Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Testata: Libero Data: 15 agosto 2025 Pagina: 6 Autore: Matteo Legnani Titolo: «Donald ottimista al 75%: pensa di invitare Zelensky. Si tratta su nuovi confini, terre rare e armi atomiche»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 15/08/2025, a pag. 6, con il titolo "Donald ottimista al 75%: pensa di invitare Zelensky. Si tratta su nuovi confini, terre rare e armi atomiche" la cronaca di Matteo Legnani.
Trump invita Putin in Alaska per un primo vertice Usa-Russia, il primo dal 2019. Si dice ottimista sui risultati ed è quasi sicuro che coinvolgerà anche Zelensky. Ma siamo proprio sicuri? Putin, finora, ha mostrato solo l'intenzione di continuare a invadere e massacrare gli ucraini e non ha cambiato una sola parola nelle sue condizioni per la "pace" (del cimitero).
Da questa sera alle 21:30 (ora italiana, le 11:30 del mattino in Alaska) il mondo terrà il fiato sospeso in attesa che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e l’omologo russo Vladimir Putin concludano il loro faccia a faccia presso la base americana Elmendorf-Richardson ad Anchorage e incontrino la stampa, per riferire se e come intendano mettere fine al conflitto ucraino, a tre anni e mezzo dall’invasione russa del Paese.
O, almeno, questo è quanto prevede il programma. Perché Trump ha fatto sapere ieri in un’intervista radiofonica che, nel caso non ci sia un accordo con Putin, non chiamerà nessuno, nemmeno il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
L’approccio della Casa Bianca resta comunque quello pragmatico che l’amministrazione Usa ha impostato con il Cremlino fin dallo scorso mese di gennaio: poca o nessuna enfasi sulle sanzioni e tanta diplomazia.
La portavoce della Casa Bianca, Caroline Leavitt, lo ha ribadito ancora ieri a Fox News: «Il presidente ha molti strumenti a disposizione, se necessario, ma ha sempre affermato che la diplomazia e la negoziazione sono il mezzo principale per porre fine a questa guerra». Un linguaggio “da ufficio stampa” per spiegare quel che il tycoon ha detto in pochissime parole: «Sarà una questione di territori da tenere e territori da cedere».
Parole che sono un monito ai due attori in gioco, uno presente e uno assente ad Anchorage: non pensate di arroccarvi su posizioni inconciliabili perché ognuno dovrà concedere qualcosa, se vogliamo porre fine a questa guerra, è il ragionamento del presidente americano, che ieri si è dato il «75% di possibilità che il summit abbia successo» e ha spiegato di non essere «interessato a un cessate il fuoco immediato, ma a una pace immediata». Il quotidiano britannico The Telegraph ha tuttavia affacciato l’ipotesi che Trump potrebbe mettere sul tavolo della trattativa anche la possibilità, per Mosca, di avere accesso alle terre rare ucraine.
Perché il summit fra le due potenze più atomiche del pianeta va al di là della pur grave questione ucraina: sul tavolo c’è il nuovo equilibrio fra superpotenze. Putin è stato chiaro: «La pace passa anche per una intesa fra noi e Washington sulle armi nucleari», ha detto alla viglia della partenza.
Entrambe le delegazioni saranno composte da cinque persone (oltre a Trump e Putin).
Quella americana non è stata ufficializzata (ma il nome che si fa per certo è quello del Segretario di Stato Marco Rubio e dell’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff, in forse la presenza del governatore dell’Alaska Mike Dunleavy), mentre per parte russa ci saranno il consigliere di Putin, Yuri Ushakov, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, quello della Difesa Andrei Belousov, quello delle Finanze Anton Siluanov e il capo del Fondo russo per gli Investimenti diretti, Kirill Dmitriev. Sia la Casa Bianca, sia il Cremlino hanno tuttavia chiarito che Trump e Putin si vedranno alla sola presenza degli interpreti e che le delegazioni entreranno in gioco solo in occasione della conferenza stampa congiunta.
Se tutto andrà come il tycoon (e il resto del mondo) si augura, sarà lo stesso Trump a chiamare Zelensky per comunicargli i punti dell’accordo con Putin per poi procedere alla convocazione immediata di un vertice a tre che veda attorno al tavolo anche l’Ucraina.
L’inquilino della Casa Bianca ha precisato che «nessun accordo sarà siglato in assenza dell’Ucraina». A Fox New Radio, Trump si è detto ottimista del fatto che Putin questa volta «voglia portare a termine la questione». Alla domanda se le sue minacce di sanzioni possano aver influenzato la decisione di Putin di accettare un incontro, ha risposto: «Tutto ha un impatto», aggiungendo che i dazi secondari contro l’India «hanno sostanzialmente impedito loro di acquistare petrolio dalla Russia». Lo riporta il Guardian, aggiungendo che se ci fossero progressi dopo il vertice con Putin verrà immediatamente convocato un successivo incontro a tre. «Abbiamo un’idea di tre diverse località», ha detto Trump, «inclusa la possibilità, perché sarebbe di gran lunga la più semplice, di soggiornare in Alaska».
Il presidente ucraino, nelle scorse ore, è rimasto in standby a Londra, dove nella giornata di ieri ha incontrato il primo ministro britannico Keir Starmer con il quale ha discusso «le garanzie di sicurezza che potrebbero rendere la pace davvero sostenibile, se gli Stati Uniti riusciranno comunque a spingere la Russia a cessare gli omicidi e a una vera diplomazia sostanziale, e la continuazione dei programmi di supporto al nostro esercito e alla nostra produzione di difesa», ha riferito su Telegram lo stesso Zelensky.
Il dispositivo di sicurezza per il summit prevede che lo spazio aereo entro un raggio di 50 chilometri da Anchorage, fino a un’altitudine di 5.500 metri, sarà soggetto a restrizioni.
La sede dell’incontro, la base Elmendorf-Richardson, a nord della città, è stata scelta non essendo disponibili alternative per un meeting organizzato in pochi giorni che garantissero analoghe condizioni di sicurezza. Durante la Guerra Fredda, la base è stata usata per intercettare aerei russi e cinesi: ora si appresta ad accoglierne uno russo, quello su cui viaggerà Putin.
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