Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Il rapporto BESA smonta l’accusa di genocidio a Gaza Commento di Davide Romano
Testata: israele.net Data: 18 luglio 2025 Pagina: 1 Autore: Davide Romano Titolo: «“Dati manipolati e metodologie fallaci”: il rapporto BESA smonta l’accusa di genocidio a Gaza»
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - un commento di Davide Romano pubblicato originariamente su Il Riformista con il titolo "Dati manipolati e metodologie fallaci": il rapporto BESA smonta l’accusa di genocidio a Gaza".
Davide RomanoLo studio del BESA Center che smentisce le accuse di genocidio a Israele nella guerra a Gaza, basandosi su dati verificati e metodologie scientifiche. Il rapporto denuncia l’uso di civili da parte di Hamas e l’inattendibilità delle fonti di Gaza. Romano critica la narrazione dominante e invoca il ritorno al rigore scientifico della cultura occidentale
Scrive Davide Romano: Sono ormai 30 mesi che Israele viene demonizzata quotidianamente per la guerra a Gaza sulla base dei dati forniti dalla propaganda di Hamas e da personaggi come Francesca Albanese, difesa proprio in questi giorni dal regime degli ayatollah iraniani.
Tanti media hanno seguito questa narrazione antioccidentale nel metodo e nel merito, contribuendo a creare un clima di intolleranza antiebraico. E’ inquietante analizzare come il racconto di quanto succede a Gaza sia la versione moderna della caccia alle streghe: la maldicenza e i “si dice” diventano realtà sui media mainstream, con le conseguenze che vediamo in termini di violenza e terrorismo.
Contro tutto questo non possiamo che tornare al meglio della cultura occidentale: il metodo scientifico. A tal proposito arriva uno studio rigoroso realizzato dal Begin-Sadat Center for Strategic Studies (BESA) che rigetta le accuse a Israele di perpetrare un genocidio a Gaza, grazie a un’analisi di fonti primarie e secondarie.
Il report è stato realizzato da un gruppo multidisciplinare composto dal professor Danny Orbach (storico militare), dal dottor Jonathan Boxman (analista quantitativo), dal dottor Yagil Henkin (esperto in guerra urbana) e dall’avvocato Jonathan Braverman (specialista in diritto internazionale umanitario.
Gli autori criticano il “bias umanitario” delle ONG internazionali e propongono una metodologia basata su tre principi: cautela nella selezione delle fonti, verifica incrociata e consolidamento dei dati.
Una delle scoperte più significative riguarda la presunta carestia intenzionale. Gaza già dipendeva quasi del tutto dagli aiuti esterni e, paradossalmente, i rifornimenti alimentari dopo ottobre 2023 hanno talvolta superato quelli pre-conflitto. Così vengono demolite le accuse di affamare deliberatamente i gazawi.
Hamas, secondo il rapporto, impiega civili come “scudi umani”, costruendo tunnel sotto infrastrutture civili e usando edifici pubblici per scopi militari. Gaza viene descritta come una delle sfide militari più complesse per un esercito occidentale.
Dei 50.021 morti riportati da Gaza, solo 61 casi sono associati ad accuse di uccisioni intenzionali, basate su fonti poco affidabili. Alcune testimonianze mediche su presunte esecuzioni di bambini risultano non verificate o fraintese.
Non sono emerse prove di bombardamenti indiscriminati. Il rapporto evidenzia misure di precauzione adottate dall’IDF, come evacuazioni e munizioni di precisione. Solo l’1,2% delle vittime era nelle zone sicure designate.
Gli autori contestano i dati del Ministero della Salute di Gaza, visto che i combattenti vengono conteggiati come civili. Anche la percentuale di vittime donne e bambini è statisticamente inaccurata.
Gli autori tracciano un parallelo con l’Iraq degli anni ’90, dove le stime di centinaia di migliaia di bambini morti per le sanzioni americane si rivelarono completamente false dopo il crollo del regime di Saddam Hussein.
Il rapporto mette in guardia sull’uso politico del termine “genocidio”: una sua applicazione indiscriminata ne indebolisce il significato legale ed etico. Pur riconoscendo la sofferenza a Gaza, gli autori affermano che le accuse contro Israele si basano su dati manipolati e metodologie fallaci.
Questa ricerca non piacerà ai moderni cacciatori di streghe, ma il metodo scientifico è quanto ci ha fatto passare dalla cultura dei forconi a quella dei Nobel a donne come Marie Curie e Rita Levi Montalcini: conquiste che qualcuno, a sinistra, è disposto a rinnegare in nome dell’ideologia antisionista.
(Da: Il Riformista, 15.7.25)
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