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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
04.08.2025 Antisemitismo istituzionalizzato
Analisi di David Elber

Testata: Informazione Corretta
Data: 04 agosto 2025
Pagina: 1
Autore: David Elber
Titolo: «Antisemitismo istituzionalizzato»

Antisemitismo istituzionalizzato
Analisi di David Elber

Ormai l'ondata antisionista e antisemita coinvolge anche i vertici occidentali. Anche i governi europei e la stessa UE condannano Israele sulla base di una pura menzogna: quella dell'uccisione "deliberata" dei civili (dei bambini, in particolare) da parte di Israele. Un'analisi seria del conflitto a Gaza, come quella dell'esperto John Spencer, rivela tutt'altro: che Israele sta combattendo, bene, una guerra contro il terrorismo. Perché, allora, istituzionalizzare una menzogna? Ovvio: per antisemitismo.

Ormai, le infondate accuse a Israele di uccidere indiscriminatamente i civili (soprattutto i bambini), vengono diffuse anche dalle più alte cariche dello Stato. Questo accade in Italia come nella maggior parte dei paesi della UE. Quando l’antisemitismo diventa istituzionalizzato, non c’è modo di contrastarlo, come è accaduto nei secoli passati. E quando non si riesce più a contrastarlo, in breve tempo diventa accettabile la caccia all’ebreo, come sta puntualmente accadendo anche in Italia. Ma perché si può parlare di antisemitismo anche nelle esternazioni delle più alte cariche dello Stato? Per molte ragioni e principalmente per due: l’accusa di uccidere deliberatamente i civili (in primis i bambini) e più in generale per un istituzionale doppio standard applicato unicamente a Israele. Questa è la definizione di doppio standard approvata dall’IHRA: «Richiedere a Israele un comportamento non previsto o non richiesto a nessun’altra nazione democratica». Come, il doppio standard, viene applicato nel caso della guerra contro il terrorismo palestinese? Cercando di impedire a Israele di difendersi come previsto dal diritto internazionale, ad iniziare dall’articolo 51 dello Statuto dell’Onu. Questo come avviene? Prendendo per buone – e quindi istituzionalizzando – le bugie propagandate da Hamas e riprese pedissequamente da Ong colluse con i terroristi palestinesi e poi, dai mezzi di informazione che fungono da cassa di risonanza acritica.

