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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Giornale Rassegna Stampa
18.07.2025 Ecco chi sogna la morte di Israele
Commento di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 18 luglio 2025
Pagina: 12
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Ecco chi sogna la morte di Israele»

Riprendiamo da IL GIORNALE di oggi 18/07/2025 a pag. 12 il commento di Fiamma Nirenstein dal titolo: "Ecco chi sogna la morte di Israele".


Fiamma Nirenstein

Francesca Albanese non è un'esperta del suo ramo. La "special rapporteur" dell'ONU nei Territori è solo una propagandista pro-Pal che ce l'ha fatta e odia Israele

L’Albanese non esiste come esperta, ricercatrice. lo dimostrano i rapporti sul Medio Oriente costruiti solo sulla base delle testimonianze delle sue ONG preferite. Ma esiste come progressista negazionista: grande ruolo. Non sa la storia e neppure la cronaca, le sue fonti sono il ministero della sanità di Hamas, Wafa, le sue ONG e simili. Gi ebrei… la sua opinione è molto simile a quelle dei suoi predecessori  storici antisemiti. Soldi, potere, lobby, razzismo. Altro non sa e come lei, banali e molto ovvi, quasi tutti i talk show e le testate italiane e internazionali. E poi, quando la sua parte compie i gesti più mostruosi che mente umana possa immaginare, non lo sa, dubita. Altrimenti come resta una persona per bene, un essere normativo se approva lo stupro e la mutilazione di massa? Di più: la sua parte dal 1948  rifiuta una soluzione negoziata, ma lei non lo sa. Dice “from the river to the sea”, chiede che sparisca Israele. E’ ovvio che la sua idea di legalità internazionale è farlocca, ma la riafferma cercando consenso, e lo trova. È un consenso che gode dei miliardi del petrolio, e dice: “Io ho ragione, tu hai torto, sei di destra, io sono contro il colonialismo”. Che non c’è. Ma che importa la realtà: Albanese è capitata sulla cima dell’onda del woke, trasformato in incitamento al terrorismo e alla violenza. Ottimo: il Premio Nobel per la pace, secondo i suoi “progressisti” deve essere assegnato a lei. Non è strano: chi firma si sente buono, antimperialista. Al tempo in cui il comunismo era un assassino di massa, Dario Fo, lo ricevette. Continua oggi: Albanese è accovacciata nella sinistra e nelle istituzioni internazionali a partire dall’ONU: oggi, è la diva della conferenza di Bogotà che raccoglie 30 nazioni che con la Cina, il Qatar, la Spagna, Sud Africa, Algeria, Indonesia... E la sinistra italiana, povera di leader, ha trovato la bandiera: il sindaco di Bari che le offre le chiavi della città, un consigliere fiorentino che le vuole dare la cittadinanza onoraria (della mia città!!) e i big leader del Campo largo che ne difendono il “diritto di parola”. Ma è vero il contrario: così la bloccano, la ammutoliscono. L’ONU ha accolto la donna col curriculum che ha, partecipazione a conferenze con Hamas, frasi antisemite, impicci di soldi e falsi di accademia. Ma dietro di lei, l’immenso fenomeno che la crea e la definisce, la mutazione cieca della brava persona. Essa ama i poveri e gli oppressi, per lei Israele nasce come un progetto “coloniale aziendalizzato”, una misera balla, ma gli ebrei sono bianchi, dice, che importa se il popolo ebraico è l’unico indigeno millenario che mai ha lasciato Israele del tutto nonostante gli spintoni, se la fatica del deserto strappato alla sabbia e della guerra di difesa è stato tutto di immigrati dal Lager. Perché: la brava persona progressista è generosa, ama i poveri del terzo mondo più che sé stessa, vuole benessere e democrazia, odia l’occupazione inventata. Ed ecco che quando Israele consegna terra, sgombera Gaza e parte grande del West bank, tenta dieci volte (numero vero) l’accordo, Albanese non lo sa, è progressista. Noi siamo la parte giusta della storia, noi siamo il sale dell’umanità. E chiuderà gli occhi e la mente.  Dunque, il buon progressista cosa racconterà a se stesso quando quel sette di ottobre i suoi Palestinesi bruciano vivi i bambini e stuprano le donne? Non racconterà. Nei rapporti dell’Albanese non c’è. Anche Greta Thunberg non ha voluto guardare il film su Nova. Si butta la statua di Cristoforo Colombo a San Francisco, si sradica e si sporcano Churchill e Lincoln. Mentre si cancella la storia, si ignora anche l’enorme forza omicida che Israele soffre da 75 anni, i missili, le decine di migliaia di trucidati nel terrorismo. Oggi Israele è costretto a combattere contro chi vuole distruggerlo. Stavolta dopo il 7 ottobre, sa che i nemici non vogliono affatto la pace, e non è disposta alla resa. Questo è inaccettabile per la mente progressista collettiva. Vuole la sua pace virtuosa, progressiva, felice, sulla tomba del popolo ebraico. Peccato, signora, Israele non ci sta.

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