Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Ostaggi, altro macabro show di Hamas Commento di Mirko Molteni
Testata: Libero Data: 02 agosto 2025 Pagina: 9 Autore: Mirko Molteni Titolo: «Ostaggi, altro macabro show di Hamas»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 02/08/2025, a pag. 9 con il titolo "Ostaggi, altro macabro show di Hamas" l'analisi di Mirko Molteni.
Mirko Molteni
Come Hamas tratta gli ostaggi ancora nelle sue mani. Per fare pressione psicologica su Israele e sulle famiglie dei rapiti, i terroristi hanno diffuso le immagini di Evyatar David, rapito il 7 ottobre, ormai ridotto a pelle e ossa.
Per rincarare la dose sulla fame che affligge la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza, Hamas ha pubblicato ieri un video che mostra uno degli ostaggi ebrei tuttora in mano al movimento, visibilmente emaciato e disidratato per la carenza di cibo. È il giovane Evyatar David, 24 anni, catturato fin dal 7 ottobre 2023 durante l’incursione dei terroristi di Hamas al rave party Supernova. È originario di Kfar Sava e le immagini lo mostrano, scheletrico e con la barba lunga, mentre si rigira in uno stretto cunicolo, parte della labirintica rete di tunnel dei miliziani palestinesi. Un bugigattolo talmente angusto che, da una parete all'altra, corre solo lo spazio preciso della larghezza del materasso che da 660 giorni è tutto il suo universo.
Quelle costole, quelle scapole prominenti, quel volto troppo affilato, rimandano alla memoria della Shoah e a tutto quello che gli ebrei subirono sotto il nazismo fra il 1941 e il 1945, quando fu organizzata la “soluzione finale”, ovvero deportazione e sterminio nei lager. Ma rimandano anche ai cadaveri ambulanti del genocidio armeno del 1915, ai massacri della guerra civile bosniaca del 1995 e a mille altri drammi spesso dimenticati, dai pellerossa ai boeri, eccetera.
Nel vedere il filmato, Viki Cohen, madre di un altro ostaggio, Nimrod Cohen, ha commentato su X «Holocaust 2025». Poco dopo, la sorella dei Evyatar, Ye'ela David, ha dichiarato che, nel vedere il fratello in tali condizioni, ha sofferto come se sentisse «un milione di colpi al cuore». Hamas, o meglio la sua ala militare, le Brigate Ezzedine Al Qassam che hanno girato e montato il video, hanno voluto sfruttare le sofferenze di questo e probabilmente anche degli altri ostaggi, così come stanno sfruttando la fame della loro stessa gente per evitare la sconfitta militare e conservare almeno una parvenza del loro potere sulla Striscia. Hamas ha intrecciato, con una maestria propagandistica che ricorda le “prodezze” mediatiche dei registi dell’Isis, le immagini di Evyatar, con altre immagini di bambini denutriti e malati, che si vorrebbero, in teoria, di bambini effettivamente presenti a Gaza, anche se non ci sono conferme di autenticità ed è sempre difficile distinguere i segni della fame vera da quelli di altre malattie come il tifo. E fra un’inquadratura e l’altra, gli slogan che svelano il senso dell'iniziativa: «Mangiano quello che mangiamo noi. È il governo di occupazione che ha deciso di far patire loro la fame». Insomma, Hamas, anche per influenzare a suo favore l'andamento dei negoziati, da un lato incolpa Israele stessa del costringerla a nutrire poco gli ostaggi, dall’altro lancia un messaggio di urgenza affinché si trovi un accordo perla loro liberazione, dietro le concessioni sui detenuti palestinesi, il ritiro ebraico e la fine della guerra che il governo di Benjamin Netanyahu ritiene irricevibili.
Sottintesa, una crudele legge del taglione, riassumibile con l'affamare gli ostaggi come pura rappresaglia per le difficoltà di arrivo degli aiuti umanitari nella Striscia a causa dell’intensificarsi delle operazioni delle truppe israeliane. La situazione è sempre più critica, man mano che Hamas è messa alle corde dalla potenza militare ebraica, ma Israele, dal canto suo, si sente sempre più isolata. Ieri il capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano, generale Eyal Zamir, ha rilevato lo stallo dei negoziati: «Nelle prossime settimane sapremo se otterremo un accordo anche parziale sul rilascio degli ostaggi. Altrimenti l’offensiva militare proseguirà». La tv ebraica Channel 12 ha inoltre aggiunto che Zamir sta pressando il governo affinché presenti un piano su come Netanyahu e i suoi ministri desiderino che l’esercito operi.
Segnali, a quanto pare, di incertezza sul da farsi e di imperfetta coordinazione, quanto a modi e scopi, tra vertice politico e vertice militare. L’inviato americano Steve Witkoff, che essendo ebreo ha ieri pregato al Muro del Pianto a Gerusalemme, cerca di mediare, finora invano. E mentre per la 67° volta da marzo Israele intercetta e abbatte un missile lanciato dai ribelli filoiraniani yemeniti Huthi, aumenta la paura di ritorsioni per la carestia. Il governo ebraico ha ordinato un’evacuazione parziale del suo personale diplomatico dagli Emirati Arabi Uniti, temendo «attentati per vendetta a causa della situazione a Gaza». E stando al Telegraph «un funzionario repubblicano del Congresso americano» paventa che la crisi di Gaza possa portare anche a «un attentato stile 11 settembre negli USA», come ritorsione per l’appoggio di Washington a Netanyahu.
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