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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Riformista Rassegna Stampa
02.08.2025 Trump schiera due sottomarini nucleari in risposta alle accuse di Medvedev: tensione massima tra Mosca e Washington
Analisi di Lorenzo Vita

Testata: Il Riformista
Data: 02 agosto 2025
Pagina: 1
Autore: Lorenzo Vita
Titolo: «Trump schiera due sottomarini nucleari in risposta alle accuse di Medvedev: tensione massima tra Mosca e Washington»

Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 02/08/2025, a pagina 1, il commento di Lorenzo Vita dal titolo: "Trump schiera due sottomarini nucleari in risposta alle accuse di Medvedev: tensione massima tra Mosca e Washington".


Lorenzo Vita

Medvedev, l'ex presidente russo, minaccia Trump. E il presidente americano annuncia lo schieramento di due sottomarini nucleari. Dopo mesi a fare l'amicone con Putin, Trump si è detto prima frustrato per la mancanza di risultati nel negoziato con l'Ucraina, poi si arrabbia all'improvviso e minaccia la guerra. Di sicuro non è una diplomazia equilibrata o coerente. Aspettiamoci di tutto.

Le parole di Vladimir Putin rischiano di essere un curioso giallo estivo, soprattutto perché seguite dall’ordine di Donald Trump di schierare i sottomarini nucleari come risposta al lancio di accuse di Dmitry Medvedev. Da una parte il presidente russo continua con la sua linea sulla guerra in Ucraina. Ha ribadito che le notizie dal fronte sono “positive”. Ha confermato le avanzate del suo esercito su tutta la linea, anche dopo le notizie (smentite da Kyiv) di una caduta di Chasiv Yar, snodo-chiave di tutto il Donbass. Ha riaffermato, anche nelle ultime 24 ore, che gli obiettivi del conflitto rimangono invariate, così come le condizioni per giungere a una pace: cioè il riconoscimento dell’annessione russa della Crimea e delle nuove “repubbliche popolari” occupate, cioè Donetsk, Luhansk e Kherson, la smilitarizzazione e lo status neutrale e non nucleare di Kyiv. Tutte cose già note.

Le basi di Pace

Eppure, in un curioso cambiamento di toni rispetto al passato, il capo del Cremlino ieri ha aggiunto un dettaglio non irrilevante. E cioè che la pace, “duratura e stabile” deve garantire la sicurezza non solo della Federazione russa, ma anche dell’Ucraina. “La Russia ha bisogno di una pace duratura e stabile” ha detto Putin, e che questa pace sia “fondata su solide basi che soddisfino sia Mosca sia Kyiv e garantiscano la sicurezza di entrambi i Paesi”. E queste parole, detto in conferenza stampa con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, hanno scatenato le immediate reazioni degli osservatori ma anche dello stesso Volodymyr Zelensky. “L’Ucraina ribadisce ancora una volta la sua disponibilità a un incontro a livello di leader in qualsiasi momento” ha scritto il presidente ucraino su X. Ma come sempre, il governo di Kyiv deve fare i conti con una realtà sul campo in cui Mosca appare predominante e le parole di Putin difficilmente sincere. Almeno in un contesto come quello successivo all’invasione iniziata nel 2022.

Il riconteggio dei morti di Kiev

La sicurezza ucraina, in questa pace stabile auspicata dallo “zar”, non sembra affatto in linea con gli obiettivi di guerra immaginati e confermati ieri dallo stesso Putin. Inoltre, le dichiarazioni del presidente russo vanno parallele a un’offensiva di terra che appare implacabile, anche se lenta e con un pesante tributo di uomini e mezzi. Ma soprattutto, sono parole che arrivano dopo che il riconteggio dei morti di Kyiv per l’ultimo bombardamento russo hanno certificato il compimento di una vera e propria strage. Un episodio che ha scatenato lo sdegno della comunità internazionale e accelerato la decisione della Germania di inviare due batterie di Patriot a Kyiv. Secondo il bilancio definitivo dato dalle autorità ucraine, sono 31 i morti dell’attacco alla capitale, che ieri ha celebrato i suoi caduti con una giornata di lutto. E tra le vittime, cinque sono bambini. Una tragedia che, come ha spiegato Save the Children, conferma come la guerra stia spezzando la vita di tanti innocenti, soprattutto tra i più piccoli. “Anche se la situazione in Ucraina non domina più i titoli dei giornali come un tempo, la realtà sul campo sta peggiorando” ha detto Ahmad Alhendawi, direttore regionale di Save the Children per il Medio Oriente, il Nord Africa e l’Europa orientale. E secondo l’organizzazione, sono 373 i bambini morti o feriti in Ucraina nella prima metà del 2025.

La risposta di Trump a Medvedev

Un dramma che si unisce a quello dei bambini trasferiti con la forza in Russia. La fine di tutto questo passa però inevitabilmente da una pace che sarà decisa solo dalla volontà di Putin e da quando Donald Trump riuscirà a convincere il suo omologo al Cremlino a trattare. Ieri, il presidente russo ha risposto alla delusione del capo della Casa Bianca parlando di “aspettative eccessive” riposte negli ultimi round negoziali. Mentre Lukashenko ha criticato le ultime mosse di The Donald dicendo che “questo non è il modo di fare politica”. “Se si vuole la pace, bisogna impegnarsi in modo attento e approfondito. Questo è un conflitto militare. E non puoi limitarti a emettere ordini. Soprattutto verso una potenza nucleare. È semplicemente ridicolo” ha detto il leader bielorusso, parlando di fatto a nome di Putin. Ma intanto, se a Mosca è atteso Steve Witkoff, Trump ha deciso di rispondere anche alle ultime parole dell’ex presidente russo Medvedev: “Ho ordinato il riposizionamento di due sottomarini nucleari nelle regioni appropriate, nel caso in cui queste dichiarazioni insensate e provocatorie fossero più di questo”. Un ultimo avvertimento che fa capire come sia di nuovo alto il livello di tensione tra Mosca e Washington.

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