Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
L’unica via per la pace è costringere Hamas ad arrendersi e rilasciare tutti gli ostaggi Editoriale del Jerusalem Post
Testata: israele.net Data: 03 agosto 2025 Pagina: 1 Autore: Jerusalem Post Titolo: «Molti politici stranieri credono davvero che Hamas cesserà di esistere per il solo fatto che loro glielo chiedono. Ma l’unica via per la pace è costringere Hamas ad arrendersi e rilasciare tutti gli ostaggi, non ricompensare il terrore con uno stato di es»
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - l'editoriale del Jerusalem Post del 03/08/2025 dal titolo 'Molti politici stranieri credono davvero che Hamas cesserà di esistere per il solo fatto che loro glielo chiedono. Ma l’unica via per la pace è costringere Hamas ad arrendersi e rilasciare tutti gli ostaggi, non ricompensare il terrore con uno stato di estremisti'.
Il piano del Regno Unito e altri paesi di riconoscere uno Stato palestinese è un ricatto a Israele, e una ricompensa al terrorismo di Hamas. Hamas ha rifiutato ogni tregua e ostacola la pace. La vera soluzione è fare pressione su Hamas, non su Israele
Scrive l’editoriale del Jerusalem Post: Dunque, a quanto pare, il terrorismo deve essere premiato. Dopo che i terroristi di Hamas hanno massacrato, violentato, bruciato e rapito nel sud di Israele, la comunità internazionale sta rispondendo concedendogli uno Stato.
Sulle orme della Francia, martedì il Regno Unito ha annunciato di essere pronto a riconoscere uno stato palestinese. Il primo ministro britannico Keir Starmer ha rivelato che il riconoscimento sarà annunciato a settembre, a meno che Israele non adotti “misure sostanziali per porre fine alla spaventosa situazione a Gaza”, aggiungendo che Israele deve anche soddisfare altre condizioni, tra cui accettare un cessate il fuoco, l’impegno per una pace sostenibile a lungo termine che garantisca una soluzione a due stati e consentire alle Nazioni Unite di riavviare le loro forniture di aiuti: altrimenti il Regno Unito prenderà questa decisione all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di settembre.
Detto questo, Starmer ha chiesto anche l’immediato rilascio degli ostaggi, e ha detto che Londra sostiene “i governi degli Stati Uniti, del Qatar e dell’Egitto nei loro tentativi di raggiungere un cessate il fuoco”.
Il leader britannico ha anche ribadito che Hamas è un’organizzazione terroristica responsabile di atrocità, tra cui il massacro del 7 ottobre, e che “non deve mai essere ricompensata”.
Eppure è esattamente questo ciò che ha fatto il Regno Unito, ed è esattamente ciò che molti hanno cercato di spiegare al Regno Unito.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, l’ambasciatore israeliano all’ONU Danny Danon, Combat Against Antisemitism, il British Board of Deputies, l’Hostage Families Forum hanno tutti espresso il loro sconcerto all’idea che il terrorismo venga premiato semplicemente perché Hamas sta perdendo la guerra e, come accade sempre in questi casi, innocenti abitanti di Gaza ne stanno soffrendo.
Evidentemente Sir Keir Starmer o il suo ministro degli esteri, David Lammy, ancora una volta non sono riusciti a capire cosa è successo in questa parte del mondo negli ultimi mesi.
Hamas ha rifiutato ogni opportunità di sedersi al tavolo delle trattative, firmare un cessate il fuoco e rilasciare gli ostaggi. Ha rifiutato ad aprile. A maggio. A giugno. A luglio. Solo quattro giorni fa, lo stesso Trump ha dichiarato: “Hamas non vuole davvero raggiungere un accordo”.
Eppure, per l’ennesima volta, le nazioni hanno attribuito a Israele l’onere di “raggiungere un accordo”.
C’è un vistoso paradosso storico, per costoro che chiedono che sia Israele a fare la pace. L’Esercito Repubblicano Irlandese ha trascorso 30 anni cercando di cacciare gli inglesi dall’Irlanda del Nord. Ma l’IRA non ha ricevuto uno Stato come ricompensa per le sue campagne di attentati. Il drammatico ritiro della Francia dall’Algeria è avvenuto con un accordo negoziato e firmato a Evian, non con riconoscimenti unilaterali. I Talebani, a dispetto di tutto l’impegno dell’Occidente, non sono mai stati ricompensati con uno Stato: semplicemente sono riusciti a cacciare gli americani.
Perché allora Hamas, che ha bruciato vivi bambini e fatto sfilare donne violate per le strade di Gaza, riceve dividendi politici?
E supponendo che tutto ciò che il Regno Unito chiede a Israele si realizzi, Hamas non tornerà semplicemente sulla scena politica, magari sotto un nome diverso? I suoi sostenitori, ancora molto numerosi a Gaza e in Cisgiordania, non continueranno la loro guerra senza quartiere contro Israele, come hanno proclamato più volte dopo il 7 ottobre?
È incomprensibile come dei politici stranieri possano essere così inetti da presumere che, per il solo fatto che loro lo chiedono, Hamas obbedirà e cesserà di esistere.
“Il 7 ottobre non è accaduto perché ai palestinesi era negato uno stato. E’ accaduto perché gliene era stato dato uno”, ha scritto mercoledì sui social Mosab Hassan Yousef, più noto come il “Figlio di Hamas”.
Forse ha ragione. A Gaza non c’era più un israeliano (ostaggi a parte) da quasi 20 anni, e tutto ciò che questo ha portato è stata una guerra dopo l’altra, culminate nell’orrore del 7 ottobre.
Se il mondo vuole la pace, una strada c’è. Fare pressione su Hamas affinché si arrenda, rilasci tutti gli ostaggi, deponga le armi e permetta ai moderati, palestinesi internazionali, di ricostruire.
Invece, l’Occidente una volta fa pressione su Israele esortandolo alla moderazione e offrendo incentivi agli aggressori.
(Da: Jerusalerm Post, 31.7.25)
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