Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Merz ha preso il posto di Macron Intervista di Mauro Zanon a Yves Bourdillon
Testata: Il Foglio Data: 14 agosto 2025 Pagina: 4 Autore: Mauro Zanon Titolo: «Da Parigi a Berlino»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 14/08/2025, a pagina 4, con il titolo "Da Parigi a Berlino", l'intervista di Mauro Zanon a Yves Bourdillon
Mauro Zanon
Secondo Yves Bourdillon, la leadership europea sulla guerra in Ucraina è ora guidata dal cancelliere tedesco Friedrich Merz, più determinato verso Mosca rispetto a Scholz, con Berlino al centro della coalizione in supporto all'Ucraina
Parigi. “E’ molto significativo che il vertice di ieri pomeriggio tra i leader europei, prima della telefonata con il presidente americano Donald Trump, sia stato organizzato dal cancelliere tedesco, Friedrich Merz, e non dal capo dello stato francese, Emmanuel Macron, che ora sembra un po’ in seconda fila tra i leader della cosiddetta ‘coalizione dei volonterosi’. La comunicazione dell’Eliseo su questa riunione, tra l’altro, è stata un po’ minimalista”. Yves Bourdillon, giornalista degli Esteri del quotidiano Les Echos, esperto dei paesi dell’ex Unione sovietica, analizza in un colloquio con il Foglio le mosse della coalizione dei volenterosi, allestita da Francia e Regno Unito in occasione del summit di Londra del 2 marzo con l’obiettivo di promuovere il cessate il fuoco in Ucraina e garantirle solide garanzie di sicurezza, e che ora sembra avere un nuovo frontman: Friedrich Merz.
“La videoconferenza tra i leader europei e Trump, prima del summit in Alaska tra quest’ultimo e il presidente russo Vladimir Putin, è stata un’iniziativa diplomatica del cancelliere tedesco: è Berlino a guidare le operazioni. Merz è molto più determinato nei confronti della Russia rispetto al suo predecessore, Olaf Scholz”, dice al Foglio Yves Bourdillon. L’immagine che conferma questa nuova leadership europea di Merz nella coalizione dei volenterosi, secondo Bourdillon, è la presenza di Zelensky ieri a Berlino. “A parte l’Ungheria, i paesi europei sono uniti sul dossier ucraino”, sottolinea il giornalista di Les Echos. Martedì, 26 dei 27 stati membri dell’Ue (esclusa appunto l’Ungheria) hanno ribadito in una dichiarazione congiunta che nessuna pace sarà accettabile senza il coinvolgimento diretto dell’Ucraina, oltre a respingere l’ipotesi di scambi territoriali senza l’accordo di Kyiv e a pretendere garanzie per la sicurezza.
Ieri, nel corso della videoconferenza con i leader europei, Trump “ha ribadito che le questioni territoriali che riguardano l’Ucraina non possono e non saranno negoziate se non dal presidente ucraino”, ha riferito il presidente francese, Emmanuel Macron, in uno scambio con i media dal Fort de Brégançon, dopo la fine della telefonata. “Il colloquio con Donald Trump ha consentito di chiarire le sue intenzioni e, per noi, di esprimere le nostre attese. La volontà americana è di ottenere una tregua. Noi vogliamo che tutto quello che riguarda l’Ucraina venga discusso con l’Ucraina”, ha aggiunto.
Bourdillon respinge l’idea dei più pessimisti, secondo cui l’Europa è spettatrice passiva sul dossier ucraino. “Sulle forniture di armi a Kyiv l’Europa ha superato gli Stati Uniti. E’ un supporto fondamentale, perché fornisce ciò che serve. Le mancano alcune attrezzature importanti, in particolare quelle antiaeree, per aiutare l’Ucraina, ma dal punto di vista finanziario ha un ruolo decisivo”, sottolinea il giornalista di Les Echos. Il riferimento è ai dati resi noti martedì dall’Osservatorio Ucraina dell’Istituto per l’economia mondiale di Kiel, secondo cui in totale, dall’inizio della guerra fino a giugno 2025, l’Europa ha stanziato 35,1 miliardi di euro in aiuti militari tramite gli appalti per la difesa. Si tratta di 4,4 miliardi di euro in più rispetto agli Stati Uniti. In cima alla lista, si distingue la Germania con la quota più alta di aiuti. “5 miliardi di euro è il valore del pacchetto militare della Bundesrepublik per Kyiv”, afferma il think tank. E se si considerano i sostegni umanitari e finanziari non in campo militare, dall’inizio del conflitto i paesi europei hanno versato a Kyiv 167,4 miliardi, mentre Washington 114,6. “Altro motivo di ottimismo per gli europei: le loro leve economiche. I 18 pacchetti di sanzioni approvati dall’Ue contro Mosca, in attesa del nuovo annunciato ieri da Macron, stanno danneggiando l’economia russa. L’Europa non ha un peso diplomatico con il Cremlino che vuole trattare solo con Trump, perché pensa che sia manipolabile, ma ha un peso economico”, dice al Foglio Bourdillon, prima di aggiungere: “L’Ue ha inoltre congelato circa 200 miliardi di euro di beni russi, oggi depositati principalmente presso la società belga Euroclear. Per il momento, l’Ue preleva gli interessi su tali attività a favore dell’Ucraina. Alcuni sostengono la necessità di una confisca pura e semplice del capitale per finanziare lo sforzo bellico ucraino. Ma la questione solleva numerose questioni giuridiche e la Banca centrale europea è molto attenta all’attrattività della zona euro agli occhi degli investitori esterni”.
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