Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Il caso di Marah Abu Zhuri: tra medicina e strumentalizzazioni politiche Commento di Celeste Vichi
Testata:Free4Future Autore: Celeste Vichi Titolo: «Il caso di Marah Abu Zhuri: tra medicina e strumentalizzazioni politiche»
Riprendiamo dal sito FREE4FUTURE, il commento di Celeste Vichi, Presidente Unione Associazioni Italia Israele (UAII), dal titolo: "Il caso di Marah Abu Zhuri: tra medicina e strumentalizzazioni politiche"
Celeste Vichi
Marah Abu Zuhri, morta in Italia nonostante i tentativi di salvarla, non è vittima di una "carestia", ma di una patologia ancora da accertare. Però i media italiani non vogliono credere alle spiegazioni mediche date da Israele, per principio. E così continuano, per fare propaganda, a strumentalizzare la morte di una 20enne palestinese.
Nella notte tra il 13 e il 14 agosto, Marah Abu Zhuri è stata trasferita da Gaza in Italia, grazie al coordinamento tra le autorità israeliane e il COGAT (Coordinamento delle attività governative nei Territori), ed è arrivata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cisanello a Pisa. Sulla base di un certificato rilasciato dal Naser Hospital Gaza Cancer Center, che attestava la presenza di promielociti leucemici (indicativi di una leucemia), la giovane è stata ricoverata nel reparto di Ematologia. Il 16 agosto, purtroppo, Marah è deceduta a seguito di un edema polmonare e di uno scompenso cardiaco non controllabile.
Il trasferimento in Italia è avvenuto soltanto il 13 agosto – nonostante le autorità israeliane avessero autorizzato date precedenti – e le sue condizioni cliniche al momento dell’arrivo non richiedevano né interventi d’urgenza né procedure rianimatorie.
Secondo quanto dichiarato dalla madre la ragazza da cinque mesi non riusciva ad alimentarsi correttamente, assumendo soltanto tè e biscotti, con conseguente grave deperimento e perdita di peso. In ospedale, la condizione di ipoproteinemia è stata affrontata, secondo prassi, con una dieta ipercalorica, senza tuttavia attivare provvedimenti salvavita specifici contro una possibile malnutrizione. Né al pronto soccorso né durante la degenza la malnutrizione è stata considerata la causa determinante del quadro clinico.
La responsabile del reparto di Ematologia ha sottolineato come il decesso non sia stato dovuto a malnutrizione, bensì a una patologia sottostante non ancora accertata, compatibile con il deperimento osservato. I sanitari non hanno avuto il tempo necessario per una diagnosi definitiva.
Attorno a questa vicenda, tuttavia, si è acceso un dibattito politico. L’assessora Nardini ha richiamato l’attenzione sul tema della malnutrizione, ma dalle evidenze disponibili essa non è mai stata ritenuta la probabile causa di morte, né sono stati adottati provvedimenti immediati in tal senso. Le affermazioni politiche, in questo caso, rischiano quindi di travisare il lavoro clinico svolto.
Il vero nodo resta la patologia sottostante, che ha portato la giovane a sopravvivere per mesi solo con tè e biscotti, non per imposizione delle condizioni di guerra, ma per i limiti posti dalla malattia stessa.
Sorge dunque più di un interrogativo: non sarebbe stato opportuno disporre un’autopsia per chiarire la causa reale del decesso e verificare se l’iter assistenziale abbia seguito le corrette priorità mediche? Ad oggi non è stata aperta alcuna indagine.
Se la povera Marah, affidata alle cure di eccellenza di un ospedale italiano, fosse morta di malnutrizione dopo 48 ore dal ricovero, la magistratura non avrebbe forse aperto un fascicolo?
È possible accertare se sia possibile un decesso per malnutrizione durante il ricovero in uno dei migliori ospedali italiani?
All’ingresso di Marah i sanitari non attivavano procedure salvavita per una grave malnutrizione.
Se fosse sospetta l’omissione di tali procedure, la magistratura non avrebbe forse aperto delle indagini?
Se davvero l’assessora Nardini ritiene che la morte sia stata provocata da malnutrizione, dovrebbe essere la prima a chiedere un’autopsia, invece di alimentare tesi prive di fondamento scientifico. La scienza ha il compito di accertare i fatti; la politica, quando tenta di piegarli a fini di parte, rischia di cadere in forme di autoritarismo.
Come ha ricordato la Prof. Galimberti nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa: «Non posso dire che era malnutrita. Questo non lo so. La condizione era di ipoproteinemia, cioè di basse proteine nel sangue, ma è un quadro compatibile anche con altre situazioni».
Per rispetto della giovane e per amore della verità, sarebbe doveroso insistere affinché venga effettuata un’autopsia. Solo così sarà possibile chiarire le cause della morte di Marah Abu Zhuri ed evitare che la vicenda diventi terreno di scontro politico, di disinformazione e di fomentare odio contro lo Stato di Israele.