Ora vediamo come tutto questo possa avvenire con l’ausilio delle precise analisi del più grande esperto di guerra urbana: John Spencer. Per prima cosa bisogna sottolineare un fatto che non viene mai evidenziato abbastanza: la comparazione della guerra che sta combattendo Israele con le altre guerre in corso (sono oltre 50) o con quelle passate, soprattutto quelle combattute dai paesi che si autodefiniscono democratici e rispettosi dei diritti civili. Si è mai verificato, in una guerra, il fatto che alla popolazione civile fosse impedito di scappare dalla zona dei combattimenti? Mai. Questo è l’unico caso al mondo, presente o passato, nel quale ai civili non viene permesso di mettersi in salvo. E questo non per volontà di Israele (che ha ripetutamente chiesto che i civili siano allontanati) ma perché l’Egitto non permette ai civili palestinesi di oltrepassare il confine per mettersi in salvo con la piena compiacenza dei paesi autoproclamati civili e rispettosi dei diritti civili. Questa è l’unica vera violazione del diritto internazionale che sta avvenendo a Gaza. Ma se Israele spara deliberatamente sui civili o peggio, sta compiendo un “genocidio”, perché non viene permesso ai civili di rifugiarsi in Egitto e mettersi al sicuro come prevedono le convenzioni internazionali? Così come è successo nel caso delle guerre in Ucraina (circa 7 milioni all’estero), in Siria (6 milioni all’estero e 7 milioni interni), in Afghanistan (circa 3 milioni all’estero). In nessuno di questi casi, al pari dei numerosi casi di guerra in Africa, si è mai parlato di “pulizia etnica” quando i civili hanno lasciato le zone di guerra. Perché per Gaza è diverso? Perché così facendo Israele non può eliminare Hamas. Una sconfitta di Hamas non è contemplata nel mondo arabo né tra i paesi che si autoproclamano democratici e rispettosi dei diritti umani. Se si analizzano gli interventi militari della NATO (autodefiniti di “mantenimento della pace” ma nella realtà dei fatti guerre vere e proprie) si scoprono fatti interessanti. Per prima cosa nessun paese membro è mai stato aggredito (a differenza di Israele) prima di una delle tante guerre lanciate dalla NATO verso altri paesi. In nessuna di queste guerre anche se sanguinose (Serbia, Afghanistan, Siria o Iraq), dei membri dei governi dei paesi membri hanno preso per buono e diffuso la propaganda degli avversari di turno: serbi, membri dell’Isis, talebani o altri. Gli interventi militari di USA e NATO hanno causato centinaia di migliaia di morti civili in Iraq, Siria, Libia, Afghanistan e Serbia ma nessun presidente, primo ministro o membro di un governo ha mai preso per buona la propaganda di un gruppo terroristico per accusare un esercito occidentale di commettere deliberate uccisioni di civili o “genocidio” nonostante le centinaia di migliaia di vittime civili. Inoltre, perché i mass media prima di diffondere le notizie sui civili morti si sono accertati che le fonti fossero attendibili, cosa che applicano per Gaza? Poi se uno analizza il rapporto tra le uccisioni di civili in rapporto ai combattenti uccisi, scopre che in tutti gli interventi di USA e NATO i civili uccisi sono di molto superiori ai civili morti a Gaza in rapporto ai combattenti uccisi. Perché nessuno ha mai accusato l’Italia, la Gran Bretagna o gli USA di genocidio per aver usato armi all’uranio impoverito che a distanza di decenni causano ancora vittime tra la popolazione civile? Questo è un palese caso di doppio standard ma ce ne sono tantissimi altri. Ora vediamo l’analisi della guerra a Gaza fatta da Spencer. In un articolo apparso qualche giorno fa sul Jerusalem Post, in relazione alle isteriche esternazioni di numerosi primi ministri o presidenti, scrive: «…Sostenere che Israele abbia già raggiunto i suoi obiettivi e debba porre fine alla guerra non è accurato e spesso è scollegato dalla realtà. Allo stesso modo, affermare che Israele non possa raggiungere i suoi obiettivi è altrettanto falso e pieno di doppi standard. Dall'8 ottobre in poi, gli obiettivi di Israele a Gaza, come dichiarato chiaramente e costantemente dalla sua leadership politica, tra cui il Primo Ministro, il Ministro della Difesa e i membri del gabinetto di guerra, non sono cambiati. Questi obiettivi sono: 1) recuperare tutti gli ostaggi; 2) smantellare le capacità militari di Hamas e porre fine al suo dominio politico a Gaza; 3) garantire che Gaza non rappresenti mai più una minaccia per Israele. Questi tre obiettivi sono sia legali che giusti all'indomani dell'attacco del 7 ottobre, quando Hamas e altre forze di Gaza hanno invaso Israele. In risposta, Israele ha esercitato i propri diritti ai sensi dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite e ha dichiarato una guerra di autodifesa contro Hamas. Questo quadro giuridico afferma il diritto intrinseco di una nazione di difendersi a seguito di un attacco armato, e le operazioni militari di Israele a Gaza si basano su tale diritto».

