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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio Rassegna Stampa
17.06.2025 Amnesty tace sui missili lanciati da Iran su Israele
Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 17 giugno 2025
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Boulevard Khamenei»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 17/06/2025, a pagina 1/I, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "Boulevard Khamenei".

Informazione Corretta
Giulio Meotti
Iran : la mort de Raïssi relance la question de la succession de Khamenei
Amnesty International tace sui missili lanciati dall’Iran contro Israele. Nessuna condanna per gli attacchi contro civili israeliani, né per i tentativi di attentato sventati in Europa. Il silenzio di Amnesty contrasta con la sua prontezza nel denunciare Israele, Amnesty International usa un doppio standard se si tratta di Israele: punta solo a demonizzarlo

Roma. Mentre a Teheran risuonavano i cori di “morte a Khamenei, morte all’Irgc” (Guardie della rivoluzione islamica) durante il fine settimana, numerose manifestazioni a sostegno della Repubblica islamica dell’Iran stavano avendo luogo nelle principali capitali europee. Della serie, “chiunque attacchi Israele è nostro amico”.

Londra è stata teatro di manifestazioni con migliaia di dimostranti che si sono radunati davanti a Westminster. I partecipanti hanno issato i simboli nazionali iraniani. LaPalestine Solidarity Campaign ha coordinato queste proteste, diffondendo sulle piattaforme digitali immagini di folle che reggevano cartelli che chiedevano la fine degliattacchi israeliani a Teheran. Commentando le marce a Londra, Suella Braverman, ex ministro dell’Interno e procuratore generale, ha dichiarato: “Queste marce d’odio nelle nostre strade mostrano il fallimento totale del multiculturalismo. Sono preoccupata per il futuro della Gran Bretagna se si permette a questo odio di continuare. Il regime iraniano finanzia il terrorismo globale e qualsiasi sostegno al regime iraniano deve essere trattato alla stregua di un sostegno ad al Qaida o all’Isis. Il regime iraniano odia il nostro stile di vita e vuole distruggerci”. Un portavoce del Jewish Leadership Council ha dichiarato: “L’Iran è stato dietro a numerosi complotti falliti sul suolo britannico, sventati dai nostri servizi segreti. L’Iran è una minaccia diretta per il popolo britannico. Che si marci a sostegno di questo regime dovrebbe preoccupare tutti”.

arigi ha assistito a tre giorni consecutivi di massicce manifestazioni, che hanno unito le tradizionali richieste filopalestinesi a un esplicito sostegno al regime di Teheran. Migliaia i partecipanti partiti da boulevard Voltaire. Anche rappresentanti della France Insoumise hanno partecipato a questi raduni. Durissima l’associazione femminile iraniana Femme Azadi: “Quando i filopalestinesi all’improvviso appoggiano gli iraniani... non stanno appoggiando il popolo, ma i carnefici… Bandiera della Repubblica islamica alla manifestazione filopalestinese di sinistra nel cuore di Parigi. Queste stesse persone che non abbiamo mai visto alle manifestazioni a sostegno delle donne iraniane, della gioventù iraniana, ci costringono a vedere la bandiera dei nostri carnefici nel paese in cui siamo fuggiti”. In Place de la République a Parigi, gli attivisti proclamano il loro sostegno al povero piccolo stato attaccato dai fascisti sionisti. L’antisionismo, è l’unica bussola politica di Jean-Luc Mélenchon? Non gliene potrebbe importare di meno dei palestinesi uccisi da Assad o dei musulmani uccisi da ogni sorta di altro regime. Berlino ha ospitato duemilamanifestanti a sostegno dell’Iran. Ma il movimento si estende oltre i confini europei, con la Bronx Anti-War Coalition che sta pianificando una manifestazione di “solidarietà con l’Iran” a Times Square. La Columbia University Apartheid Divest esprime solidarietà con l’“Asse della resistenza”, Iran, Hezbollah, houthi e Hamas, perché si oppone all’“imperialismo”.

Non importa che il mese scorso gli inglesi abbiano arrestato otto agenti iraniani pronti a colpire nel Regno Unito, che la Francia grazie all’intelligence israeliana abbia sgominato un progetto iraniano di attentato a unaconferenza di dissidenti iraniani, che Berlino da cinquant’anni sia teatro di operazioni iraniane clandestine contro gli oppositori del regime dei mullah o che a New York una dissidente iraniana sia di recente scampata a un tentativo iraniano di ucciderla (assieme a Salman Rushdie). O che il regime iraniano tenga in ostaggio due francesi, Cécile Kohler e Jacques Paris. Intanto, Amnesty tace sui missili lanciati dall’Iran sui centri d’Israele. Chissà se un’atomica lanciata su Tel Aviv sarebbe considerata “sproporzionata” dai soloni dei diritti umani.

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