Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Ecco i dati del COGAT (coordinatore attività governative israeliane) I numeri dimostrano che non c'è carestia a Gaza
Testata: israele.net Data: 14 agosto 2025 Pagina: 1 Autore: Redazione di Israele.net Titolo: «L’accusa di decine di morti per fame a Gaza non regge a un’analisi accurata dei dati. Hamas continua a sfruttare cinicamente le immagini di singoli casi patologici in un’orchestrata campagna per diffamare Israele»
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - la traduzione di vari commenti pubblicati sulle testate israeliane Times of Israel, Jerusalem Post, Jns.org dal titolo: "L’accusa di decine di morti per fame a Gaza non regge a un’analisi accurata dei dati. Hamas continua a sfruttare cinicamente le immagini di singoli casi patologici in un’orchestrata campagna per diffamare Israele".
La propaganda palestinese gonfia il numero di vittime e attribuisce alla morte "per fame" tante altre morti per malattie pregresse. Un'analisi israeliana dei dati (forniti dai palestinesi stessi) mostra l'origine dell'ultima campagna di disinformazione sulla carestia (che non c'è)
Hamas ha deliberatamente gonfiato il bilancio delle vittime palestinesi che, a suo dire, sarebbero morte di fame, mentre la maggior parte dei casi che sono stati accertati come effettivamente deceduti soffrivano di patologie preesistenti.
E’ quanto emerge da un’analisi condotta da funzionari della sicurezza ed esperti medici israeliani sulle dichiarazioni di Hamas circa la carestia a Gaza.
Il rapporto conferma che il gruppo terroristico ha condotto “una campagna orchestrata, nel quadro di un tentativo più ampio di screditare lo stato d’Israele e ottenere vantaggi politici”.
“L’analisi approfondita – afferma il Coordinatore delle attività governative israeliane nei territori (COGAT) nel presentare i risultati del rapporto – ha rilevato un divario significativo tra il numero di decessi attribuiti a denutrizione riportato dal Ministero della Salute di Hamas, e i casi effettivamente documentati e pubblicati con dettagli identificativi completi sui media e sui social”.
Dall’inizio della guerra, il 7 ottobre 2023, fino al giugno 2025 il Ministero della Salute controllato da Hamas ha segnalato 66 decessi attribuiti a presunta morte per fame.
Poi improvvisamente, nel luglio 2025 (proprio mentre i rifornimenti aumentavano e i prezzi a Gaza iniziavano a calare), il Ministero di Hamas segnalava oltre 133 decessi per fame.
“Nonostante l’alto numero di presunte vittime per fame registrato nel solo mese di luglio – afferma il COGAT – il Ministero della Salute di Hamas non ha reso note le identità delle vittime come invece aveva fatto in passato”.
Per esempio, il 19 luglio Hamas annunciava 18 morti per fame, e il 22 luglio altri 15 morti. “Tuttavia – sottolinea il COGAT – un’analisi approfondita di diverse piattaforme ha identificato solo pochissimi casi effettivi. Questa discrepanza tra i resoconti numerici e le documentazioni individuali solleva dubbi sulla loro credibilità”.
L’analisi caso per caso dei decessi pubblicati dimostra che la maggior parte delle persone la cui morte viene attribuita a denutrizione in realtà presentava gravi condizioni mediche preesistenti che hanno portato al deterioramento della loro salute indipendentemente dallo stato nutrizionale.
In diversi casi questi pazienti avevano ricevuto cure mediche in Israele prima dello scoppio della guerra.
Ciò indica che i casi documentati non sono in alcun modo rappresentativi della condizione generale della popolazione nella Striscia di Gaza, e costituiscono piuttosto un’accurata selezione di casi estremi concernenti gravi patologie preesistenti.
Nel presentare i risultati del rapporto, il COGAT cita alcuni casi, oltre a quelli già noti.
Ad esempio, nelle scorse settimane sono circolate on-line le immagini di un bambino emaciato di quattro anni, Abdullah Hani Muhammad Abu Zarqa, che si diceva stesse morendo la fame.
Documento della Sanità palestinese che attesta la patologia preesistente del piccolo Abdullah Hani Muhammad Abu Zarqa
L’indagine ha rilevato che soffre di una malattia genetica che causa carenze di vitamine e minerali, osteoporosi e assottigliamento delle ossa: una patologia ereditaria che ha colpito anche altri membri della famiglia.
È stato inoltre accertato che quattro mesi prima dello scoppio della guerra, con l’approvazione di Israele il bambino era stato portato, insieme alla madre, da Gaza all’ospedale Al-Makassed di Gerusalemme est per ricevere le cure mediche necessarie.
Documento che attesta il ricovero del piccolo Abdullah Hani Muhammad Abu Zarqa nel giugno 2023 presso l’ospedale Al-Makassed di Gerusalemme est, in coordinamento con le autorità israeliane
Un altro caso segnalato è quello del 27enne Karam Khaled Mustafa al-Jamal, che si sostiene sia morto per fame.
L’indagine ha stabilito che Karam soffriva fin dall’infanzia di distrofia muscolare e paralisi parziale, che gli causavano difficoltà di deglutizione. Si trattava di una condizione medica di lunga data, in nessun modo correlata all’attuale situazione nutrizionale generale di Gaza.
Anche sulla base di ulteriori evidenze fotografiche e altre informazioni disponibili, il rapporto conclude che, salvo alcune sacche di penuria (in particolare dove bande armate si impossessano degli aiuti umanitari), non vi sono prove di un fenomeno di denutrizione diffusa o carestia generalizzata nella popolazione della Striscia di Gaza.
“L’organizzazione terroristica Hamas – denuncia il COGAT – sfrutta cinicamente tragiche immagini di sofferenze individuali e le utilizza in modo manipolatorio per alimentare una ben orchestrata campagna di falsa propaganda, volta a generare pressione e creare un’opinione pubblica negativa contro lo Stato di Israele”.
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