Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
David Elber: «L’immunità diplomatica è prevista dalla Corte Penale Internazionale» Intervista di Luca Sabolone
Testata: Il Riformista Data: 21 agosto 2025 Pagina: 2 Autore: Luca Sablone Titolo: ««L’immunità diplomatica è prevista dal Tribunale Cpi. Putin a Ginevra? Si può»»
Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 21/08/2025, il commento di Luca Sablone dal titolo: "«L’immunità diplomatica è prevista dal Tribunale Cpi. Putin a Ginevra? Si può»".
David Elber
Putin è un criminale di guerra ed è ricercato dalla Corte Penale Internazionale. Può andare in un paese (come l'Italia), che lo dovrebbe arrestare, per condurre il vertice a due con Zelensky? Legalmente è possibile: è prevista l'immunità diplomatica.
Ginevra, Budapest, Helsinki, Roma o Vaticano? Organizzare il bilaterale tra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin non sarà facile, tra cavilli giuridici e macchina diplomatica. Anche perché sul presidente russo – che più volte ha dato prova di voler sabotare le trattative – pende un mandato di arresto emesso dalla Cpi.
Per David Elber, studioso ed esperto di diritto internazionale, allo zar potrebbe essere riconosciuta l’immunità diplomatica «prevista dallo Statuto di Roma».
Per il bilaterale Zelensky-Putin si valutano anche sedi europee, ma la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto nei confronti del presidente russo...
«Sì, la valutazione di sedi europee per ospitare un vertice tra Zelensky e Putin è un grande grattacapo per le cancellerie europee che hanno aderito allo Statuto di Roma. Da un lato c’è la volontà di porre fi ne al confl itto in Ucraina con mezzi diplomatici; dall’altro c’è il mandato di arresto della Cpi nei confronti di Putin, a cui gli Stati membri dovrebbero ottemperare per non gettare ulteriore discredito su un tribunale già pesantemente discreditato. Infatti, tra le sedi proposte per il vertice, è stato fatto anche il nome del Vaticano che non ha aderito allo Statuto di Roma. Ma per arrivare in Vaticano, Putin dovrebbe arrivare in Italia. E l’Italia ha già avuto le sue grane con il caso Almasri l’inverno scorso. Non credo che il governo Meloni voglia riaprire un altro caso».
Insomma, sarebbe legittimo prevedere un’immunità per Vladimir?
«Sì, Putin è un capo di Stato riconosciuto, quindi può avvalersi dell’immunità diplomatica. Se la Svizzera decidesse di ospitare a Ginevra il vertice, predisporrà tutte le procedure diplomatiche che assicureranno l’immunità di Putin in base alla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche. La cosa è prevista dallo Statuto stesso del Tribunale penale internazionale: articolo 98. Se invece la Svizzera volesse ottemperare al mandato d’arresto, lo deve dichiarare prima dell’arrivo di Putin. A questo punto, il vertice non si svolgerebbe».
Gli svizzeri, con una tradizione neutrale e diplomatica, sono pronti ad accogliere Putin a Ginevra. Ma così non si scatenerebbe un braccio di ferro con la Cpi?
«Dal punto di vista legale non ci sarebbe nessun braccio di ferro perché, come detto precedentemente, la Svizzera può ospitare Putin avvalendosi dell’immunità diplomatica prevista dallo stesso Statuto di Roma. Però sicuramente si scatenerà una battaglia politico-mediatica che nulla ha a che vedere con il diritto internazionale. Le faccio anche questa ulteriore riflessione».
Mi dica.
«Putin per arrivare in Svizzera deve attraversare lo spazio aereo di diversi Paesi membri della Cpi: anche loro devono garantire la sua immunità, altrimenti dovrebbero far atterrare l’aereo di Putin e arrestarlo. Le sembra plausibile? Non credo possa succedere, perché Putin prima di sorvolare questi Paesi vorrà precise garanzie».
E se lo scontro dovesse andare per le lunghe, alla fine il bilaterale rischierebbe di saltare?
«Sì, il rischio è molto concreto. Se il vertice non si dovesse svolgere in Europa, questo sarebbe un danno politico enorme per l’Europa stessa. È un momento cruciale per la politica estera europea».
Però, di fronte all’immunità per chi ha scatenato l’invasione in Ucraina, si aprirebbe un profondo problema etico e morale…
«Sì, questo è senz’altro vero, però sono gli europei stessi che da mesi e mesi stanno dichiarando che l’unica soluzione è una “pace giusta”, anche se nessuno ha il coraggio di specificare in cosa consista. Per ottenere una “pace giusta” ci sono due strade: la sconfitta militare della Russia o la via diplomatica. Quest’ultima passa attraverso un accordo con Putin, colui che ha scatenato questa ingiustificata invasione. Questo a prescindere dall’etica e dalla morale che non albergano nella politica».
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