Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
La Fiera del Levante apre le porte alla nuova caccia agli israeliani Commento di Paolo Crucianelli
Testata: Il Riformista Data: 20 agosto 2025 Pagina: 6 Autore: Paolo Crucianelli Titolo: «La Fiera del Levante apre le porte alla nuova caccia agli israeliani»
Riprendiamo dal RIFORMISTA, del 10/08/2025, a pagina 3, il commento di Paolo Crucianelli dal titolo "Hezbollah prepara il nord? Movimenti e hub logistici nel Libano settentrionale".
Escludere Israele dalla Fiera del Levante è un grave atto di discriminazione, da parte del PD e del sindaco di Bari Vito Leccese. Un precedente pericoloso e un premio al terrorismo.
E scludere Israele dalla prossima edizione della Fiera del Levante è un atto grave, discriminatorio e pericolosamente ideologico. A compierlo è stata una catena di attori politici e istituzionali, ma la responsabilità principale ricade in capo al sindaco di Bari, Vito Leccese, esponente del Partito democratico, sostenuto da una coalizione di centrosinistra comprendente anche Europa Verde.
È stato infatti il Consiglio comunale, su sua iniziativa, a deliberare un appello in cui si afferma che “non è gradita la partecipazione in qualsiasi forma dello Stato di Israele o di suoi rappresentanti” fi nché non cesserà l’intervento militare a Gaza. È un testo dai toni esplicitamente ideologici, in cui si accusa Israele di “violazione sistematica dei diritti umani della popolazione civile palestinese”. L’amministrazione comunale ha trasmesso la delibera all’ente organizzatore della Fiera, che si è prontamente allineato alla posizione del Comune, escludendo ogni forma di partecipazione israeliana. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha sostenuto l’iniziativa senza farsene direttamente promotore, ma contribuendo a consolidarne la cornice politica.
La presidenza della Fiera ha dunque ratificato quanto deciso a monte in ambito politico e amministrativo. Ma il motore dell’intera operazione è senza dubbio il sindaco Leccese, la cui visione ideologica è emersa chiaramente anche in un’altra decisione recente: l’assegnazione della cittadinanza onoraria barese a Francesca Albanese, la relatrice speciale dell’Onu.
È un atto politico ben preciso, che colpisce ogni soggetto civile e commerciale israeliano, anche se completamente estraneo a dinamiche belliche. A essere banditi dalla Fiera sono imprenditori, artigiani, produttori, rappresentanze economiche, aziende tecnologiche e culturali. Tutti accomunati da una sola colpa: essere israeliani. Non risultano invece esclusi Paesi ben noti per la repressione interna, la discriminazione delle minoranze o persino il sostegno diretto al terrorismo internazionale. Questa asimmetria rende la scelta ancora più inaccettabile: non è una condanna della guerra, ma una stigmatizzazione selettiva, e proprio per questo si colloca sul crinale dell’antisemitismo.
In base al diritto italiano e comunitario, la partecipazione a fiere commerciali deve rispondere a criteri di imparzialità, inclusività e rispetto della non discriminazione per nazionalità, religione oppure opinioni politiche. L’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea vieta espressamente ogni discriminazione fondata, tra l’altro, sulla nazionalità. Lo stesso principio è affermato in molte sentenze della Corte di giustizia dell’Ue riguardo la libertà di accesso al mercato e alla partecipazione a eventi pubblici. Una fiera riconosciuta e finanziata da enti pubblici, come nel caso della Fiera del Levante, non può operare selezioni sulla base dell’identità nazionale dei partecipanti, salvo motivazioni legali oggettive e proporzionate, che qui mancano del tutto.
Non è in gioco una valutazione su rischi per la sicurezza o violazioni normative: qui si esclude un intero popolo, in quanto tale, sulla base di una posizione ideologica. Tutto questo accade in un momento storico in cui l’antisemitismo è in crescita vertiginosa in tutta Europa. Alimentare l’idea che Israele possa essere bandita da contesti internazionali, pur mantenendo la porta aperta a Paesi che promuovono odio, intolleranza e terrorismo, è un messaggio devastante.
Non solo delegittima l’unico Stato ebraico del mondo, ma legittima, in modo subdolo, la narrazione secondo cui l’ebraicità può essere una colpa politica. È un precedente pericoloso. E Bari, con questa decisione, ha smesso di essere città del dialogo e della pace per diventare, purtroppo, una vetrina della faziosità (mal) travestita da coscienza civile.
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