Come si può ben comprendere dalle parole di Spencer, l’intervento militare di Israele ha ben più consistenza nel diritto internazionale di tutti gli interventi militari di USA e NATO dal secondo dopo guerra in avanti. Più avanti nella sua analisi Spencer descrive molto in modo chiaro come in Occidente si applichi il doppio standard nei confronti di Israele: «…Ecco solo alcuni dei doppi standard, anche se non tutti, perché ce ne sono molti altri, riservati solo a Israele quando si tratta di ciò che una nazione può o non può fare in guerra e di come vengono valutate le guerre: 1) Un paese confinante [l’Egitto] che rifiuta di consentire ai civili di evacuare le zone di combattimento, costringendo così Israele a combattere Hamas mentre quest'ultimo usa tutta la sua popolazione e le sue infrastrutture come scudo umano. Si tratta di un doppio standard senza precedenti nella storia. 2) Misurare il rispetto delle leggi di guerra citando il numero giornaliero di vittime fornito dalle forze nemiche, che sono un'organizzazione terroristica designata a livello internazionale. Molti utilizzano anche altri dati, spesso manipolati o applicati in modo errato, per fare confronti errati con conflitti dissimili. Lo scopo è quello di delegittimare politicamente e socialmente gli obiettivi di Israele. Questo è noto anche come condanna basata sugli effetti. In questo contesto, indipendentemente da ciò che Israele fa per prevenire danni ai civili o da ciò che Hamas fa per aumentarli, vengono giudicati solo gli effetti, spesso riportati attraverso dati manipolati o falsi. Questo non è il modo in cui viene valutata la guerra per qualsiasi altra nazione. Questo non è il modo in cui le leggi di guerra si applicano a qualsiasi altro esercito. Si tratta di un doppio standard. 3) Richiedere un piano per il giorno dopo la guerra prima che l'esercito e il governo nemici siano stati sconfitti. L'idea che un esercito attaccante debba presentare un piano per la sostituzione del governo prima che la forza avversaria sia stata sconfitta con la forza o prima della sua resa è un doppio standard. La vittoria e la sconfitta devono avvenire prima. La sostituzione viene dopo, non prima. 4) Fornire aiuti umanitari alla popolazione nemica durante la guerra, mentre le battaglie sono in corso, mentre il nemico controlla ancora il territorio, continua a lanciare attacchi e tiene in ostaggio delle persone. Israele lo ha fatto per responsabilità morale e per bilanciare gli obiettivi militari con gli imperativi umanitari. Tuttavia, l'argomento secondo cui questo è un requisito legale è un doppio standard. 5) Dettare quali strumenti legali può utilizzare una nazione per combattere un nemico. Ad esempio, criticare l'uso di munizioni di grande diametro in un'area urbana, come una bomba da 2.000 libbre, anche quando il nemico è annidato in un terreno urbano densamente popolato e opera da tunnel sotterranei fortificati che richiedono una penetrazione profonda. Si tratta di una possibilità legale e necessaria in molti conflitti. Eppure, quando Israele la utilizza, viene messo all'indice. Questo è un doppio standard.

6) Affermare che non ci possono essere spostamenti di popolazione o cambiamenti di confine durante o dopo un conflitto armato. L'idea che un esercito terroristico diretto dal governo di Hamas possa attraversare un confine sovrano, invadere un paese, commettere atrocità, prendere centinaia di ostaggi e che nella guerra che ne segue non ci debbano essere spostamenti volontari o temporanei di civili, né cambiamenti nel controllo delle frontiere o nelle misure di sicurezza, è un doppio standard. Le leggi di guerra proibiscono lo sfollamento forzato, non lo sfollamento temporaneo o volontario durante il tempo di guerra. 7) Non consentire ai civili la possibilità di sfuggire alla guerra. Impedire ai civili che vogliono lasciare Gaza di farlo è un doppio standard senza precedenti. Ciò riguarda sia Israele che la popolazione di Gaza. 8) Legare gli obiettivi bellici legittimi di una nazione a una questione politica non correlata. Nonostante il chiaro contesto di questa guerra, il Paese attaccato è costretto a fare concessioni a un'entità politica separata che ha rifiutato la mediazione internazionale. Costringere Israele a collegare la guerra a Gaza, che non ha iniziato, al più ampio sforzo politico di creare uno Stato palestinese con un gruppo di governo diverso, l'Autorità Palestinese, è un doppio standard».

A questa chiara e lucida analisi, si può solo aggiungere un commento di chiusura. Quando presidenti, primi ministri o ministri, applicano questi doppi standard al solo esercito di Israele e non hai propri, non stiamo parlando di diritto internazionale ma unicamente di un’agenda politica inquinata da pregiudizi e da antico odio che ritorna in superficie, che ha il solo scopo di criminalizzare un intero popolo.


David Elber


takinut3@gmail.com

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