Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
L'ambasciatore Jonathan Peled preoccupato per i legami fra Hamas ed estremisti italiani Intervista di Giulia Sorrentino
Testata: Il Tempo Data: 24 agosto 2025 Pagina: 2 Autore: Giulia Sorrentino Titolo: ««Noi ebrei oggi non ci sentiamo sicuri. Avete denunciato gravi legami tra Hamas e Italia»»
Riprendiamo da IL TEMPO del 23/08/2025, a pag. 2, con il titolo "Noi ebrei oggi non ci sentiamo sicuri. Avete denunciato gravi legami tra Hamas e Italia", l'intervista di Giulia Sorrentino all'ambasciatore di Israele in Italia Jonathan Peled.
Giulia SorrentinoJonathan Peled, ambasciatore di Israele in Italia
«Preoсcupa quello che la vostra inchiesta ha fatto emergere.
Preoccupa molto la presenza di soggetti collegati ad Hamas in Italia».
A parlare con noi della nostra inchiesta e del crescente clima di antisemitismo è Jonathan Peled, Ambasciatore d'Israele in Italia.
Ambasciatore, come avete recepito l'inchiesta condotta dal Tempo sui legami poco chiari tra una certa parte politica, in particolare il Movimento 5 Stelle e il Pd, con soggetti vicini ad Hamas?
«Preoccupa quello che la vostra inchiesta ha fatto emergere.
Preoccupa molto la presenza di soggetti collegati ad Hamas in Italia.
E c'è chi tra loro è sanzionato dagli Stati Uniti, come lo è Mohammad Hannoun, ma confidiamo nell'attenzione delle autorità italiane, perché sono certo che fanno il possibile».
Hamas ha vinto la guerra dell'informazione, riuscendo a ribaltare la narrazione sul conflitto a Gaza. Questo è avvenuto non solo da parte di una certa politica, ma anche grazie a personaggi come la relatrice speciale Onu Francesca Albanese.
«Certamente, stiamo vincendo il conflitto militare, ma perdendo la battaglia mediatica a causa di disinformazione, mistificazioni, manipolazioni informative, propaganda diffusa da Hamas, pregiudizi antisionisti e antisemiti. Avremmo probabilmente potuto lavorare meglio sulla comunicazione delle nostre informazioni e ragioni, ma eravamo più concentrati sulla difesa. Dovevamo difenderci simultaneamente su numerosi fronti, quindi non abbiamo prestato sufficiente attenzione alla guerra mediatica contro di noi. Ma è un qualcosa su cui dobbiamo alzare il livello d'attenzione, perché siamo davanti a una guerra asimmetrica tra noi e Hamas: da un lato c'è uno stato fondato su valori liberaldemocratici, dall'altro un oscuro, crudele, brutale gruppo terroristico che santifica il sacrificio della vita, delle vite del proprio stesso popolo. Mi chiedo come si faccia ad arrivare a dire enormità come quelle dell'Albanese, che afferma che Hamas è un partito democratico, che ha costruito scuole e ospedali.
Hamas, che la stessa Lega Araba esclude dalla sua iniziativa per Gaza! Mi chiedo chi e cosa l'Albanese rappresenti».
Queste posizioni ambigue quanto contribuiscono al crescente e dilagante clima di antisemitismo estremamente diffuso in Italia ma anche in gran parte dell'Europa?
«Molto. Purtroppo, non solo in Italia, ma in tutto il resto del mondo, l'antisemitismo sta dilagando. E, attenzione, siamo davanti a un grande pericolo non solo per gli ebrei e per Israele, ma per tutto l'Occidente e le sue democrazie. Perché quando si inizia con l'antisemitismo, si arriva al razzismo, alla negazione dei valori di pluralismo occidentali. Purtroppo, oggi la comunità ebraica è automaticamente identificata con Israele: cittadini che non hanno nulla a che fare con il governo israeliano, che sono italiani e non hanno mai votato per Netanyahu vengono discriminati in quanto ebrei. Dobbiamo fortemente combattere l'antisemitismo in tutto il mondo».
C'è chi però non solo fatica a condannare l'antisemitismo, ma non riesce nemmeno a parlare di Hamas come un'organizzazione terroristica...
«Siamo davanti a un atteggiamento triste e soprattutto distorto: non si può boicottare un paese intero, comprese università e aziende, per il fatto che non se ne gradisce il governo, tra l'altro democraticamente eletto. Questo è ciò che una parte della politica italiana non è in grado di distinguere: da un lato c'è il governo d'Israele e dall'altro ci sono gli israeliani. Le critiche esistono, ma non è accettabile il boicottaggio che sta subendo Israele in ogni settore».
Oggi in Italia come vive un ebreo? E quanto è cambiata la vita di certe persone?
«La vita è diventata più difficile perché c'è un forte senso di insicurezza, anche a causa degli attacchi che riceviamo dal sistema informativo. Sono continui gli attacchi e le intimidazioni: cittadini e turisti ebrei e israeliani aggrediti verbalmente e fisicamente, scritte offensive e minacce sui muri, insulti... Questo è antisemitismo vero e proprio che va condannato, cosa che il Governo italiano fa».
Cosa si può fare anche a livello internazionale per contrastare questa narrazione?
«Dobbiamo fare arrivare la nostra visione dei fatti, visione che il vostro quotidiano ha compreso e sostiene, perché alla fine vinceremo noi contro l'oscuro regime terroristico islamico, Hamas.
Raggiungeremo gli accordi su Gaza, porteremo via gli ostaggi, rimuoveremo Hamas da Gaza e faremo progredire gli Accordi di Abramo. Israele costruisce e vuole continuare a costruire ponti di coesistenza nel Medioriente. Questa è una cosa compresa pressoché unanimemente dai leader mondiali, ma non da gran parte dell'opinione pubblica. Ebbene, noi dobbiamo farla capire a tutti».
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