Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Israele deciso: contro Hamas fino alla fine Cronaca di Amedeo Ardenza
Testata: Libero Data: 22 agosto 2025 Pagina: 1/8 Autore: Amedeo Ardenza Titolo: «Netanyahu avvisa tutti: «Ci riprendiamo la Striscia con o senza ostaggi». Scontro totale con l’Ue»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 22/08/2025, a pag. 1/8, con il titolo "Netanyahu avvisa tutti: «Ci riprendiamo la Striscia con o senza ostaggi». Scontro totale con l’Ue", la cronaca di Amedeo Ardenza.
Avanti tutta! Netanyahu è deciso a invadere la Striscia di Gaza, a qualunque condizione. Incassa le critiche dei governi europei, purtroppo anche dell'Italia. Il governo Meloni (Tajani, in particolare) non capisce che questa è una guerra contro terroristi pronti a tutto.
Il governo di Benjamin (Bibi) Netanyahu ingrana la quarta contro Hamas a Gaza e raccoglie un coro di critiche soprattutto in Europa. Ieri Bibi ha affermato che anche se Hamas accettasse un accordo, le Israeli Defense Forces assumerebbero comunque il controllo di Gaza. In un’intervista a Sky News Australia, ha dichiarato: «Lo faremo comunque, non c’è dubbio: Hamas non rimarrà a Gaza». Inoltre, ha affermato che la guerra finirà presto: «Ci stiamo avvicinando alla fine della guerra, una guerra su sette fronti che include l'Iran e i suoi alleati». Mentre procede il richiamo di decine migliaia di riservisti per espugnare Gaza City, la società protesta contro il governo accusandolo ora di avere la mano troppo dura ora di essere troppo tollerante con Hamas. Da Tel Aviv le famiglie degli ostaggi – sono 50 quelli ancora in mano al gruppo terrorista – hanno chiesto all’esecutivo di accettare la tregua di 60 giorni proposta dai mediatori internazionali e accettata da Hamas. Secondo Lishi Miran-Lavi, moglie dell’ostaggio Omri, «almeno 42 ostaggi avrebbero potuto tornare vivi, ma sono stati uccisi nella Striscia a causa della pressione militare». Per Yehuda Cohen, padre del soldato Nimrod, «Netanyahu sta stabilendo condizioni impossibili per l’accordo ovviamente per guadagnare tempo, prolungare la guerra per placare i suoi estremisti messianici nel governo, (i ministri della Sicurezza Nazionale e delle Finanze) Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich». Opposta la visione Yaakov Amidror, ex capo del Consiglio di sicurezza nazionale. Ritardare la prevista invasione di Gaza City, o accettare un cessate il fuoco di 60 giorni, gonfierebbe il bilancio delle vittime delle Idf durante la parte successiva dell'operazione, ha affermato il generale al canale 103FM. Diversa ancora la posizione di Avigdor Liberman, leader del partito laico e russofono Yisrael Beiteinu, secondo cui «Netanyahu ha scelto di sacrificare tutti gli ostaggi per preservare la coalizione». Intervistato da ynet, l’ex ministro della Difesa ha affermato che Bibi «non vuole sconfiggere Hamas: chiunque voglia vincere non finanzia il terrorismo con il pretesto di aiuto umanitario».
ANCHE L’ITALIA
Intanto fioccano le critiche contro il governo dopo che Smotrich ha annunciato l’espansione del progetto di insediamenti israeliani nell’area E1, subito a est di Gerusalemme. Se portato a termine, lo sviluppo di 3.000 unità abitative taglierebbe in due il nord (Samaria) e il sud (Giudea) della Cisgiordania, togliendo continuità territoriale a un ipotetico Stato palestinese. Il progetto nell’area E è sempre stato avversato e bloccato dall’amministrazione Biden ma non dalla Casa Bianca di Donald Trump.
Per Smotrich quel piano è la risposta di Israele alla dichiarata intenzione di tanti Paesi (Francia, Canada, Australia in testa) di riconoscere la Palestina. Una mossa che per Gerusalemme oggi equivale a premiare Hamas per i massacri del 7 ottobre del 2023.
Su dui temi si è pronunciato ieri il governo italiano. «L’Italia segue con profonda preoccupazione gli sviluppi recenti relativi alle decisioni assunte dal Governo israeliano in merito alla situazione nella Striscia di Gaza». La nuova operazione Carri di Gedeone 2, «in risposta al disumano attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023, costituisce un’ulteriore escalation militare», afferma Palazzo Chigi che poi «condanna la decisione di autorizzare nuovi insediamenti in Cisgiordania». L’isolamento di Gerusalemme cresce in tutta Europa: il Foreign Office ha convocato l’ambasciatrice israeliana a Londra, Tzipi Hotovely, per discutere i piani dell’insediamento E1, definiti una «flagrante» violazione del diritto internazionale.
Nelle stesse ore, il ministero degli Esteri francese ha dichiarato che l’approvazione del progetto edilizio nell’area est di Gerusalemme «è inaccettabile e costituisce una violazione del diritto internazionale».
Su un altro fronte, diciassette Paesi dell’Ue, Italia inclusa, e poi, fra gli altri, la Gran Bretagna, l’Australia, la Nuova Zelanda, la Svizzera e l’Ucraina hanno firmato una dichiarazione invitando Israele a consentire «accesso immediato ai media stranieri indipendenti» nella Striscia di Gaza: «I giornalisti e gli operatori dei media svolgono un ruolo essenziale nel mettere sotto i riflettori la devastante realtà della guerra», affermano i membri della Media Freedom Coalition in una dichiarazione congiunta.
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