Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
David Elber: perché Israele non può difendersi Intervista di Claudia Osmetti
Testata: Libero Data: 18 luglio 2025 Pagina: 17 Autore: Claudia Osmetti Titolo: ««Le sanzioni all’Albanese sono fondate sulla legge»»
Riprendiamo da LIBERO del 18/07/2025, a pag. 17, con il titolo "«Le sanzioni all’Albanese sono fondate sulla legge»" la cronaca di Claudia Osmetti.
Claudia Osmetti
David Elber
David Elber è una di quelle persone abituate a usare le parole con la precisione chirurgica di chi sa che anche una virgola fa la differenza. Ha la formazione di uno storico, la preparazione di un ricercatore e la puntualità di un analista che prima valuta, s’informa e poi parla. Da anni si occupa di antisemitismo, è coautore del recentissimo Ritorno a Sion: breve storia dello Stato di Israele dalle origini a oggi (Marcianum press) ed è un esperto di diritto internazionale.
Dottor Elber, si sente ripetere che le sanzioni Usa verso Francesca Albanese vìolino il diritto internazionale. È così?
«É una falsità. Non esiste un trattato che precluda a uno Stato di imporre sanzioni a società o organizzazioni o anche individui. Non si può neanche invocare il diritto all’immunità, altra cosa che è stata sollevata, non essendo Albanese un funzionario dell’Onu».
Cosa ha mosso gli Stati Uniti?
«Albanese ha accusato e ha ventilato l’ipotesi di prendere provvedimenti non solo verso Israele ma anche verso realtà statunitensi come alcune compagnie legate al ministero della Difesa americana. Le dico di più. Questa sanzione si avvale di una legge statunitense del 2002».
Ben prima dell’era trumpiana...
«Esatto. Si tratta dell’American service members protection act, è riferita in modo specifico al Tribunale penale internazionale e prevede, da 23 anni, cioè non da questa amministrazione, la possibilità di prendere provvedimenti anche di carattere sanzionatorio».
Senta, ma di cosa parliamo quando parliamo di diritto internazionale? Perché a me sembra che sia l’utile giustificazione di chi accusa Gerusalemme e basta. Israele-viola-il-diritto-internazionale, Netanyahu-è-un-criminale-di-guerra: in concreto, cosa vuol dire?
«Niente. Si tratta di una falsa accusa che si smonta velocemente proprio nei termini che indica lei: chi la lancia non cita mai a quale diritto internazionale si riferisce. A quale legge? A quale articolo? A quale trattato?
Lo fa sempre in modo generale».
Mi viene in mente Laura Boldrini, un mese fa, a Rafah ,che impartiva lezioni sul diritto umanitario...
«È la stessa cosa. Il diritto umanitario è un’alterazione semantica delle leggi di guerra che già esistevano.
Non è mai stato codificato».
Faccio l’avvocato del diavolo. Va bene in punta di diritto, ma nella realtà di un conflitto come si coniuga?
«La verità è che il diritto internazionale e il diritto umanitario vengono invocati soltanto quando c’è di mezzo Israele. In Crimea, nelle mille guerre di cui non ci si occupa nessuno li ricorda».
Lla Corte penale internazionale ha ribadito la procedibilità delle accuse a Netanyahu. Cosa ne pensa?
«A proposito delle violazione del diritto internazionale...».
In che senso?
«Israele non fa parte della Convenzione di Roma con cui è stato istituito il Tribunale penale internazionale.
Che di conseguenza non ha nessuna autorità, non può decidere mandati di arresto sulle autorità israeliane».
E dei tre membri della Commissione d’inchiesta permanente alle Nazioni unite che si sono dimessi in questi giorni?
«Me lo lasci dire: quella Commissione è un altro obbrobrio che non ha giustificazione nel diritto internazionale. La sua presenza afferma che Israele, per il Consiglio per i diritti umani, è ontologicamente criminale.
Ma il discorso diventa complesso».
Perchè?
«Pensi a chi fa parte di questo Consiglio: è composto da 47 Paesi che vengono nominati ogni tre anni, caso strano son sempre gli stessi. Israele non ha mai fatto parte del Consiglio per i diritti umani, come non ha mai fatto parte del Consiglio di sicurezza o di tantissime altre commissioni. Nessun israeliano ha mai fatto parte della Corte di giustizia internazionale, se vogliamo dirla tutta. Accusano Israele di apartheid, è all’Onu che c’è l’apartheid».
Il diritto internazionale, il 7 ottobre del 2023, dov’era?
«Non esisteva per tante figure all’Onu che dicono che essendo Hamas un’organizzazione terroristica, definizione che viene usata solo quando fa comodo, Israele non possa invocare l’articolo 51 della Carta dell’Onu per autodifesa. Cosa che è una balla clamorosa».
Come mai?
«In quell’articolo non c’è alcuna specifica sulla natura dell’aggressore.
Si dice, semmai, che lo Stato aggredito, può difendersi. È quello che è successo dopo l’11 settembre del 2001 quando non una ma almeno due risoluzioni del Consiglio di Sicurezza hanno ribadito il concetto. Com’è che quando c’entra Israele tutto questo non vale più?».
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