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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
07.08.2025 La guerra continua perché Hamas non restituisce gli ostaggi
Commento di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 07 agosto 2025
Pagina: 8
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Gideon Saar all’Onu: «La guerra continua perché Hamas non restituisce gli ostaggi»»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 07/08/2025, a pag. 8 con il titolo "Gideon Saar all’Onu: «La guerra continua perché Hamas non restituisce gli ostaggi»" l'analisi di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

Gideon Saar ricorda all'Onu che Israele intende riportare a casa tutti i suoi ostaggi. La guerra continua, finché Hamas non li libera

Sferzante nei confronti del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, il discorso tenuto al Palazzo di Vetro di New York nelle scorse ore dal ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar rimarrà come un passaggio storico cruciale del Palazzo di Vetro, una voce di protesta che si alza poche settimane prima del probabile riconoscimento, previsto in settembre, del fantomatico Stato di Palestina da parte di vari Paesi occidentali.
L'intervento di Saar è stato preceduto da quello di Ilay David, fratello di uno dei due ostaggi in mano ad Hamas, Evyatar David e Rom Braslavski, le cui immagini sono state diffuse dal movimento palestinese suscitando sdegno per le condizioni di denutrizione che ricordano quelle dei deportati di Auschwitz. «Mio fratello sembra uno scheletro, il vostro silenzio è complicità», ha detto Ilay.
E lo stesso Saar, ha direttamente attaccato Guterres: «I nostri ostaggi sono ancora torturati e affamati da Hamas e dalla Jihad Islamica e non possono essere dimenticati. Sono scheletri viventi, con le ossa fuori dalla pelle. È satanico costringerli a scavarsi la fossa. Sapete come ha reagito il segretario generale dell’Onu dopo la diffusione di quelle immagini? Zero, neanche una parola.
Silenzio assoluto, nonostante sia autore compulsivo di tweet contro Israele».
Già, poiché, rileva il ministro israeliano: «Il mondo è sottosopra, ci sono Paesi che anche in questo palazzo fanno pressione su Israele e non su Hamas. Attaccando Israele danno ad Hamas l’incentivo di proseguire il conflitto. La corsa a riconoscere lo Stato di Palestina ha danneggiato l'accordo sugli ostaggi e prolungato la guerra.
La pressione internazionale deve essere sull'organizzazione militante. Ma gran parte dei media internazionali ignora la verità e compra le bugie di Hamas».
A Saar è toccato riordinare gli eventi, partendo dal tragico 7 ottobre 2023, in cui fu proprio Hamas a scatenare l’attuale conflitto con gli assalti terroristici che causarono la morte di 1200 israeliani e portarono alla cattura di 251 ostaggi, 50 dei quali ancora prigionieri nella Striscia di Gaza. Da qui la constatazione che, se la guerra continua, è perché Hamas rifiuta di rilasciare incondizionatamente gli ostaggi rimasti e di deporre le armi.
Riconoscere uno Stato di Palestina adesso, in tali condizioni, significa, secondo il governo israeliano, premiare Hamas, oltre a creare instabilità, dato che i territori palestinesi si troverebbero di fatto governati da due entità distinte, appunto Hamas nella Striscia di Gaza e l'Autorità Nazionale Palestinese in Cisgiordania, ponendo in essere non uno, ma due Stati palestinesi concorrenti. Perciò, ha spiegato Saar, “la corsa a riconoscere lo stato di Palestina ha danneggiato l'accordo sugli ostaggi e prolungato la guerra”.
Il capo della diplomazia israeliana ha inoltre additato la propaganda di Hamas, a suo dire ispirata a quella sovietica. Si è infatti rivolto al rappresentante russo all'ONU, Vassilij Nebenzja, dicendo: «I palestinesi hanno imparato la propaganda dai sovietici, siete stati dei buoni maestri». E poi: «La verità deve essere detta. È stata Hamas a iniziare questa guerra, commettendo atrocità come quelle dei nazisti. E Israele sta favorendo l'afflusso di ingenti aiuti umanitari a Gaza». Saar ha inteso ricordare in sede ONU che «Israele combatte una guerra esistenziale su sette fronti», evidenziando il perenne accerchiamento dello Stato ebraico: Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano, la Cisgiordania, gli Huthi dello Yemen, la Siria, i miliziani sciiti iracheni e infine l'Iran, che resta in gran parte il regista di questa rete. Secondo Saar, insomma, è una specie di ribaltamento fra vittima e aggressore causata da una nuova ondata di «antisemitismo psicotico».

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