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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Newsletter di Giulio Meotti Rassegna Stampa
20.08.2025 In ogni città d’Italia una Moschea (il PD di Schlein vuole i loro voti)
Newsletter di Giulio Meotti

Testata: Newsletter di Giulio Meotti
Data: 20 agosto 2025
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Una moschea in ogni città d'Italia (e il PD di Schlein vuole i loro voti)»

Riprendiamo l'articolo di Giulio Meotti, dalla sua newsletter, dal titolo: "Una moschea in ogni città d'Italia (e il PD di Schlein vuole i loro voti)". 


Giulio Meotti

Torino 2025

Scrive questa settimana il saggista americano Christopher Caldwell che una nuova sinistra ha preso il posto di quella classica dell’establishment e fa tre nomi: Jean-Luc Mélenchon in Francia, Jeremy Corbyn in Inghilterra e Zohran Mamdani a New York. Una sinistra che si fonda sull’alleanza con l’Islam e contro Israele.

Al trio si deve aggiungere Elly Schlein.

Se in Francia la collaborazione è arrivata al punto di cancellare la proiezione di innocui film come Barbie e in Spagna a prendere le difese dell’Islam contro quei comuni che vogliono impedire l’islamizzazione, in Italia siamo ancora in una fase occulta (anche se il fatto che le scuole italiane siano già arrivate a stabilire esenzioni per gli studenti musulmani alla Divina commedia di Dante significa che la situazione anche qui è ampiamente compromessa).

Il sindaco di Bari, Vito Leccese del Partito Democratico, è il prototipo del nuovo corso: prima consegna le chiavi della città a Francesca “Hamas ha costruito scuole e ospedali” Albanese, poi Leccese caccia Israele dalla Fiera del Levante.

Il Partito Democratico ha chiesto di cacciare Israele anche dalle competizioni sportive e dall’accordo di associazione con l’Europa.

Vogliono anche fare la pelle a Giovan Battista Brunori, l’inviato del Tg1 a Gerusalemme, reo per il PD di aver mostrato la menzogna della fame a Gaza.

Dimenticate i curdi, i tibetani e gli africani: il PD è diventato il partito di Gaza (e anche un po’ di Hamas).

Prendiamo uno tra i tanti: Marco Furfaro, deputato e membro della segreteria nazionale del PD, uomo forte di Elly Schlein. Furfaro ha partecipato alla “Conferenza dei palestinesi d’Europa” organizzata a Milano (Schlein alla fine non è andata). C’era Mohammad Hannoun, accusato di raccogliere fondi per Hamas.

Parlamentari del PD come Lapo Pistelli e Vincenzo Vita hanno partecipato a una giornata per la scarcerazione di Marwan Barghouti nella sede dell’Unione Europea a Roma (Barghouti sconta cinque ergastoli in Israele per aver ucciso ebrei israeliani e monaci ortodossi). Anche l’Anpi (poteva mancare?) si è associata alla campagna assieme all’Arci e a Sinistra Ecologia Libertà.

Uno “sportello per denunciare l’islamofobia” - prima città in Italia - è stato creato intanto dal PD al Comune di Torino.

Marwa Mahmoud, musulmana col velo, guiderà la Scuola di istruzione politica del PD.

Si potrebbe andare avanti a lungo raccontando in dettaglio un partito che ha scommesso sull’accordo con l’Islam.

Lasciamo stare che il “partito dei diritti” di Elly Schlein si raduni assieme a scagnozzi palestinesi perché, a quanto pare nella loro percezione annebbiata, credono davvero che possa esistere un futuro visionario-utopico di pluralismo ed esibizionismo in cui l'individuo che vota PD prega verso la Mecca insieme all'islamista fanatico. Confezionano una visione del mondo patchwork in cui non solo il latte e il miele del welfare scorrono per tutti, ma regnano pace e armonia tra culture inconciliabili.

Al Nazareno devono aver fiutato una valanga di voti grazie alla demografia galoppante.

Lontano dagli schiamazzi vuoti dei giornali sta prendendo forma una nuova Italia fatta di minareti anziché di campanili.

Bergamo si lavora alla nuova moschea, con i soldi del Qatar.

Torino, con tanto di minareto, una nuova moschea è in costruzione con i soldi del Qatar.

Paderno Dugnano, una nuova moschea al posto del tempio dei Testimoni di Geova.

Milano, una moschea bianca con quattro cupole azzurre è ora in costruzione in via Esterle, potrà ospitare 3.500 musulmani ogni venerdì.

Viareggio raccolta fondi per la moschea.

Mestre, i bengalesi vogliono una moschea nel cuore della città.

Bologna vogliono un’altra moschea.

Jesi, nuova moschea.

Genova, nuova moschea.

Napoli, nuova moschea sulle rovine di una chiesa.

Eboli, una moschea (Maometto non Cristo si è fermato lì).

Venezia, “siamo 40.000 musulmani su 250.000 residenti”, ha dichiarato Kamrul Syed: vogliono una moschea centrale per affermare la loro presenza.

Monfalcone, una nuova moschea o preghiere di massa per strada.

Firenze, la moschea raddoppia e si espande.

Sestri Levante, una nuova moschea.

Viterbo, nuova moschea o centro culturale islamico.

Pisa partono i lavori della nuova moschea.

Empoli, inaugurata la nuova moschea.

Nonantola, una nuova moschea.

E questo per restare soltanto agli ultimi cinque mesi.

Grandi, medie e piccole città: i musulmani stanno pianificando una moschea in ogni città italiana, guarda caso praticamente tutte governate dalla sinistra. Hanno fiumi di denaro da spendere (spesso dal Qatar) e un progetto di conquista che nella storia ha sempre finito (tranne che in Israele) per schiacciare le altre culture.

Era il 1990 quando l’arcivescovo di Ravenna, Ersilio Tonini, che non è mai stato di destra, denunciò la “libanizzazione” in arrivo e rimproverò l'Italia di non aver imparato nulla da quanto stava avvenendo in Francia e Germania. “L'islamizzazione dell'Europa è già iniziata da circa un decennio - disse Tonini - e ora c'è il rischio, anche per l'Italia, di una libanizzazione”.

 

Sono passati 35 anni, nessuno sulla stampa italiana scrive più simili articoli (impensabile un cardinale che parli così) e ora abbiamo soltanto coristi democratici dal fiume al mare.

La democrazia (“un uomo un voto” e i partiti che si richiamano a essa come le “democrazie popolari” di staliniana memoria) e la demografia (una popolazione musulmana in crescita) si sono saldate per metterci in pericolo.

La newsletter di Giulio Meotti è uno spazio vivo curato ogni giorno da un giornalista che, in solitaria, prova a raccontarci cosa sia diventato e dove stia andando il nostro Occidente. Uno spazio unico dove tenere in allenamento lo spirito critico e garantire diritto di cittadinanza a informazioni “vietate” ai lettori italiani (per codardia e paura editoriale).

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