Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
La vignetta antisemita de La Repubblica Commento di Serena Di Nepi
Testata: Il Riformista Data: 19 luglio 2025 Pagina: 4 Autore: Serena Di Nepi Titolo: «La vignetta di Rep sulla chiesa di Gaza è puro antisemitismo»
Riprendiamo dal RIFORMISTA, del 19/07/2025 a pagina 4 il commento di Serena di Nepi dal titolo "La vignetta di Rep sulla chiesa di Gaza è puro antisemitismo".
Serena Di Nepi
Il vignettista Elle Kappa su Repubblica torna ancora una volta a paragonare Netanyahu a Erode, prendendo il pretesto della chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, danneggiata per errore (errore ammesso da Israele ufficialmente) in un bombardamento. Non ce la fanno: l'istinto antisemita a sinistra spunta in continuazione
Nel 2024, l’Osservatorio antisemitismo della Fondazione CDEC di Milano ha censito 877 episodi di antisemitismo in Italia, puntualmente documentati nella Relazione Annuale pubblicata on line a febbraio. L’analisi sottolinea l’aumento esponenziale dei casi nel corso del 2024, che risultano essere quasi il doppio di quelli registrati l’anno precedente. Pur in assenza di dati aggiornati sul 2025, è facile presumere che i numeri saranno in crescita ulteriore e inarrestabile. L’andamento tragico della guerra in Medio Oriente ha avuto conseguenze immediate sulla vita ebraica ovunque nel mondo, incluso il nostro paese. In un corto circuito esplosivo, gli ebrei d’Italia si sono trovati e si trovano isolati, oggetto di richieste di dissociazione da Israele e di condanna di ogni suo gesto, vittime di una continua violenza verbale che, purtroppo, si è tradotta anche in aggressioni fi siche vere e proprie (come è capitato a due ragazzi a Milano il 18 giugno del 2025).
Al di là delle valutazioni politiche, militari, ideologiche, umane che questo lunghissimo conflitto porta con sé, la ripresa dei fenomeni di antisemitismo è tangibile e indiscutibile. Se, come ha segnalato David A. Bell, uno dei più importanti storici al mondo, professore a Princeton, in una intervista pubblicata per l’edizione italiana di K-la revue, nel sistema americano l’esplosione antiebraica degli ultimi 21 mesi è tutta interna alle logiche più paradossali e contraddittorie del pensiero decoloniale e delle rivendicazioni dell’antirazzismo, in Italia, e in generale in Europa, la chiave è un’altra. A partire dal 7 ottobre, non a caso troppo spesso dimenticato, è tornato a galla, con tutta la sua forza, il repertorio antico dell’antisemitismo di matrice religiosa cristiana.
L’ultimo, e più inaspettato esempio, è una vignetta pubblicata oggi da La Repubblica, disegnata da Elle Kappa sui fatti di ieri alla chiesa di Gaza. Un Netanyahu con giubbetto antiproiettile e faccia nervosa si scusa per il «deplorevole errore» e dichiara «stavamo mirando al bambinello» (p. 11). Il secondo fumetto, con quel «bambinello» buttato là, rievoca esplicitamente l’accusa antica di deicidio, quella secondo cui gli ebrei sarebbero colpevoli della morte di Gesù e che ha comportato nei secoli innumerevoli morti e discriminazioni di ebrei in terra cristiana. Viene da chiedersi se l’autrice, sempre attenta e acuta osservatrice dell’oggi, abbia scelto quelle parole con l’intenzione di riesumare quel vecchio pregiudizio o se sia limitata a commentare un fatto grave, nel modo che più le sarà sembrato consono e finendo, però, col rievocare il fantasma del deicidio. Purtroppo, il corto circuito che stiamo tutti vivendo, fa sì che, nella nostra cultura, quel modo peschi i suoi stilemi dall’archivio bimellenario dell’antiebraismo cristiano, quasi sempre nella più assoluta inconsapevolezza.
Proprio quest’anno ricorre il sessantesimo anniversario dell’enciclica Nostra Aetate, che nel 1965 portò con sé il rifi uto del deicidio e aprì la via al dialogo ebraico-cristiano, oggi in affanno ma che certo mai ritornerà sui suoi passaggi chiave. Ma prima pesa ancora nel nostro modo di pensare.
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