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Ugo Volli
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Apprendisti stregoni 14/08/2012

Apprendisti stregoni


Barack Obama, Ismail Haniyeh con Mohamed Morsi

Cari amici,

io non sono affatto un cultore di Misteri & Congiure. Tendo a pensare che almeno nelle grandi linee non vi è nulla di più profondo della superficie, come diceva Oscar Wilde. Le grandi forze della storia agiscono mobilitando le persone e dunque devono essere abbastanza chiare per convincerli. E' l'egemonia, cioè la capacità di fare accettare i propri interessi come ragioni generali il vero motore della politica, non i trucchetti sporchi che pure non mancano. Sono stati egemoni i fascismi negli anni Venti e Trenta, il comunismo nei Cinquanta e Sessanta, il liberalismo nei Novanta, ora il buon senso di tutti sembra orientato a un confuso impasto di terzomondismo e correttezza politica, che poi finisce con l'egemonia dell'islamismo. 

Ma ogni tanto i trucchetti ci sono, o meglio la confusione in cui i protagonisti non dicono quel che fanno e non fanno quel che dicono, col risultato di rendere opaca la situazione. Così è oggi il quadro della Siria, in cui non si capisce quali siano davvero le forze in gioco e quale sia la loro partita, così anche in Egitto. A me quest'ultima vicenda dell'attacco nel Sinai e della rimozione della giunta militare non sembra affatto chiara. Cerco di spiegarvi il perché. Premessa: al Cairo vi è un presidente della Fratellanza musulmana, Morsi, che sarebbe stato eletto col 51% dei voti. Dico “sarebbe” perché certamente vi ricordate, la sua elezione fu parecchio controversa, restò in bilico per molto tempo, fu preceduta da una serie di mosse della giunta militare e della corte suprema (scioglimento del parlamento dominato dagli islamisti, annullamento di certe leggi, riserva del potere della giunta sulla gestione del potere fondamentale). Si pensò allora a un accordo sottobanco fra militari e islamisti.

Passa pochissimo tempo e da Gaza dominata da Hamas che è un ramo della Fratellanza Musulmana, attraverso i tunnel direttamente controllati da Hamas esce un commando militare di almeno 35 persone, che non trova di meglio da fare che assaltare un posto di polizia egiziana. Poi si impadronisce di due blindati da trasporto truppe e va a farsi ammazzare dall'esercito israeliano. Un blindato addirittura salta per aria prima di arrivare al confine, chissà perché. Israele era pronto, perché aveva avuto sentore della cosa e aveva anche avvertito i servizi segreti egiziani, il cui capo aveva chiesto misure preventive urgenti, negate dal governo islamista egiziano. Ma è lui che  viene immediatamente licenziato da Morsi, senza che la potentissima giunta abbia nulla da obiettare sull'invasione del loro campo. Morsi non va al funerale dei soldati ammazzati  dai terroristi, ma si intesta una molto propagandata caccia all'uomo nel Sinai, che sembra una pura sceneggiata teatrale, o se volete, propaganda: i terroristi probabilmente non sono morti, c'è stata una parata di elicotteri con sparacchiamenti a caso,  di fatto non è successo nulla  (http://news.yahoo.com/truth-elusive-militants-egypts-sinai-171938566.html). Visto il successo con il capo dei servcizi segreti, Morsi licenzia anche il ministro della difesa e leader della giunta e il capo di stato maggiore. Nessuna reazione. Gli americani fanno sapere che apprezzano il ministro della difesa nominato da Morsi, a quanto pare di famiglia islamista, e confermano che Obama riceverà a Washington il presidente egiziano nelle prossime settimane. Nel frattempo Obama loda come “una grande patriota” l'assistente della Segretaria di Stato Clinton, di cui è stata documentato lo stretto legame con la fratellanza musulmana. Oggi poi è annunciato che, come voleva Hamas, il valico di Rafah fra Egitto e Gaza, bloccato dal momento degli incidenti, viene riaperto (http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2012/08/13/Egitto-riapre-valico-Rafah_7339750.html); dell'annunciata distruzione dei tunnel del contrabbando non si sa più nulla. In cambio si apprende che il giorno prima del “golpe bianco” di Morsi, questi aveva incontrato l'emiro del Qatar, piccolissimo paese ma attivissimo centro di islamizzazione del mondo arabo, e ottenuto da lui qualche miliardo di dollari di soccorso economico in varia forma. Il Qatar è intervenuto in Libia, lo sta facendo in Siria, è il solo paese al mondo ad ospitare un'”ambasciata” di Hamas, produce la televisione Al Jazeera che è il principale veicolo di propaganda islamista del mondo, ma è anche sede della più importante base americana nel Golfo.

Ci capite qualcosa, voi? Io no. Non capisco per esempio perché la giunta militare, avendo il potere delle armi in mano, non ha resistito alla rapidissima presa del monopolio del potere da parte della Fratellanza musulmana, che in teoria è uno storico nemico del potere militare, complice per esempio dell'omicidio di Sadat. Non  capisco che gioco sta facendo l'America - o meglio l'amministrazione Obama, che spero solo le elezioni mandino a casa fra un paio di mesi. Non capisco qual è il gioco fra Egitto e Hamas. Intuisco solo che anche su quel lato di Israele si preparano guai grossi. Spero solo di sbagliarmi: ma la superficie di questa storia dice che il piano strategico di Obama è di mettere in mano il Medio Oriente agli islamisti (rendendolo così più “democratico”) e di dare una bella lezione all'”arroganza” israeliana. Che il cielo ce la mandi buona, perché non vi è niente di peggio nella storia degli apprendisti stregoni.

Ugo Volli


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