Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
I sindacati scioperano per l’Iran e contro Israele Cronaca di Tommaso Montesano
Testata: Libero Data: 20 giugno 2025 Pagina: 2 Autore: Tommaso Montesano Titolo: «I sindacati scioperano per l’Iran e contro Israele: oggi aerei e treni bloccati. E domani tutti in piazza»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 20/06/2025, a pag. 2, con il titolo "I sindacati scioperano per l’Iran e contro Israele: oggi aerei e treni bloccati. E domani tutti in piazza", la cronaca di Tommaso Montesano.
Tommaso Montesano
Per difendere il regime degli ayatollah, i lavoratori italiani incrociano le braccia. In un weekend di partenze, i sindacati autonomi proclamano lo sciopero generale "contro la guerra". E tutto il paese si ferma.
I primi disagi sono iniziati ieri sera, con l’avvio dello sciopero di 24 ore dei lavoratori del trasporto ferroviario. Ma è oggi che gli italiani subiranno i disagi maggiori della serrata di 24 ore proclamata dai sindacati di base Cub, Sgb, Usb e Si Cobas, che coinvolgerà il settore pubblico e privato. Una mobilitazione che avrà le ripercussioni più pesanti sul fronte della mobilità, visto che in ogni città incroceranno le braccia anche i dipendenti delle aziende del trasporto pubblico locale, con modalità che variano a seconda della città. In agitazione pure il comparto aereo, dove lo sciopero di 24 ore riguarda non solo gli equipaggi, ma anche il personale di terra e i controllori di volo. Sono coinvolte molte compagnie, tra cui Ita Airways (32 i voli cancellati), Ryanair, EasyJet e WizzAir.
Le città dove si terranno manifestazioni sindacali sono Roma (due piazze); Milano (due piazze); Torino; Genova; Trieste; Bologna; Firenze; Livorno; Pisa; Frosinone; Pescara; Napoli e Catania.
Poi ci sono i metalmeccanici. Proprio ieri è stata ufficializzata l’agitazione di otto ore dei lavoratori aderenti a Fiom, Fim e Uilm. «Scioperiamo in tutta Italia svuotando le fabbriche e riempiendo le piazze per rinnovare il contratto collettivo di lavoro», ha detto Michele De Palma, leader della Fiom.
Lui oggi a sarà a Napoli, mentre Ferdinando Uliano (Fim) e Rocco Palombella (Uilm) saranno a Bologna e Mestre. E manifestazioni regionali sono attese a Udine, Trento, Bergamo, Aosta, Torino, Genova, Firenze, Ancona, Perugia, Lanciano, Roma, Bari, Potenza, Vibo Valentia, Palermo, Cagliari.
Dalla Cgil è arrivata la benedizione del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: «Siamo al fianco delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici». Con quelle di oggi, diventano quaranta le ore di sciopero nel settore. Dalla politica è arrivato il sostegno di Avs. «Saremo in piazza accanto alle organizzazioni sindacali», ha promesso Tino Magni, senatore già in segreteria nazionale Fiom Cgil. E poco più tardi è stato il turno del Pd. «Siamo a fianco dei sindacati metalmeccanici», hanno detto i deputati Arturo Scotto e Cecilia Guerra.
Il sindacalismo di base si appresta a bloccare l’Italia con le motivazioni più disparate. In primis la difesa di Gaza e l’ostilità a Israele. «No al genocidio palestinese; abbassano i salari, aumentano le spese militari; fermiamo le guerre, no all’economia di guerra; no ai tagli sulla sicurezza sul lavoro; basta morti sul lavoro», si legge sulla home page del sito della Confederazione italiana di base. La Cub info e spettacolo ha inserito nella piattaforma di rivendicazione anche «la questione del diritto alla libertà di espressione e pensiero nei luoghi di lavoro. Scioperiamo contro i metodi autoritari e contro la repressione del dissenso portata avanti dai padroni nei luoghi di lavoro e dal governo col “decreto sicurezza”. Scioperiamo per invertire il disegno autodistruttivo dell’umanità».
I colleghi di Usb, poi, hanno convocato una serie di presidi davanti agli stabilimenti di Leonardo a Torino, Napoli, Firenze, Roma e Catania. Con queste iniziative, i sindacati di base intendono denunciare il ruolo svolto da società a controllo pubblico attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza «nei conflitti in corso nel mondo e, contemporaneamente, smascherare la retorica che si va costruendo sulla presunta utilità dell’industria militare alla nostra economia».
L’ex Finmeccanica è accusata di aver perseguito «negli scorsi decenni la dismissione di quasi tutti i settori produttivi civili, per dedicarsi al core business della guerra».
Un ponte ideale verso la manifestazione contro il riarmo di domani, dove il «sindacalismo conflittuale» sarà il protagonista della manifestazione che dalle ore 14 partirà da piazza Vittorio Emanuele II, a Roma, alla quale parteciperanno Potere al popolo, centri sociali e proprio l’Unione sindacale di base. «Contro guerra e riarmo, sì al disarmo, fuori l’Italia dalla Nato, Israele Stato terrorista», si legge nel volantino di “convocazione”.
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