sabato 02 agosto 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



Clicca qui






Il Riformista Rassegna Stampa
02.08.2025 Tutta la sofferenza di Rom Braslavski. Il vero volto della disumanità e la sorte degli ostaggi israeliani
Commento di Paolo Crucianelli

Testata: Il Riformista
Data: 02 agosto 2025
Pagina: 1
Autore: Paolo Crucianelli
Titolo: «Tutta la sofferenza di Rom Braslavski. Il vero volto della disumanità e la sorte degli ostaggi israeliani»

Riprendiamo dal RIFORMISTA, del 02/08/2025 versione online, il commento di Paolo Crucianelli dal titolo "Tutta la sofferenza di Rom Braslavski. Il vero volto della disumanità e la sorte degli ostaggi israeliani".

Rom Braslavski, rapito da Hamas il 7 ottobre e ridotto a scheletro. Questa è la vera sofferenza a Gaza. Non le foto fake dei bambini ammalati e spacciati come vittime di una "carestia" che non c'è e che è nel repertorio della propaganda di Hamas.

Il suo nome è Rom Braslavski. È vivo. Ma chi ha visto il video diffuso dalla Jihad islamica, che non può essere archiviato come semplice “materiale di propaganda”, ha percepito qualcosa di molto diverso dal semplice essere vivi. Ha percepito l’orrore, l’angoscia, la disperazione che solo un’immagine autentica può rivelare.

Chi è Rom Braslavski

Rom ha 21 anni. Quando è stato rapito ne aveva 19. Era arruolato nell’Idf, ma non era un comandante, un torturatore, un carnefice, come chi lo detiene vuole far credere. È un ragazzo israeliano, cresciuto tra TikTok e leva obbligatoria. Un giovane come i nostri figli. È detenuto da 664 giorni nelle gallerie sotterranee di Gaza, dal 7 ottobre 2023, giorno dell’attacco di Hamas. Rom è nella cosa che più si avvicina all’inferno di dantesca memoria. Lui è un soldato, è vero, ma un semplice soldato di leva, come tutti i suoi coetanei in Israele. Quel terribile giorno non era in servizio, non era nemmeno in divisa: stava solo ballando al Nova Festival, insieme a una moltitudine di ragazzi.

Il video mostra Rom scheletrico, seduto a fatica, le clavicole sporgenti; un relitto umano. Il volto scavato, lo sguardo assente. Parla, ma le parole non sono le sue, sono quelle che è stato costretto a pronunciare. Chiunque abbia visto i frame riconosce l’indelebile impronta della prigionia. Questo non è un prigioniero nutrito e trattato con rispetto, come pretenderebbe certa propaganda che si ostina a dipingere Hamas e la Jihad islamica come “resistenze popolari”. Questo è un ragazzo nelle stesse condizioni dei sopravvissuti ai lager nazisti. E invece è reale. È oggi. È ora.

La sorte degli ostaggi israeliani

C’è una sinistra rimozione collettiva che continua a ignorare la sorte degli ostaggi israeliani. Sono ancora oltre 120 le persone nelle mani delle milizie palestinesi. Sono padri, madri, bambini, nonni. O giovani come Rom. Alcuni sono probabilmente già morti. Altri stanno morendo ogni giorno, di fame, di sete, di stenti, di torture, di angoscia. Nel silenzio delle prime pagine e dei salotti impegnati. Chi accusa Israele, chi urla al genocidio, chi fa paragoni indecenti tra Idf e SS, “dimentica” di dire la cosa più semplice, più ovvia, più naturale: liberate gli ostaggi e la guerra finisce.

La fake news del bambino malato sbattuto in prima pagina

Le immagini strazianti di Rom sono reali, colpiscono al cuore. Pochi giorni fa Il Fatto Quotidiano ha pubblicato in prima pagina una fotografia scioccante: un bambino scheletrico, con lo sguardo perso e il petto scavato dalle ossa. Sotto l’immagine, campeggiava il titolo “Se questo è un bambino”. Chiaro richiamo al capolavoro di Primo Levi, con l’intento evidente di evocare i tempi della Shoah. Il tutto accompagnato da una didascalia che parlava di fame, bambini che “mangiano terra e sassi”, e di “danni irreversibili anche per chi sopravviverà”. Solo che – come rivelato dal Riformista – il bambino, che si chiama Osama Al-Raqab e che ora è in cura in Italia, è affetto da fibrosi cistica. Eppure non era stata specificata la sua malattia. Un’operazione scientemente organizzata e pubblicata.

La sofferenza di Rom Braslavski

Ma Rom no, non è una fake news. Rom è davvero un essere umano affamato, disidratato, umiliato, distrutto. La sua sofferenza non è dovuta al caso, alla sfortuna o alla genetica: è dovuta all’odio e al terrore usato come arma. Chiunque abbia a cuore i diritti umani dovrebbe pretendere oggi, non domani, la liberazione immediata e incondizionata di ogni ostaggio in mano ad Hamas e ai suoi accoliti. Non c’è giustificazione politica, storica o religiosa che tenga. Tutto il resto è complicità.

Per inviare la propria opinione al Riformista, cliccare sulla e-mail sottostante.


redazione@ilriformista.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT