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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
19.07.2025 Drusi, Israele manda aiuti
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 19 luglio 2025
Pagina: 14
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «I beduini in marcia per dare l’assalto ai drusi in Siria»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 19/07/2025, a pag. 14, con il titolo "I beduini in marcia per dare l’assalto ai drusi in Siria", la cronaca di Amedeo Ardenza.

Israele sostiene i drusi siriani e li protegge dal massacro delle milizie sunnite. Ora manda anche aiuti umanitari per permettere loro di sopravvivere nel caos siriano

Il nuovo governo siriano non riesce a controllare la situazione nella provincia di Sweida, nel sud del paese, non lontano dal confine con Israele. A dispetto del secondo cessate il fuoco annunciato in poche ore da Damasco, gli scontri fra clan beduini di fede sunnita e gruppi di drusi fedeli allo sceicco Hikmat al-Hijri sono ripresi, da cui la necessità per il presidente siriano Ahmad al-Sharaa, sunnita di estrazione qaedista, di inviare truppe regolari nella regione a spegnere l’incendio interreligioso. Ma fra il dire e il fare c’è di mezzo Israele. Quando, a dicembre 2024, Al Sharaa diventò il nuovo presidente siriano al posto del massacratore di sunniti e alleato dell’Iran Bashad Assad, Israele non batté ciglio. Nel giro di poche ore la Israeli Air Force (Iaf) distrusse quanto restava dell’arsenale di Assad, mentre le Israeli Defense Forces (Idf) si allargavano all’ex zona cuscinetto ai piedi del Monte Hermon. Una zona peraltro abitata dai drusi, una delle minoranze arabe più integrate in seno allo stato ebraico. L’avvertimento era chiarissimo: Al Sharaa, Israele non ti teme ma non ti mettere in testa di fare il presidente della Siria come lo era Assad, tu al massimo sarai sindaco di Damasco o poco più. E non ti azzardare a toccare i drusi o saranno guai.
Mesi dopo la sovranità limitata di Al Sharaa è alla luce del sole: giorni fa l’aviazione di Gerusalemme ha bombardato le forze regolari siriane ufficialmente impegnate a dividere i drusi dai beduini di Sweida ma considerate troppo vicine ai secondi. Negli scontri violenti scoppiati domenica scorsa 254 persone, fra le quali personale medico, donne e bambini, avrebbero già perso la vite mentre almeno 1.000 famiglie beduine sono state sfollate dalla zona di Sweida verso la confinante provincia di Daraa.
Ieri mattina il ministro degli Esteri di Gerusalemme Gideon Saar ha ordinato la consegna di aiuti umanitari ai drusi di Sweida, la cui sorte ha messo in grande agitazione la comunità drusa in Israele.
Sempre ieri l’umiliazione diplomatica di Damasco. «Alla luce dell’instabilità in corso nel sud-ovest della Siria», ha riferito venerdì ai giornalisti del suo paese un funzionario rimasto anonimo del governo di Gerusalemme, «Israele ha accettato di consentire l’ingresso limitato delle forze di sicurezza interne [ovvero siriane] nel distretto di Sweida per le prossime 48 ore». Senza l’ok preventivo di Israele il temibile ex qaedista siriano Abu Muhammad Al Jawlani (un nome di battaglia che menzionava il Golan irredento), autoribattezzatosi Ahmad al-Sharaa, un nome che non vuole fare paura a nessuno, non può nemmeno spostare le truppe regolari del paese che pretende di governare.

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