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Ugo Volli
Cartoline
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Una piccola notizia, ‘un altro attentato’ 07/02/2018

Una piccola notizia, ‘un altro attentato’
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,
oggi vi parlo di una notizia così, una breve di cronaca su quattro o cinque giornali, tutti quasi uguali, dato che probabilmente la fonte è un’agenzia. Ecco la versione del “Giorno”, senza neanche il nome della vittima: “ISRAELIANO AMMAZZATO IN CISGIORDANIA Hamas esulta. Ira di Netanyahu TEL AVIV. Nuovo attentato in Cisgiordania: un israeliano è stato accoltellato a morte nell'insediamento ebraico di Ariel. L'autore dell'attacco è un arabo israeliano, a quanto pare di Jaffa, Ais Abed El-Hakim (19 anni) che è riuscito a fuggire subito dopo, nonostante la caccia all'uomo avviata dalle forze di sicurezza israeliane. L'agguato ha subito fatto risalire la tensione nella regione, con Hamas che da Gaza ha lodato l'attacco. Il premier Netanyahu ha promesso che «il colpevole sarà assicurato alla giustizia».” Solo il Manifesto ha cambiato la descrizione, sostituendo a “israeliano” la parola magica “colono” che agli occhi dei comunisti di questo giornale naturalmente giustifica ogni crimine. Come già per i fascisti di qualche decennio fa la parola “ebreo”.

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Se guardate il filmato che trovate qui (https://twitter.com/twitter/statuses/960593853475622912) se avete Twitter e se no ancor meglio dentro questo articolo (https://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-5090186,00.html), vedete un uomo vestito di scuro che aspetta tranquillamente un autobus, un altro che scende da un altro autobus nella piazzola di fronte, aspetta con calma che il traffico gli consenta di attraversare la strada e senza dire una parola, naturalmente senza provocazione, lo accoltella con un fendente alla gola. La vittima, già ferita, cerca di fuggire oltre la strada, ma viene inseguita e finita dall’attentatore. L’uomo assassinato si chiamava Itamar Ben-Gal, aveva 29 anni, una famiglia con quattro figli, faceva l’insegnante. Si era fermato su quella piazzola per una ragione festiva, voleva raggiungere la festa della circoncisione di un suo nipote. L’assassino, un diciannovenne arabo israeliano veniva da Giaffa, dunque godeva dei diritti politici e civili dei cittadini israeliani, stava in un posto piuttosto ricco, non aveva giustificazioni sociali per i suoi crimini. Era stato accolto senza troppi sospetti in numerosi istituti scolastici e di accoglienza israeliani, ma usava pubblicare post di esaltazione dei terroristi sulla sua pagina Facebook e di recente aveva messo come immagine di copertina la foto di un mitra. Trovate tutte le informazioni qui: http://www.israelhayom.com/2018/02/06/terrorist-in-ariel-stabbing-attack-identified-as-israeli-arab-from-jaffa/. Qui anche gli screenshot del suo Facebook: http://www.jpost.com/Israel-News/What-can-social-media-tell-us-about-the-terrorist-from-Ariel-540811.

Una notizia qualunque, che per la stampa non conta nulla. Una famiglia distrutta dall’odio. Ma che importa? E’ ovvio che non vi è significato militare in questo episodio, e i palestinisti sanno benissimo che gli israeliani non si lasciano terrorizzare da questi omicidi. L’uccisione a sangue freddo di una persona a caso, che si deduce essere un nemico dalle sue caratteristiche esteriori (in questo caso probabilmente l’abito ha qualificato il povero Ben-Gal come ebreo) è l’esempio più tipico del terrorismo, della sua abissale e stupida inumanità. El Hakim non aveva nulla contro Ben-Gal, non lo conosceva; e non stava in combattimento con un nemico cui potesse contendere un qualche obiettivo militare. Voleva solo sfogare il suo odio, un odio che qualcuno certamente gli aveva inculcato a fondo. Sono caratteristiche comuni del terrorismo islamico: dalla bambina sgozzata a Itamar nella sua camera da letto agli scolari di Tolosa, ai passanti di Nizza e Barcellona, la scena è sempre la stessa. Bisogna dire che si tratta di nazismo puro.

Qualcuno potrà obiettarmi che lo stesso si potrebbe dire del delitto di Macerata. Sono d’accordo, andare per strada a sparare alle persone selezionandole per il colore della pelle è certamente terrorismo nazista e non si giustifica né con la mancanza di equilibrio psichico dei soggetti né con l’idea di vendicare dei torti. E naturalmente lo stesso giudizio va dato del norvegese Breivik e di tutti gli attentatori nazisti in tutto il mondo. Si dà però il fatto, che non ha forse rilevanza morale, ma politica sì, che i terroristi nazisti islamici siano infinitamente più numerosi e abbiano fatto più vittime di quelli. E soprattutto si dà il fatto che il terrorismo islamico è esaltato nel mondo arabo e quello palestinista anche in Europa. Se guardate gli elenchi degli attentati terroristici pubblicati dai giornali, non ci trovate mai quelli in Israele che sono il prototipo di quelli commessi in Europa anche sul piano del metodo.

E quando l’assassino El Hakim verrà arrestato, una cosa è sicura: l’Autorità Palestinese gli pagherà lo stipendio. Lo farà con i soldi degli aiuti internazionali, perché parla tanto di stato, ma non ha introiti propri. E questi aiuti vengono ormai non dagli Stati Uniti, dove il Congresso li ha ridotti e condizionati a non essere destinati agli stipendi dei terroristi. Ma dall’Europa, che ancora ieri ha destinato un finanziamento aggiuntivo a garantire “il carattere musulmano di Gerusalemme” (http://www.jewishpress.com/news/breaking-news/european-union-allocates-14-m-euros-to-support-palestinian-presence-in-jerusalem/2018/02/04/). E l’Europa i soldi li prende dalle tasse degli europei. Dunque lo stipendio dell’assassino (o della sua famiglia, se resisterà alla cattura, come accade spesso, e sarà ucciso), vengono dalle tasse mie e vostre. Una buona ragione per non volere “più Europa” (cioè “più Islam”, se dobbiamo interpretare il senso programma della Lista Bonino) e per non votare alle elezioni coloro che la vogliono.

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Ugo Volli


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