Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Bibi avvisa: ucciso Khamenei guerra finita Cronaca di Amedeo Ardenza
Testata: Libero Data: 17 giugno 2025 Pagina: 2 Autore: Amedeo Ardenza Titolo: «Bombe sulla tv dell’Iran. E Bibi avvisa Khamenei: «Ucciso lui, guerra finita»»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 17/06/2025, a pag. 2, con il titolo "Bombe sulla tv dell’Iran. E Bibi avvisa Khamenei: «Ucciso lui, guerra finita»", la cronaca di Amedeo Ardenza.
Morto Khamenei, finirebbe la guerra. Israele prosegue con la sua opera di smantellamento dei vertici di regime, compreso il bombardamento della Tv di Stato che continuava a diffondere propaganda di odio.
«Il megafono della propaganda iraniana sta per essere distrutto. L’evacuazione dei residenti dell’area sta iniziando». Con queste parole il ministro della Difesa di Gerusalemme, Israel Katz, ha preannunciato il bombardamento della sede di Teheran della tv nazionale della Repubblica islamica. In precedenza, il portavoce in farsi delle Israeli Defense Forces (Idf), Kamal Pinhasi, aveva lanciato un avvertimento ai cittadini della capitale iraniana, «anche con telefonate» affinché evacuassero la zona indicata in una mappa: «Nelle prossime ore, le Idf opereranno nell’area per colpire le infrastrutture militari del regime iraniano. Cari cittadini, per la vostra sicurezza: vi chiediamo di evacuare immediatamente dall’area contrassegnata nel Distretto 3».
Ore dopo in una presentatrice munita di chador fuggiva in diretta tv sullo sfondo di boati. Secondo l’agenzia di stampa Tasnim nell’attacco «diversi dipendenti» sono rimasti feriti mentre per Iran International, vicino all’opposizione, «un certo numero di dipendenti» dell’emittente avrebbe perso la vita. Al Arabya ha scritto che il canale ha ripreso le trasmissioni poco dopo. «Il regime sionista ha condotto pochi minuti fa un’operazione militare contro la rete di informazione della Repubblica islamica», ha detto il funzionario Hassan Abedini. «Il regime israeliano non era consapevole del fatto che la voce della rivoluzione islamica e del grande Iran non sarebbe stata messa a tacere».
In seguito, riportava l’israeliano YNet, anche le Guardie rivoluzionarie iraniane rilasciavano una dichiarazione invitando i residenti di Tel Aviv a evacuare il prima possibile per non permettere al loro «regime brutale» di usarli come scudi umani un’adozione della terminologia israeliana contro l’uso di civili da parte di Hamas, Hezbollah e dell’Iran. Ma per Giora Eiland, generale israeliano a riposo e stratega dell’Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale (Inss), i pasdaran mentono. Il bilancio dei morti nell’ultimo attacco missilistico iraniani contro il centro di Israele (Tel Aviv, Petach Tiqva, e Bene Beraq) è salito a 25 persone con le ultime otto rimaste uccise lunedì prima dell’alba. Il numero dei feriti è arrivato a quota 1.350. «I missili iraniani sono molto precisi», ha affermato il generale.
«Nessuno di questi è caduto a caso: gli iraniani sparano intenzionalmente sulle aree residenziali delle città israeliane allo scopo di fermare la nostra offensiva». Lunedì le Idf hanno reso noto di aver distrutto un terzo dell’arsenale balistico degli ayatollah e circa il 70% dei lanciarazzi mentre i proiettili che gli israeliani riescono a intercettare sono l’85%. «Con centinaia di aerei abbiamo ridotto la capacità del lancio dei missili di circa la metà», ha affermato la portavoce delle Idf Masha Michelson. Lo scopo dichiarato di Israele non è però rovesciare il regime ma bloccare i suoi tentativi di distruggere lo stato ebraico. Un obiettivo rivendicato da Teheran ed esperito «tramite il cerchio di fuoco degli alleati dell’Iran, ma qua hanno fallito», ha spiegato Eiland. «Con missili balistici convenzionali, ma qui stanno fallendo; e con la costruzione della bomba atomica, e stiamo lavorando per impedirlo». L’Iran fa però ancora paura: i paesi occidentali stanno evacuando i loro cittadini da Israele attraverso la Giordania. Per il cancelliere tedesco Friedrich Merz «Teheran non dovrà dotarsi di armi nucleari». In scena è tornato Vladimir Putin che, forte di relazioni ottime con l’Iran e decenti con Israele, si propone come mediatore per un cessate il fuoco, proposta subito silurata da Merz e dall’Ue. A Mosca starebbe guardando la Guida Suprema Ali Khamenei, secondo molti in procinto di scappare dall’Iran. Rivolto alla ABC News il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahiu si è detto non interessato a colloqui per una de-escal tion con Iran. «Vogliono co tinuare a tenere questi coll qui fittizi in cui mentono, imbrogliano e tirano in lungo gli Stati Uniti». Siete pronti a uccidere Khamenei? Secca la risposta: «Non sarebbe un’escalation ma la fine del conflitto». Ma anche Bibi sa che se Donald Trump ordinerà lo stop al conflitto, le Idf dovranno fermarsi.
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