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Ugo Volli
Cartoline
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In perfetta lucidità e buona coscienza 29/12/2014
 

In perfetta lucidità e buona coscienza
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,

di nuovo ieri in una cartolina cui tengo molto e che vi invito a leggere se non l'avete fatto (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=56554 ), mi è capitato di parlare dell'antisemitismo dell'Europa, della sua sostanziale continuità con l'”odio antico” che è sboccato nel genocidio nazista. Sento di dover chiarire una cosa, per non sembrare ridicolo e anche per chiarire meglio.
Io non mi immagino affatto gli eurocrati del “mostro buono” di Bruxelles segretamente iscritti a uno dei partitini neonazisti, abituati a salutarsi col braccio teso o convinti della dottrina razziale di Rosenberg. o del “deicidio” dell'inquisizione.
Chiaramente le cose non stanno così, come non c'è stato un convegno segreto in cui l'estrema sinistra e l'estrema destra si siano incontrati per superare gli antichi contrasti in nome dell'odio a Israele.

La realtà è più prosaica, l'odio di cui parlo è più profondo, anche più inconsapevole. Io sono disposto a riconoscere a tutti coloro che governano la politica estera europea l'attenuante della buona fede (a tutti o quasi, visto che ogni tanto sono venuti fuori dei legami d'affari significativi fra alcuni responsabili politici europei e i poteri economici e politici dell'Islam - ma questo è un altro discorso).
Che i responsabili delle scelte europee siano probabilmente per lo più in buona fede, che sentano davvero l'orrore per le camere a gas che rendono pubblico nella giornata della memoria, non toglie nulla della loro responsabilità.
Può rendere persino le cose più gravi, specialmente se c'è un'incongruenza.
E l'incongruenza c'è, eccome.
L'Unione Europea si presenta come l'istituzione e lo spazio sociale più democratico del pianeta: più ancora, lascia intendere, degli Stati Uniti, per esempio sulla questione della pena di morte. Il luogo in cui tutte le questioni sono giudicate secondo il principio di legalità, la democraticità, senza pregiudizi nazionali di sorta.

Tutto benissimo. Ma poi l'Unione Europea ha deciso che il suo primo impegno in politica internazionale è il riconoscimento dello Stato Palestinese. Che si possa riconoscere solo qualcosa che esiste già, che cioè non abbia senso riconoscere uno stato di cui si auspica l'esistenza, ma che non esiste come stato (non ha una popolazione precisa, non ha confini, non ha un governo unico, non è in grado di reggere la sua economia, non amministra il suo territorio, non è in pace coi suoi vicini), è un problema che la legalista Unione Europea non si pone, anche se non si tratta solo di un errore logico, ma di una violazione del diritto internazionale.

E sul piano della democrazia? Che i due tronconi che vorrebbero essere la Palestina siano entrambi dittature sanguinose, corrotte, che non vi si svolgano elezioni da una decina d'anni e quindi tutte le cariche siano illegali, che vi regni il razzismo più puro (la discriminazione etnica degli ebrei è stabilita per legge): tutto questo alla democratica Europa non interessa.
E la legalità? Guardate bene questo video: https://www.youtube.com/watch?v=yS6BHBai2Ug&channel=JewishPressTV . Ho esitato molto a condividerlo perché rappresenta l'incitamento a un crimine e dà le istruzioni per farlo, cioè insegna ad accoltellare civili israeliani (i militari di solito hanno protezioni che rendono inutili queste mosse). Poi ho visto che il video gira largamente su Internet e ho pensato che i criminali cui potrebbe interessare sul piano pratico l'avevano certamente già visto e poteva essere importante che qualcuno si rendesse conto dei suoi contenuti.

E' il video più popolare di questi tempi nei social media palestinisti e non consta che qualcuno l'abbia proibito, come non sono state proibite le canzoni e i video che incitano a buttare i civili israeliani sotto l'automobile. E come certamente non è stato proibito questo inno di Fatah, il partito di Abbas, in cui si consigliano i “figli di Sion” di considerare che la morte è vicina e i “guerrieri della Palestina a ucciderli dappertutto: https://www.youtube.com/watch?v=8t8QO-pTf-M .

