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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Luciano Tas
Le storie raccontate
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1992: lo sgretolamento della Jugoslavia 02/04/2009
Lo sgretolamento dell’impero sovietico non è indolore. Mosca “perde i pezzi” e le sue ex-repubbliche conoscono giorni difficili. In Georgia divampa una vera e proprio guerra civile. Il governo è rovesciato e a furor di popolo è chiamato alla presidenza delle repubblica georgiana l’ex-ministro degli Esteri sovietico Eduard Shevarnadze (georgiano). La Georgia è un singolare paese, l’unico che era riuscito a conservare, a dispetto e contro Stalin (anche lui georgiano) un certa autonomia effettiva, e l’unico a non avere subito il contagio dell’antisemitismo e dove gli ebrei potevano vivere relativamente tranquilli e persino “protetti” dai loro connazionali quando negli anni immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale Stalin stava organizzando una “soluzione finale” per gli ebrei sovietici, dando il via ad arresti e “incidenti” automobilistici, come nel caso del grande e popolare attore ebreo Solomon Michoels. Ma è in fibrillazione anche la Jugoslavia, il paese ”inventato”, come era stato per la Cecoslovacchia, dai vincitori della prima guerra mondiale. Il passaggio dallo Stato federale alle varie indipendenze sarà ad alto costo in termini di vite umane e di distruzioni. La grande e interessata fretta da parte della Germania e del Vaticano (la CEE sarà costretta a seguire) di riconoscere l’indipendenza di Slovenia e Croazia provoca (o aiuta molto a determinare) gli scontri armati tra la Serbia e i due nuovi Stati. Il bagno di sangue continuerà, moltiplicato, nella Bosnia-Erzegovina e in Kossovo. Naturalmente non è esente da grandi turbamenti il mondo arabo e islamico. In Algeria le elezioni politiche vengono vinte dal Fronte di Salvezza Islamico, i cui sistemi di propaganda elettorale sono (e continueranno ad essere) le stragi durante le improvvise incursioni nei villaggi indifesi del paese. Queste elezioni erano state volute dal governo algerino per compiacere gli Stati Uniti, i quali – e la cosa fa loro onore – hanno della legalità democratica una immagine quasi religiosa. Gli Stati Uniti però non sembra abbiano altrettanto senso della storia per trarre alcune conclusioni, magari ciniche, dalle vicende europee. Il fascismo era andato al potere in modo legittimo, o almeno “costituzionale”, e sicuramente ebbe il consenso di una imponente maggioranza del popolo italiano, e lo stesso era accaduto con Hitler in Germania. Quella considerazione sui limiti che dovrebbe avere anche il sistema rappresentativo democratico l’avrà però fatta il Presidente algerino Chadli Bendjedid che ora non ci pensa un attimo e annulla le elezioni: non se l’è sentita di consegnare l’Algeria ai fondamentalisti islamici con i loro tagliagole, quale sia stato il voto popolare. Neanche la sinistra comunista italiana riesce a immaginare che il grande scossone politico-moralistico scatenato dalla magistratura con il suo “Mani Pulite” avrebbe in breve tempo mandato a fondo tutto il sistema partitico italiano, PCI incluso, in parte travolto dallo scandalo di corruzione-concussione del Partito Socialista e della Democrazia Cristiana, in parte dallo storica fine del comunismo stesso. Come dire che il Pio Albergo Trivulzio di Mario Chiesa è il mattone che farà crollare l’edificio. In questo “cambio d’Epoca” di questi anni e il primo decennio de XXI secolo, si colloca anche il fenomeno Cina. Un segnale del cambiamento d’epoca è la decisione della Cina di allacciare rapporti diplomatici con Israele. Bisogna dire che tra i due paesi i rapporti economici erano già fiorenti, segno del nuovo pragmatismo cinese, ma sapere che Israele esporta nella Repubblica Popolare Cinese una grande quantità di diamanti lavorati e che di questi brillanti sono piene le gioiellerie di Canton, mentre se ne annuncia l’apertura di molte altre a Shanghai, fa un certo effetto. In Europa si registrano manifestazioni di antisemitismo, più frequenti che in passato. Non sono solo scritte ai muri, croci uncinate disegnate sulle serrande di negozi, con annessa esaltazione dei forni crematori nazisti, ci sono le profanazioni dei cimiteri ebraici, ci sono qualche volta anche attacchi fisici agli ebrei in diverse parti d’Europa. E’ un vento nuovo? E’ un pericolo crescente? In parte certamente sì. Ma il meccanismo perverso del virus antisemita è che quel virus si rafforza e si moltiplica quando ogni episodio di quella specie è amplificato dai media, giusto il principio che solo una cattiva notizia è una notizia. E gli episodi di antisemitismo sono cattive notizie. Ma mentre i media accompagnano la notizia con una decisa e virtuosa condanna (condanna tanto più vigorosa in quanto con essa si legittima la pregiudiziale e sospetta ostilità nei confronti d’Israele), l’attenzione che le dedicano alimenta il virus. E’ un circolo vizioso

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