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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Riformista Rassegna Stampa
04.08.2025 La Francia accoglie gli antisemiti
Articolo di Tiziana Levy

Testata: Il Riformista
Data: 04 agosto 2025
Pagina: 4
Autore: Tiziana Levy
Titolo: «Ragazza antisemita si infiltra in università. La Francia sospende le evacuazioni da Gaza»

Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 04/08/2025, a pag. 4, l'articolo di Tiziana Levy dal titolo: "Ragazza antisemita si infiltra in università. La Francia sospende le evacuazioni da Gaza".

Ragazza antisemita si infiltra in università. E la Francia sospende le  evacuazioni da Gaza
Nour Atalla ha ottenuto il visto e una borsa di studio per un master nella prestigiosa Sciences Po di Lille.
In passato aveva elogiato Hitler e incitato all’odio contro gli ebrei e aveva contatti con un membro di Hamas. Sotto inchiesta il sistema di accoglienza, per ora la Francia ha sospeso le evacuazioni da Gaza

Il governo francese ha deciso di sospendere temporaneamente i programmi di evacuazione dalla Striscia di Gaza, a seguito dell’apertura di un’indagine interna su una presunta falla nei controlli di sicurezza legati al sistema di accoglienza. Il caso che ha acceso l’attenzione mediatica e politica è quello di Nour Atalla, una giovane palestinese giunta in Francia l’11 luglio con una borsa di studio per un master in Comunicazione presso la prestigiosa Università Sciences Po di Lille. La studentessa, inizialmente presentata in diversi reportage televisivi come una vittima del con- flitto in lacrime, aveva ottenuto il visto sulla base dei suoi meriti accademici: laureata in legge con il massimo dei voti, era stata accolta con favore dall’istituto, tanto che il direttore di Sciences Po Lille ha confermato di averle temporaneamente offerto ospitalità presso la propria abitazione, affidandole persino le chiavi. Tuttavia, pochi giorni dopo il suo arrivo, sono emerse gravi dichia- razioni riconducibili ai suoi profili social. Nei post – alcuni dei quali pubblicati nei giorni successivi agli attacchi del 7 ottobre – Nour Atalla esprimeva elogi a Hitler, incitava all’uccisione degli ebrei, anche di bambini, e lanciava appelli espli- citi alla violenza contro gli ebrei in Francia, evocando azioni organizzate nelle strade di Parigi. In un messaggio pubblicato il 9 ottobre, la giovane si sarebbe augurata che i video delle esecuzioni di ostag- gi palestinesi fossero di “alta qualità” per “accrescere il piacere di quella giornata”. Oltre al contenuto fortemente antisemita, l’elemento che ha ulteriormente destato allarme è la parentela di Nour Atalla con Ayoub Ahmed Atalla, ex guardia del corpo personale dello sceicco Ahmed Yassin, fondatore di Hamas, morto accanto a lui nel 2004 in un’operazione mirata israeliana. L’episodio ha sollevato interrogativi sull’effi cacia dei controlli di sicurezza svolti congiuntamente dai Servizi francesi e israeliani. In una dichiarazione ufficiale, il ministro per l’Europa e gli Affari esteri, Jean-Noël Barrot, ha annunciato la sospensione immediata delle evacuazioni da Gaza, in attesa del completamento dell’indagine. “Non c’è posto per i terroristi in Francia”, ha affermato. Sulla stessa linea il ministro dell’Interno, Bruno Retailleau: “Chi simpatizza con Hamas non ha alcun diritto di soggiorno sul nostro territorio. La nostra priorità è garantire la sicurezza nazionale”. Il caso Atalla rilancia il dibattito pubblico in Francia sulla vulnera- bilità dei canali umanitari e sull’infiltrazione di elementi estremisti sotto copertura civile. “Purtroppo un terrorista può celarsi dietro il camice di un medico, la penna di un giornalista o un passaporto diplomatico”, ha aggiunto Retailleau. L’inchiesta prosegue sotto la supervisione del Ministero dell’Interno e dei Servizi di Intelligence. Il futuro del programma di accoglienza da Gaza resta, per ora, sospeso.

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