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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Foglio Rassegna Stampa
21.08.2025 I fronti di Netanyahu
Analisi di Mauro Zanon

Testata: Il Foglio
Data: 21 agosto 2025
Pagina: 4
Autore: Mauro Zanon
Titolo: «Insediamenti, riservisti e crisi diplomatiche. I fronti di Netanyahu»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 21/08/2025, a pagina 4, con il titolo "Insediamenti, riservisti e crisi diplomatiche. I fronti di Netanyahu", l'analisi di Mauro Zanon.

Mauro Zanon
Mauro Zanon

Ai vari fronti di guerra su cui Netanyahu deve combattere per la difesa di Israele, se ne aggiunge un altro, diplomatico, contro la Francia. Non solo Macron è capofila della cordata di paesi europei che vogliono riconoscere la Palestina, ma in Francia l'antisemitismo sta superando la soglia di pericolo, soprattutto in questi anni di guerra. 

La relazione tra Francia e Israele è entrata negli ultimi giorni in una nuova zona di turbolenze. In una lettera inviata al presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha manifestato la sua preoccupazione per “l’inquietante aumento dell’antisemitismo in Francia”, paese che ospita la più grande comunità ebraica dell’Europa occidentale. “Negli ultimi anni, l’antisemitismo ha devastato le città francesi”, afferma Netanyahu nella missiva, accusando l’inquilino dell’Eliseo di aver alimentato “questo fuoco antisemita” con il suo annuncio a luglio di voler riconoscere la Palestina come stato autonomo in occasione dell’Assemblea generale dell’Onu di settembre. “Il vostro appello ... premia il terrore di Hamas, rafforza il suo rifiuto di liberare gli ostaggi, incoraggia coloro che minacciano gli ebrei francesi e alimenta l’odio per gli ebrei che ora aleggia nelle vostre strade”, ha aggiunto elencando una serie di episodi di antisemitismo verificatisi in Francia negli ultimi tempi a supporto delle sue accuse. Netanyahu ha invitato il presidente francese a tornare sui suoi passi in merito alla decisione di riconoscere la Palestina, “e a farlo entro una data precisa: il Capodanno ebraico, il 23 settembre 2025”. La lettera, inviata in un contesto di tensioni diplomatiche che dura da quasi due anni – l’inasprimento della crisi è iniziato con la decisione di Macron di sospendere la fornitura di armi a Israele e vietare alle aziende israeliane la partecipazione al salone militare francese Eurosatory – ha suscitato l’indignazione dell’Eliseo, che ha definito l’accusa di Netanyahu “erronea e abietta” e avvertito che “non resterà senza risposta”. La presidenza della Repubblica ha precisato che Macron risponderà con una lettera formale che verrà inviata direttamente a Netanyahu. “Il periodo richiede serietà e responsabilità, non generalizzazioni e manipolazioni”, ha aggiunto l’Eliseo, sottolineando che “la Repubblica protegge e proteggerà sempre i suoi concittadini di fede ebraica”. Il ministro degli Affari europei, Benjamin Haddad, ha detto che la Francia “non ha lezioni da ricevere nella lotta contro l’antisemitismo”. Dopo aver manifestato la sua solidarietà a Israele in seguito ai massacri del 7 ottobre, Macron ha più volte preso le distanze dalla strategia del governo israeliano. E lo ha fatto anche ieri pomeriggio, dopo che il ministro della Difesa israeliano Katz ha annunciato il reclutamento di circa 60.000 riservisti per la nuova offensiva contro Gaza City e il piano per costruire nuove unità abitative in Cisgiordania, tra Gerusalemme e l’insediamento di Ma’ale Adumim, è stato approvato. Il capo dell’Eliseo ha scritto su X: “L’offensiva militare che Israele prepara a Gaza non può che portare a un vero disastro per i due popoli e trascinerà la regione in una guerra permanente”. Si tratta di un nuovo punto critico nei rapporti tra Francia e Israele e secondo le informazioni di Israel Hayom, il ministero degli Esteri israeliano starebbe valutando l’ipotesi di chiudere il consolato generale francese a Gerusalemme come ulteriore misura di rappresaglia. Anche l’Australia, che si è detta pronta a riconoscere lo stato di Palestina accanto a Francia, Regno Unito e Canada, è sotto il fuoco delle critiche del governo israeliano. Lunedì Canberra si è rifiutata di concedere il visto al deputato israeliano di estrema destra Simcha Rothman. In risposta, Israele ha revocato i visti ai diplomatici australiani presso l’Autorità nazionale palestinese. “La storia ricorderà Albanese (il primo ministro australiano, ndr) per quello che è: un politico debole che ha tradito Israele e abbandonato gli ebrei australiani”, ha scritto su X Netanyahu. In risposta, il ministro dell’Interno australiano Tony Burke ha dichiarato che l’attacco del premier israeliano dimostra che è “un leader frustrato che sta reagendo con rabbia”.

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