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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Riformista Rassegna Stampa
09.08.2025 Silenzio su Hamas, Aula contro Netanyahu l’osceno saggio di fine stagione
Commento di Aldo Torchiaro

Testata: Il Riformista
Data: 09 agosto 2025
Pagina: 4
Autore: Aldo Torchiaro
Titolo: «Silenzio su Hamas, Aula contro Netanyahu l’osceno saggio di fine stagione»

Riprendiamo dal RIFORMISTA, del 09/08/2025 a pagina 4 il commento di Aldo Torchiaro dal titolo "Silenzio su Hamas, Aula contro Netanyahu l’osceno saggio di fine stagione ".

File:Aldo Torchiaro.png - Wikipedia
Aldo Torchiaro

Il Movimento 5 Stelle schierato per rappresentare la bandiera della Palestina in aula parlamentare. Un episodio gravissimo se non fosse grottesco. Tutta la sinistra fa il coro di fine stagione, contro Netanyahu e Israele, proponendo misure sempre più drastiche. Sui terroristi di Hamas, neanche una parola.

Il Parlamento va in vacanza. Battenti chiusi a Montecitorio e Palazzo Madama, dopo una stagione in cui la metà delle dichiarazioni e degli interventi in aula, in tv e sui giornali di deputati e senatori sono stati dedicati a Gaza. Strumentalmente e senza voce in capitolo. Proprio come si fa all’ultimo giorno di scuola, alla Camera è andato in scena il saggio di fine anno. Quello che gli scolari devono rappresentare agli occhi dei genitori – sempre più trepidanti, con i telefoni sempre in mano, pronti a scattare – per guadagnarsi un regalo, l’aumento della paghetta e qualche premio in vacanza. Allo stesso modo i parlamentari del gruppo M5S, travestiti con grembiulini bianco, rosso, verde e nero portano in scena una sbandierata Propal che le istituzioni non avevano ancora mai visto. E proprio quei rappresentanti degli elettori che dovrebbero servire con dignità ed onore finiscono per plaudere a Gaza nel momento esatto in cui Hamas abbandona i tavoli di trattativa e si rifiuta di consegnare gli ostaggi israeliani.

La circostanza sarebbe gravissima, se non fosse grottesca. E così, sprezzante del ridicolo, il leader pentastellato Giuseppe Conte si fa megafono della fazione armata che da vent’anni occupa Gaza. «È stata approvata la proposta del criminale Netanyahu per conquistate Gaza City», sibila Conte in un post sui social. E sciorina tutta la propaganda Propal: «Dopo un genocidio, oltre 60mila palestinesi trucidati, 18mila bambini morti, ora si parla di 1 milione di sfollati ed è lo stesso esercito israeliano ad avvertire che ‘non esiste una risposta umanitaria per il milione di persone che sposteremo a Gaza’ - aggiunge -. Non esiste nemmeno un briciolo di umanità nei silenzi del nostro Governo, di cui mi vergogno sempre più».

Gli fa eco l’alleata di ferro, Elly Schlein. La leader del Pd non vuole e non può essere da meno. «Di fronte al piano criminale di Netanyahu di occupare Gaza anche contro il parere dell’esercito, non potete rimanere fermi. Non se lo può più permettere l’Unione europea, non può più farlo il governo italiano», afferma la segretaria del Pd. «Le sanzioni, l’embargo totale alle armi, la sospensione degli accordi di cooperazione con Israele e l’immediato riconoscimento della Palestina - sottolinea la leader dem - sono ormai segnali che vanno dati subito, per fermare i crimini del governo di estrema destra israeliano. Lo stanno facendo anche altri paesi in Europa, la Germania oggi ha sospeso l’invio di armi ad Israele. L’Italia interrompa il memorandum di collaborazione militare e riconosca subito lo stato di Palestina. L’inerzia non è un’opzione, è complicità».

Un’ottava più alta la suggestione di Beppe Provenzano. Il responsabile Esteri del Pd tiene a non rimanere un passo indietro e suggerisce di «Fermare il governo di Israele con ogni mezzo». Dettagliandone qualcuno: «Sanzioni, embargo totale di armi, sospensione degli accordi di cooperazione, riconoscimento della Palestina».

Tante iniziative in animo contro la democrazia israeliana, nessuna contro i terroristi di Hamas per spingerli a ridare la libertà agli ostaggi che stanno torturando e affamando. D’altronde se Israele è sul punto di rovesciare la partita politica e militare a suo vantaggio, non sta certo vincendo la media-war che i vecchi e nuovi antisemiti (oggi si chiamano antisionisti, più cool) gli muovono contro. Lo dice Termometro Politico, con un sondaggio che attesta intorno al 65% la percentuale di intervistati decisamente ostili alle politiche del governo israeliano. Neanche la Rai è scevra dallo scontro di una guerra ibrida combattuta sempre di più dentro all’informazione. Negli ultimi giorni c’è stato per la prima volta un servizio, messo in onda dal Tg3, in cui l’obiettivo stigmatizzato era il servizio di un altro giornalista Rai, l’inviato del Tg1 a Gerusalemme, Giovan Battista Brunori. Il corrispondente da Israele colleziona successi professionali: è stato l’unico italiano ammesso su un volo militare giordano a poter fi lmare dall’alto il lancio di aiuti su Gaza. E più Brunori scava, rivela, documenta, più risulta indigesto per qualcuno dei suoi stessi colleghi. Una situazione inedita e spiacevole su cui – ci risulta – Usigrai e Unirai sono chiamate a confrontarsi. E c’è addirittura una raccolta firme a sostegno del lavoro di Brunori, cresciuta in pochi giorni nell’ordine delle migliaia di adesioni.

La tv, i giornali, la rete sembrano continuare a ignorare i dati che i migliori professionisti – lontani dalla macchina della propaganda – continuano a diffondere. Le tifoserie sono sugli spalti. Non tutti però vorrebbero assistere, dagli spalti veri, alla partita tra Italia e Israele. Mauro Berruto e Francesca Albanese si sono associati nel chiedere che quella partita non venga svolta. L’ex senatore Pd, Stefano Esposito sottolinea: «Non esiste che chi ha una cultura di governo si possa opporre allo svolgimento di una normale partita di calcio internazionale». E poi, raggiunto dal Riformista, ha affondato: «Così si confondono i piani e si inquina la stessa questione palestinese. Io ho chiesto a Berruto dove fosse il 7 ottobre… Vedo tanta indignazione oggi, quella che non ho visto il giorno dopo la tragedia che ha sconvolto il popolo israeliano».

Giovedì sera, intervistato in un festival letterario dal direttore del Tempo, Tommaso Cerno, Matteo Renzi ha rotto gli indugi e si è schierato: «Tra una finta avvocatessa come Francesca Albanese e Liliana Segre io non ho dubbi», ha detto il leader di Italia Viva. Molti dei suoi, sui social, hanno tirato un sospiro di sollievo: «Finalmente!».

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