Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Testata: Informazione Corretta Data: 15 agosto 2025 Pagina: 1 Autore: David Elber Titolo: «Antisemitismo patologico»
Antisemitismo patologico Commento di David Elber
Antisemitismo senza limiti (e nemmeno il senso del ridicolo): il Toronto Film Festival boccia il documentario israeliano sul 7 ottobre perché non rispetta il "copyright" dei terroristi di Hamas. In questo gioco volto alla demonizzazione del popolo ebraico, i maggiori artefici sono i grandi network televisivi e i giornali, sempre pronti a diffondere le menzogne create da Hamas.
L’antisemitismo patologico è come un fiume carsico: scorre impetuoso sotto la superficie ma alla prima occasione riemerge in superficie con tutta la sua impetuosità.
Se applichiamo questo principio alla guerra che sta combattendo lo Stato ebraico da quasi due anni, vediamo delle analogie evidenti: l’antisemitismo, che in Occidente non è mai scomparso, alla prima occasione utile ricompare, e assume le sembianze delle accuse più fantasiose e infamanti, tutte finalizzate a criminalizzare un intero popolo. In questo gioco volto alla demonizzazione del popolo ebraico, i maggiori artefici sono i grandi network televisivi e i giornali, sempre pronti a diffondere le menzogne create da Hamas e dai suoi fiancheggiatori pseudo-umanitari. A questo filone già grave di per sé, si è aggiunto un nuovo filone: quello di diffondere report farlocchi di organizzazioni apparentemente “rispettabili” come Onu, Ong pseudo umanitarie e organizzazioni affiliate all’Onu per i diritti umani, il cui unico scopo è quello di manipolare la realtà per mostrificare Israele agli occhi dell’opinione pubblica. E il risultato di questa realtà orwelliana è sotto gli occhi di tutti: ebrei insultati, picchiati, respinti dai luoghi pubblici come da vecchia tradizione europea. Tale processo di manipolazione della realtà è così sistemico e capillare che richiederebbe uno studio tanto ampio da occupare un voluminoso tomo. Perciò qui ci occuperemo di un solo aspetto: quello dell’accusa, rivolta a Israele, di provocare volontariamente la carestia a Gaza per “sterminare” i palestinesi ad iniziare dai bambini. Fino a poco tempo fa questa falsa accusa di basava unicamente su cifre fornite dall’inesistente “Ministero della salute di Gaza”, che nella realtà non esiste ma esiste l’ufficio propaganda dei terroristi palestinesi di Hamas. Questi report venivano ripresi pedissequamente dalle Ong colluse con i terroristi, e prese per buone da tutti i media senza la minima ricerca di veridicità delle fonti e con criteri mai utilizzati prima per alcuno Stato al mondo. A queste bugie si sono aggiunti, nel corso dei mesi, anche i report dell’Onu tramite agenzie e rappresentanti speciali che diffondono “analisi” sempre più allarmanti nei quali si dichiara che “si è ormai prossimi alla carestia” o che “nel volgere di pochi giorni si assisterà alla morte di migliaia di bambini per fame”. In pratica si era sempre in procinto di assistere alla carestia ma questa non si avverava mai. Questo perché Israele ha sempre permesso il transito di aiuti umanitari ben superiori alle necessità base per la popolazione di Gaza. Infatti, Israele ha sempre fornito tutte le prove documentali di aver fatto transitare aiuti umanitari ben superiori al minimo requisito di kcalorie giornaliere stabilito dall’Onu per evitare la malnutrizione della popolazione civile (pari a oltre 3.000Kcal/giorno a persona quando il fabbisogno minimo riconosciuto è di 2.100 cal/giorno). Nonostante il grande afflusso di aiuti umanitari, si sono verificati casi di malnutrizione e grandi difficoltà di approvvigionamento da parte di una parte della popolazione civile. Però le reali cause di questi episodi sono sempre state celate dai media: saccheggio sistematico degli aiuti da parte dei tagliagole di Hamas, che nella migliore delle ipotesi rivendevano a cifre astronomiche gli aiuti internazionali per la popolazione civile. Questa è una delle maggiori cause del protrarsi della guerra: Hamas si sfama e paga gli stipendi dei terroristi con i proventi degli aiuti umanitari saccheggiati. Tutto questo dai media scompare e al suo posto viene veicolata l’infame – e falsa – accusa a Israele di voler deliberatamente affamare l’intera popolazione di