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Ugo Volli
Cartoline
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Lacrime di coccodrillo 09/04/2018

Lacrime di coccodrillo
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,
io critico spesso l’Unione Europea per la sua posizione ingiusta e squilibrata in Medio Oriente. Del resto non sono il solo. Il giudizio su Federica Mogherini e al rapporto servile con l’Iran e con i palestinisti (ma anche con Cuba, Venezuela ecc.) che ha impresso alla politica europea è largamente condiviso in tutti gli ambienti salvo quelli di estrema sinistra e dei burocrati di Bruxelles. Mi sento spesso rispondere però che l’Europa cerca di agire come elemento di riequilibrio e appoggia i più deboli, sulla base della propria moralità. Questo varrebbe non solo per le istituzioni della Comunità Europea e per i governi, ma in generale per i popoli europei, che avrebbero appreso la lezione della pace e della giustizia dalla propria storia tormentata.

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Ma siamo proprio sicuri? Guardiamo qualche esempio. Uno degli scandali del nostro tempo è la guerra civile in Siria, che continua con le modalità più atroci. Ancora nei giorni scorsi è emersa una nuova strage compiuta dal governo siriano nella città di Duma, con molte decine di vittime, uccise probabilmente dai gas, che sono illegali secondo le convenzioni internazionali (http://www.jpost.com/Middle-East/Assad-regime-denies-use-of-chemical-weapons-in-Douma-attack-that-killed-35-549119) Non è la prima volta che emergono questi attacchi inumani di un governo alla propria popolazione civile. Ovviamente i giornali e i politici europei, tutti intenti a demonizzare la difesa israeliana dei confini intorno a Gaza, non ne hanno praticamente parlato. Ma c’è una domanda che nessuno si fa: il governo siriano non aveva solennemente distrutto le proprie riserve di armi chimiche, quattro anni fa, con la garanzia russa e la benedizione di Obama? E allora da dove vengono queste armi chimiche? Non dalla Russia, che sta cercando di distanziarsi dalla propria produzione di gas velenosi. Forse da Iran e Nord Corea, che sono alleati stretti della Siria.

Ma ci sono forti indizi che attraverso l’Iran c’entri la Germania. (http://www.jpost.com/International/Germany-sold-technology-to-Iran-for-use-in-Syrian-chemical-attacks-540760). Già proprio la buona Germania della Merkel, così umanitaria nei confronti dei migranti e centro di gravità dell’Europa. Che ha anche autorizzato, come si legge nell’articolo che vi ho citato, la vendita di componenti elettroniche essenziali per i missili con cui l’Iran minaccia Israele. E che naturalmente si oppone alla revisione dell’accordo di Obama che solo rimanda di qualche anno l’autorizzazione all’armamento atomico degli ayatollah: https://www.reuters.com/article/us-iran-nuclear-germany/danger-of-war-germany-warns-after-trumps-move-on-iran-nuclear-deal-idUSKBN1CJ0A9 (ma qui c’entra anche l’Italia, ve ne riparlerò un’altra volta). La Germania, i cui diplomatici hanno dichiarato di non vedere nulla di male se la linea aerea del Kuwait impedisce l’imbarco ai cittadini israeliani regolarmente forniti di biglietti e documenti (http://www.jpost.com/International/German-diplomats-defend-Kuwait-Airways-no-Israelis-allowed-policy-549117).

Non vi fidate neanche voi della moralità della Germania? Visti i precedenti si può capire... Ma la Norvegia, la buona, nordica Norvegia? Ecco un caso molto interessante. Vi cito da un comunicato ufficiale del ministero della giustizia americano (https://www.justice.gov/usao-sdny/pr/manhattan-us-attorney-announces-settlement-norwegian-not-profit-resolving-claims-it). Il caso riguarda le relazioni fra la U.S. Agency for International Development (“USAID”) e Norwegian Peoples’s Aid ("NPA"), un'organizzazione non governativa senza scopo di lucro con sede in Norvegia, che riceve finanziamenti dall'USAID.

