Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Israele contro accordi parziali Analisi di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 20 agosto 2025 Pagina: I Autore: Giulio Meotti Titolo: «Israele contro accordi parziali che fanno solo il gioco di Hamas»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 20/08/2025, a pagina I, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "Israele contro accordi parziali che fanno solo il gioco di Hamas".
Giulio Meotti
Basta ricatti. Hamas propone un altro accordo a metà, chiedendo il ritiro di Israele in cambio di una parte di ostaggi da scambiare con prigionieri palestinesi (più di dieci volte superiori di numero). Questo tipo di accordo mina la coesione nazionale israeliana, farebbe bene Netanyahu a respingerlo.
“Abbiamo gli ostaggi israeliani dove li vogliamo”. Questa era la strategia delineata nel giugno 2024 da Yahya Sinwar, il leader di Hamas che sarebbe poi stato ucciso da Israele quattro mesi dopo. Hamas ora annuncia di aver accettato l’ultima proposta di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi coordinata da Egitto e Qatar, ha dichiarato un alto funzionario di Hamas, Basem Naim.
Ma la nuova posizione di Gerusalemme su un possibile cessate il fuoco rimane la stessa: “Tutti gli ostaggi, tutti gli obiettivi di guerra”. Finora, la formula era qualche ostaggio qui, qualche ostaggio là, in cambio di tregue temporanee, liberazioni di terroristi e concessioni umanitarie.
L’accordo proposto da Hamas includerebbe il ritiro israeliano di un chilometro nella parte settentrionale e orientale di Gaza, escluse Shuja’iya e Beit Lahiya. Hamas rilascerebbe metà degli ostaggi vivi e diciotto deceduti in cambio di sessanta giorni di cessate il fuoco, con la liberazione iniziale di dieci ostaggi vivi, seguita da negoziati per porre fine alla guerra, rispecchiando l’accordo originale già fallito. Tre settimane e mezzo fa, Hamas ha chiesto il rilascio di duecento terroristi che scontano l’ergastolo nelle carceri israeliane. Altri aiuti umanitari, tra cui carburante, acqua, elettricità, riabilitazione di ospedali e panifici e attrezzature per la rimozione dei detriti, verrebbero inviati a Gaza. Il piano include anche revisioni al dispiegamento delle forze nella Striscia di Gaza. Si parla anche del possibile esilio di diversi leader di Hamas all’estero, tra cui Izz al Din al Haddad, nuovo capo dell’ala militare di Hamas a Gaza, L’annuncio è arrivato mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump avvertiva Hamas su Truth che avrebbe affrontato la “distruzione” se avesse rifiutato l’accordo, sostenendo al contempo la strategia su Gaza del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che va avanti coi piani di conquista di Gaza City.
Il pensiero nell’establishment di sicurezza israeliano è che gli accordi parziali abbiano solo prolungato l’incubo. Ogni volta che Israele ha accettato un rilascio graduale, Hamas ha chiesto di più. Più tempo, più potere, più terroristi liberati e più pressione per fermare le operazioni militari. Far aspettare Israele, tenere il mondo a guardare, tenere le famiglie divise e lasciare che l’organizzazione terroristica prenda le decisioni. Dopo l’attacco del 7 ottobre 2023, si credeva che Hamas avesse 30 mila combattenti, organizzati in cinque brigate. A metà gennaio 2024, Israele stimava di averne eliminati novemila . Da gennaio a marzo 2025, a Gaza c’è stato il cessate il fuoco. Le forze di Hamas si sono riorganizzate, tanto che il ministro israeliano per gli Affari strategici Ron Dermer ha pubblicato un filmato in cui parla con l’ex ambasciatore statunitense David Friedman. “Nessuna forza sarà in grado di prendere il controllo di Gaza se ci saranno ancora 20 mila terroristi di Hamas”. Hamas ha perso brigate e battaglioni, ma continua a rimpinguare i ranghi.
Gli accordi graduali corrodono la coesione nazionale israeliana, prolungano il trauma e scatenano proteste e recriminazioni interne in una società logorata da due anni di guerra, lutto e disordini politici. Per Hamas, gli ostaggi sono strumenti di guerra cognitiva, progettati per erodere il morale d’Israele e frantumarne la coesione.
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