Gaza. Da alcuni mesi a questa parte, questa ignobile e delirante accusa ha fatto un bel salto di qualità, unicamente, grazie ai media diventati sempre più megafono di propaganda e falsità criminali. Tutto ciò grazie ai report di organizzazioni sotto egida Onu che appaiono imparziali e onorabili ma nella realtà dei fatti sono strumenti di propaganda molto spesso colluse con Hamas. Quando si è verificato questo “salto di qualità” nei report? Da quando ha iniziato ad operare la Ong Gaza Humanitarian Foundation (GHF). Con essa, per la prima volta nella storia, si è rotto il monopolio “degli aiuti umanitari” dell’Onu e delle Ong compiacenti che gestiscono fondi colossali. Essi hanno capito che gli interessi (anche economici) sono troppo grandi per permettere ad una Ong (l’GHF) non collusa di fare concorrenza nel business degli aiuti, per questa ragione è iniziata una campagna mediatica senza precedenti per accusare Israele di voler sterminare i palestinesi con la carestia. Oltre a ciò, gli aiuti distribuiti a Gaza dalla GHF (fino ad oggi oltre 120 milioni di pasti) finiscono direttamente alla popolazione senza che se ne impossessi Hamas, togliendo loro una notevole fonte di entrate. Perciò i nuovi report diffusi in queste ultime settimane non parlano più di “vigilia di una carestia” o di “serio pericolo di malnutrizione” ma di vera e propria “carestia indotta da Israele”, con relativo profluvio di cifre di bambini morti di fame fornite, unicamente da Hamas, e prese per buone da tutti ad iniziare dai media. L’ultimo strumento utilizzato, in ordine di tempo (e apparentemente il più importante e scientifico), per stabilire la carestia di Gaza, è l'Integrated Food Security Phase Classification (IPC). Questo indice è utilizzato da vari organismi Onu (FAO, Food Programme e altri), da molti governi, da Ong, dalla Usaid e altri enti per stabilire in modo scientifico (questo indice segue un protocollo rigoroso composto da numerosi indici di valutazione) quando si è in presenza di una carestia e di conseguenza per programmare tutti gli interventi per combatterla. Per la prima volta è stata utilizzata in Somalia nel 2004, poi in Eritrea, Sudan, Sud Sudan e in altri Stati. Il 29 luglio scorso è uscito il nuovo rapporto della IPC, ripreso immediatamente da BBC, CNN, numerosi governi occidentali e miriadi di Ong, sulla situazione a Gaza. Secondo il rapporto IPC a Gaza si è in presenza di una carestia. Questo rapporto è stato utilizzato da Onu, governi occidentali (esclusi gli USA) per condannare Israele e per iniziare una serie di boicottaggi. Alcuni giorni orsono però, alcuni analisti hanno studiato in modo approfondito il report, e quello che è emerso è sconcertante: il protocollo utilizzato ha degli indici molto più bassi e con nuovi criteri mai utilizzati per nessun altro caso al mondo. Proprio così, per stabilire le carestie nel mondo si utilizzano dei criteri universali validi per tutti, per i palestinesi si utilizzano dei criteri e degli indici di valutazione validi solo per loro. Così oggi, i palestinesi non solo hanno una agenzia Onu per i rifugiati tutta loro (UNRWA) con criteri diversi da tutti gli altri rifugiati del mondo, ma hanno pure un protocollo e dei criteri per stabilire una possibile carestia unici al mondo. In pratica esiste un indice IPE valido per tutto il mondo e uno unicamente valido per i palestinesi. Come si può ben capire questi principi e questi criteri hanno molto a che vedere con la politica (e l’antisemitismo) e nulla con i diritti umani e la scienza.
Riprendendo false notizie, report farlocchi e inventando una realtà che non esiste, tutti i media, oggi, sono diventati il veicolo dell’antica accusa antiebraica di uccidere i bambini. Sono i media gli autentici megafoni delle false accuse di carestia e di uccisioni indiscriminate. Sono cambiati i metodi ma la sostanza è sempre la medesima: gli ebrei sono assetati di sangue, soprattutto, di quello dei bambini, basta leggere un giornale.
P.S. Gli organizzatori del film festival di Toronto hanno deciso di non proiettare il docu-film sull’eccidio del 7 ottobre. La motivazione? Perché il regista non ha fornito gli espliciti permessi all’utilizzo delle immagini fatte dai massacratori di Hamas. Senza il premesso dei tagliagole di Hamas non si può proiettare. Cin cin.