Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
'Sono iraniana e gli attacchi di Israele mirati contro i fanatici assassini che governano la Repubblica Islamica mi danno speranza' Commento di Nikoo Pajoom
Testata: israele.net Data: 20 giugno 2025 Pagina: 1 Autore: Nikoo Pajoom Titolo: «'Sono iraniana e gli attacchi di Israele mirati contro i fanatici assassini che governano la Repubblica Islamica mi danno speranza'»
Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - la traduzione del commento, pubblicato da Times of Israel, della dissidente iraniana Nikoo Pajoom: "'Sono iraniana e gli attacchi di Israele mirati contro i fanatici assassini che governano la Repubblica Islamica mi danno speranza'".
Nikoo Pajoom26 ottobre 2022: una giovane senza hijab, in piedi su un veicolo, mentre migliaia di persone si dirigono al cimitero di Aychi per commemorare il 40esimo giorno dall’uccisione di Mahsa Amini, a Saqqez, la sua città natale nel Kurdistan iraniano
Negli ultimi giorni, persone benintenzionate che sanno che sono iraniana mi hanno avvicinato con profonda preoccupazione nello sguardo chiedendomi come sto.
Quasi tutti danno per scontato che io sia infuriata per gli attacchi di Israele. Ecco perché, quando dico loro che sostengo pienamente le azioni di Israele in Iran, sembrano perplessi e direi persino un po’ feriti e offesi.
Ho vissuto in Iran per i primi vent’anni della mia vita. Ho conosciuto solo un Iran sotto il governo dei mullah. Ho conosciuto solo un Iran che uccide, violenta e umilia le sue donne e reprime brutalmente ogni dissenso.
Nel corso della mia vita ho visto, tra le altre, le proteste studentesche del 1999 e del 2003, il Movimento Verde del 2009, le proteste economiche del 2017-2018, le proteste per il volo 752 e, più recentemente, le proteste per Mahsa Amini.
Questo elenco parziale riguarda solo la mia vita.
Il regime sanguinario dell’Iran ha ucciso generazioni e generazioni del nostro popolo durante il suo dominio, che presto raggiungerà il mezzo secolo.
Mentre uccide in massa durante le proteste, il regime soffoca continuamente e in modo raccapricciante la vita civile imponendo un sistema legale draconiano che impone il velo alle donne, le lapida per adulterio, le frusta per “immodestia” e le incatena sistematicamente a leggi familiari e codici penali medievali.
Una prova lampante della violenza del regime iraniano è il fatto che ha continuato a minacciare i manifestanti iraniani anche mentre viene bombardato. Questo regime non placa la sua sete di sangue dei suoi cittadini nemmeno quando la sua esistenza è minacciata dalla guerra.
Finora, Israele ha condotto attacchi militari mirati e precisi volti a smantellare le ambizioni nucleari di un regime bellicoso che ha preso in ostaggio il suo stesso popolo e destabilizzato la regione.
Israele ha deciso di rompere una tradizione di appeasement (arrendevolezza) con questo regime terrorista.
Alcuni lamentano la distruzione delle raffinerie di petrolio e gas iraniane. Ma dimenticano che il regime saccheggia le ricchezze dell’Iran a beneficio delle proprie tasche e per i propri programmi terroristici. Questa ricchezza non va a beneficio degli iraniani, mentre la sua distruzione potrebbe farlo.
Le risorse naturali dell’Iran sono state una maledizione anziché una benedizione per il suo popolo, e non posso piangere la distruzione delle principali fonti di reddito del regime.
Gli attacchi mirati in Iran, che hanno causato la morte di alcuni dei membri più spregevoli del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica, non sono paragonabili alle tante vittime civili a Gaza, e qualsiasi paragone tra queste due operazioni è del tutto ingiustificato.
La condotta bellica di Israele in Iran è stata molto precisa e calcolata e, se ciò dovesse cambiare, la mia opinione su questa guerra cambierebbe di conseguenza.Mentre Israele ha intrapreso azioni concrete, gli Stati Uniti sotto Trump si muovono con timidezza e continuano a invitare i mullah al tavolo delle trattative.
Trump dimostra che è disposto a battersi solo contro gli immigrati indifesi e i più vulnerabili. Forse tuttavia, per una volta, Trump può scegliere di combattere contro un nemico vero.
Ci sono indicazioni che Israele potrebbe prendere in considerazione una politica di cambio di regime in Iran. A mio parere, un cambio di regime è l’unica politica che renderebbe davvero utile questa guerra.
Abbiamo visto cosa ha fatto mezzo secolo di governo dei mullah all’Iran e alla regione. Non voglio azzardare supposizioni su cosa farebbe un altro mezzo secolo.
Se i mullah sopravvivranno a questi attacchi, la vedranno come una vittoria che non farà che rafforzarli e farli sentire invincibili.
Il terrorismo continuerà a essere il segno distintivo della regione, a meno che il regime iraniano non venga smantellato e non si tengano elezioni senza candidati terroristi.
In Medio Oriente tutti abbiamo da combattere le nostre battaglie contro i fanatici religiosi, poiché sono una costante della nostra storia. Ma spero sinceramente che riusciremo a sconfiggere i fanatici assassini iraniani con l’aiuto delle operazioni mirate di Israele in Iran e con un sostegno inequivocabile al cambio di regime.
Quindi, a chiunque voglia ascoltare l’opinione di questa iraniana, io dico che sono fiduciosa.
Spero che sia Israele che gli Stati Uniti comprendano i benefici di un cambio di regime in Iran e non permettano che la Repubblica Islamica si trascini per altri 50 anni.
Accondiscendere il terrorismo genera terrorismo. È ora di avere la pace.
(Da: Times of Israel, 17.6.25)
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