Mi domando: se ci fossero video scozzesi o baschi che insegnassero come avvelenare gli spagnoli o gli inglesi, se ci fossero canzoni cipriote che esaltassero l'impalamento dei turchi o video saharawi che spiegassero come fare bombe da buttare sui marocchini, come reagirebbe l'Unione Europea?
Probabilmente come ha reagito l'Italia una quindicina d'anni fa (il presidente del consiglio era D'Alema), intrappolando il leader curdo Ocalan che cercava rifugio in Italia e lasciandolo catturare (dopo uno strano giro) ai turchi.
E se qualcuno osasse produrre in un paese europeo il video degli accoltellamenti che vi ho citato, senza dubbio si troverebbe il modo di metterlo in galera.

E allora perché con i palestinisti, di fronte a queste barbarie, vi è solo un atteggiamento di benevolo disinteresse? Una spiegazione l'ha data l'ambasciatore danese in Israele in un dibattito: “ Gli israeliani a volte chiedono perché l'Europa applica un diverso standard per i paesi vicini, come la Siria [...] Quelli non sono gli standard secondo cui siete giudicati. Non sono le norme con cui Israele vorrebbe essere giudicato: Israele dovrebbe desiderare di essere tenuto agli standard europei, non quelli del Medio Oriente. Quindi penso di avere il diritto di sostenere che noi applichiamo due pesi e due misure usando con voi gli stessi standard tutto il resto dei paesi nel contesto europeo." (http://www.jpost.com/Diplomatic-Conference/Danish-ambassador-JPosts-Caroline-Glick-exchange-verbal-blows-over-EU-attitude-toward-Israel-384438 ).

E' una teoria certamente razzista, nei confronti degli arabi. Ma guardate, nel video allegato all'articolo, come la bravissima Caroline Glick distrugge la teoria dell'ambasciatore. Messo alle strette dalla giornalista israeliana, l'ambasciatore danese sostiene che, data la differenza di forze, l'Europa deve appoggiare comunque i Palestinesi che sono più deboli.
E' una teoria demenziale, che applicata sistematicamente porterebbe il caos nel mondo e permetterebbe a chiunque di compiere i peggiori delitti, solo perché più debole. Per esempio lo Stato Islamico o Isis che dir si voglia, non è più debole degli Stati Uniti e della coalizione che essi hanno radunato? Dunque esso meriterebbe di essere appoggiato dall'Europa, tanto più che esso certamente non corrisponde agli standard europei...

La verità è che l'Europa ha deciso che l'esistenza di Israele è in sé un fatto negativo e si regola di conseguenza. Non appoggia i “palestinesi” perché abbia spiccata simpatia per loro o perché li senta vicini, tant'è vero che si disinteressa completamente delle sorti dei loro profughi in Siria e Iraq. Li appoggia non nonostante la loro lotta con Israele, ma a causa di essa.
Lo fa in perfetta buona fede, serenamente, essendosi costruita una solida falsa coscienza sul senso dell'impresa sionista.

Le ragioni? un fondo culturale antisemita, depositato da duemila anni; il fastidio per un paese che ha conosciuto il socialismo e l'ha rifiutato; l'eredità dell'odio comunista verso il solo paese del Terzo Mondo che non scimmiottava i loro rituali totalitari ma praticava la libertà; l'interesse per il petrolio arabo, che non è più importante per l'America ma conta per l'Europa, la paura per il terrorismo e per le agitazioni degli immigrati musulmani, numerosissimi in Europa, l'oscuro desiderio di scaricare le colpe del proprio colonialismo su un altro soggetto politico, che ha fatto anche lui la sua lotta anticoloniale (la resistenza sionista agli arabi e agli inglesi era questo) e porta su di sé la “colpa” di essere stato schiavo nel mondo arabo come in Europa. L'opportunità di scaricare allo stesso tempo le proprie colpe, quelle della Shoà e di un millennio di persecuzioni precedenti.

Insomma le ragioni sono parecchie e tutte convergenti Non c'è bisogno di pensare a un centro politico: ognuno ha le sue ragioni in questo grande calderone e tutti possono trovarsi d'accordo, senza discuterne, senza pensare, in perfetta buona fede, a difendere i ”poveri” palestinesi contro gli “arroganti”, oppure “colonialisti” oppure “capitalisti” oppure “deicidi”, oppure “assassini di bambini”, insomma gli israeliani che è il torto di essere ebrei.
Non è una congiura, è un atteggiamento politico spontaneo e in buona fede. E come tale va denunciato, chiarito in ogni occasione. E combattuto con la massima fermezza.


Ugo Volli


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