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Ugo Volli
Cartoline
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Colonialismo 08/02/2015

Colonialismo
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,

dubitate che l'unione europea serva a qualche cosa - oltre a pagare lauti stipendi ai suoi funzionari? Rassicuratevi, vi prego. Non sembra a guardare il simbolo o l'inno, ma l'Unione Europea una missione nella vita ce l'ha. Costruisce case. O se preferite piuttosto baracche, non stiamo qui a discutere di architettura. In particolare costruisce baracche senza permesso, in luoghi in cui è proibito. Per esempio, se siete in lite con un vicino su un terreno di campagna che voi dite essere vostro e il vicino non ve lo cede, in assenza di un accordo... be' in questo caso basta che chiamiate l'Unione Europea e lei vi costruisce una baracca. A patto beninteso che voi siate raccomandati, abbiate le relazioni giuste, sembriate i più poveri o i più deboli, insomma riusciate simpatici ai nostri eroi. E naturalmente lo farà coi soldi di tutti i contribuenti europei, in definitiva coi nostri soldi. Non è una pacchia? Per i raccomandati, naturalmente, perché l'altra parte potrebbe non gradire. In questo caso l'Europa fa spallucce: che cosa vuoi da me? Io sono grande e grossa, ho la mia politica, un'alta moralità, come ti permetti di giudicare? Non sarai mica populista o - Dio non voglia - “euroscettico”? Magari vengo e ti costruisco un altro po' di baracche, così impari. Sempre a spese del contribuente europeo, naturalmente. E se non ti sottometti e magari chiami la polizia, una bella sassata in testa non te la risparmia nessuno. Non capite di che cosa parlo? Ecco leggete per favore questo articolo o magari guardate solo le foto, che sono chiare abbastanza: http://www.dailymail.co.uk/news/article-2874883/EU-funding-illegal-building-West-Bank-says-report.html . Negli ultimi anni, quatta quatta, zitta zitta, l'Unione Europea ha costruito circa 400 case per gli arabi della Giudea e Samaria. Tutte nella zona C, beninteso, quelle che i trattati di Oslo (di cui l'Unione Europea è cofirmataria e garante con Usa e Russia), assegnano all'esclusiva amministrazione israeliana. Tutte senza autorizzazioni urbanistiche, permessi di costruzione, valutazioni idreogeologiche, spesso nel bel mezzo di parchi naturali dove vige un divieto di costruzione assoluta. Tutte marchiandole ben in chiaro con la sua bandiera, con la convinzione di renderle in questa maniera immuni dall'intervento israeliano.

Perché? Perché vogliamo, dichiara candidamente il rappresentante dell'Unione Europea a Gerusalemme, favorire certi nostri obiettivi politici, cioè in sostanza la presa del territorio della zona C da parte dei palestinesi nonostante gli accordi che abbiamo firmato. Immaginatevi ora l'unione africana costruire senza seguire alcuna procedura legale dei villaggi per gli immigrati a Pantelleria o in certi quartieri di Milano e Torino, su terreno che non possiede, allo scopo di favorire la loro arabizzazione, che essa considera auspicabile. O immaginatevi che la Russia provi a slavizzare il Friuli, insediandovi in costruzioni abusive chiunque abbia voglia di viverci, purché nella sua lingua il “da” risuoni?
Come reagirebbe l'Italia? In Israele per ora è venuto fuori un bello scandalo ad opera di una Ong che ha sfidato le ire e le minacce fisiche dei funzionari europei per documentare queste operazioni edilizie illegali secondo la legge israeliana, quella internazionale e anche quell europea, dato che queste operazioni non sono state votate da nessuno e sono fatte distraendo fondi di bilancio, come hanno denunciato diversi deputati europei (http://www.jpost.com/Arab-Israeli-Conflict/Report-EU-building-hundreds-of-illegal-structures-for-Palestinians-in-Area-C-of-West-Bank-390184 ).

Ma l'Europa ignora allegramente la propria illegalità, salvo naturalmente lanciare alti lamenti e denunciare lei l'illegalità quando Israele costruisce un pollaio nella stessa zona C, dopo aver svolto tutte le procedure autorizzative del caso. E a Israele non resta che ordinare la distruzione delle strutture illegali quando sono denunciate (http://www.timesofisrael.com/pm-orders-demolition-of-eu-funded-palestinian-settlements-in-west-bank/ ), salvo poi affrontare le critiche, fra l'altro dell'Europa, perché “abbatte case arabe”.

Come definire questo atteggiamento europeo? Ipocrita, certamente. Doppiopesista. Indifferente alla legalità. Ma soprattutto coloniale. I funzionari europei che vengono in Israele credono di poter fare qualunque cosa in quanto superiori e “civili”, come lo credevano i loro nonni quando andavano in colonia (o magari collaboravano coi nazisti nel rastrellamento degli ebrei, com'è capitato in mezz'Europa). Chi si fa illusioni sulla superiore moralità europea rispetto alle miserie della nostra politica, farebbe bene a ricredersi. Lo spirito del colonialismo è ancora lì, come l'antisemitismo. Con in più quella faccia stolida che fanno sempre gli epigoni, quelli che ripetono la violenza senza neanche capire chi sono e cosa fanno.

Ugo Volli


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