


“Coronavirus: gli ospedali stanno preparando la ‘definizione di priorità’ riguardo l'accesso alla terapia intensiva in caso di saturazione dei servizi”: questo titolo di grande effetto sulla prima pagina di Le Monde del 18 marzo, dice finalmente ad alta voce quel che si sentiva sussurrare da settimane. Per una volta, il quotidiano non fa che analizzare un testo dato alla Direzione Generale della Salute il giorno prima. Intitolato in modo sobrio “Priorità di accesso alla terapia intensiva in un contesto di pandemia”, delinea sullo sfondo i criteri che dovrebbero guidare gli operatori e propone "un albero decisionale per aiutare i medici di terapia non intensiva a formulare una prognosi e stabilire quali sono le cure necessarie per i pazienti.” Sicuramente il francese è una lingua meravigliosa.   Questo albero "si basa su un indicatore già ben noto agli operatori sanitari, il “punteggio di fragilità”. “Non nascondiamoci dietro un dito. Quando la pressione per ammettere i pazienti che aspetteranno alla porta si farà enorme , allora il problema sorgerà spontaneamente ", spiega Bertrand Guidet, Direttore dell'Unità di terapia intensiva dell'Ospedale Saint-Antoine.  Abbiamo capito:   in caso di rischio di saturazione dei servizi ospedalieri, non sarà data priorità agli anziani. Non saranno tuttavia dimenticati; “con l'introduzione di una forma di selezione dei pazienti, sorgerà inevitabilmente una domanda: che ne sarà di coloro a cui verrà negata la rianimazione? Per garantire loro "una fine degna", Bertrand Guidet chiede la rapida istituzione di “unità di crisi di cure palliative”. Fantastico! Cosa vuoi, spiegano gli esperti, innanzitutto è necessario garantire la sopravvivenza delle forze dinamiche della nazione; d’altronde, gli anziani, che sono più fragili, hanno meno probabilità di uscirne anche se trattati in tempo.   Chi si azzarda a criticarlo? Alcune comunità primitive avevano istituito il cosiddetto test della palma da cocco: in tempi di grande carestia, i nonni o le nonne venivano fatti salire su una palma da cocco, che veniva poi scossa violentemente; se l’avo era riuscito a tenersi appeso, poteva riprendersi il suo posto all’interno della famiglia. Una posizione che la Bibbia rifiuta con forza. Bisogna rispettare gli anziani, ci impone il Levitico (Lev: 19; 32). Anche nella società del mondo antico gli anziani venivano onorati. Altri tempi, altre usanze. Ovviamente, nessuno pensa all'impatto che queste discussioni accademiche possono avere sul pubblico in causa, su queste persone “fragili” mentre ascoltano gli esperti che li condannano senza appello. O anche sui loro nipoti che a volte si fanno prendere dal panico al pensiero di perderli.  E comunque sia, qual è il messaggio che la società lancia ai giovani?  Che i vecchi hanno fatto il loro tempo; che non hanno più nulla da offrire alla società. Non importa se hanno avuto una vita attiva e produttiva, se hanno contribuito allo sviluppo della nazione e talvolta continuano tuttora a farlo. Loro pensavano di avere diritto, se non ad un trattamento preferenziale, almeno alla parità di accesso alle cure migliori. Non capiscono che è giunto il momento di lasciare spazio alle nuove generazioni?

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".


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