“Il 30 marzo, il giudice della Corte distrettuale degli Stati Uniti Gregory H. Woods ha approvato un accordo transattivo che risolve le richieste del governo nei confronti dell'NPA. In base all'accordo, l'NPA è tenuta a pagare $ 2,025 milioni agli Stati Uniti (...) e ha rivisto le sue politiche interne per garantire che sia conforme alle regole Usa e ai termini delle sue sovvenzioni USAID. Inoltre, in connessione con l'accordo, l'NPA ha ammesso e accettato le contestazioni alla sua condotta. Il procuratore statunitense di Manhattan, Geoffrey S. Berman, ha dichiarato: "Per anni, Norwegian People's Aid ha ottenuto finanziamenti dall'USAID dichiarando falsamente che non aveva fornito, e avrebbe adottato misure ragionevoli per garantire che non avrebbe fornito supporto materiale alle parti vietate ai sensi Legge degli Stati Uniti. Con questo accordo, l'NPA viene obbligato a pagare una significativa sanzione finanziaria per la sua condotta e, cosa importante, ha ammesso le contestazioni e ha accettato di mettere in atto le opportune precauzioni per garantire che non si ripeta".

Che cosa avevano fatto i bravi norvegesi? “NPA ha violato il False Claims Act ("FCA") fornendo sostegno materiale all'Iran, a Hamas, al Fronte popolare per la liberazione della Palestina ("PFLP") e al Fronte democratico per la liberazione della Palestina ("FDLP"), contrariamente ai requisiti di finanziamento federali. In ogni momento rilevante per la causa, l'Iran è stato incluso nella lista del Dipartimento di Stato degli stati sponsor del terrorismo (la "Lista degli sponsor del terrorismo"), e Hamas, PFLP e FDLP sono stati inclusi nell'Ufficio degli affari esteri degli Stati Uniti. Elenco dei controlli appositamente designati per cittadini e persone bloccate (la "Lista SDN"). L'elenco degli sponsor di terrorismo dello stato include paesi che hanno ripetutamente fornito supporto per atti di terrorismo internazionale e l'elenco SDN include individui e entità che sostengono il terrorismo o che si impegnano in una condotta antitetica agli interessi degli Stati Uniti.”

In sostanza, col pretesto degli aiuti allo sviluppo, i norvegesi finanziavano il terrorismo. Un caso isolato? No, per nulla, sempre in Norvegia “Il parlamento studentesco norvegese ha deciso che la raccolta fondi studentesca nazionale aiuterà le ONG a formare giovani arabi in modo da "porre fine all'occupazione" con milioni di euro, raccolti in tutte le scuole del regno (https://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/243468).

Si potrebbe andare avanti a lungo, per esempio citando il finanziamento (questa volta ufficiale, dell’Unione Europea) a una scuola per arabi beduini, non autorizzata anche perché sistemata nel bel mezzo di un sito archeologico nelle colline della Giudea (http://www.jewishpress.com/news/global/europe/eu/report-european-union-funded-arab-school-built-in-heart-of-hebron-hills-archaeological-site/2018/03/19/). Ma quella delle violazioni europee delle leggi israeliane a difesa del territorio, del paesaggio e della cultura è una vecchia storia di colonialismo antisraeliano, di cui vi ho mostrato tante volte gli esempi. Quel che vale la pena di sottolineare oggi è che l’Europa non è affatto giusta e morale, non appoggia affatto i più deboli. Sostiene i terrorismo e la guerra contro Israele. Se volete, chiamatelo pure antisemitismo. I sostenitori dell’Unione Europea si opporranno, citando il loro impegno in giornate della memoria, musei della Shoah e altre bellissime iniziative. La logica è la solita, l’Europa è dispostissima a rimpiangere gli ebrei morti, prima però dà una mano a quelli che cercano di ammazzarli: lacrime di coccodrillo.

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Ugo Volli


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