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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero Rassegna Stampa
16.06.2025 Il sindaco di Bologna insulta Netanyahu: 'è un criminale'
Cronaca di Tommaso Montesano

Testata: Libero
Data: 16 giugno 2025
Pagina: 4
Autore: Tommaso Montesano
Titolo: «A sinistra il 'campo largo' riparte da Khamenei»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 16/06/2025, a pag. 4, con il titolo "A sinistra il 'campo largo' riparte da Khamenei", la cronaca di Tommaso Montesano.


Tommaso Montesano

Un'altra manifestazione contro il riarmo che si sta trasformando in una protesta di piazza contro Israele. Leggasi: in difesa del regime degli ayatollah. Giuseppe Conte la organizza, tutta la sinistra si accoda. Matteo Lepore, sindaco di Bologna, insulta Netanyahu dandogli del "criminale". Il campo largo riparte da Khamenei. Bolognesi, smettetela di votare a sinistra! 

Giuseppe Conte è pronto. Sabato sarà in piazza alla manifestazione «contro il riarmo». Quella nella quale - è scritto nella piattaforma diffusa dagli organizzatori il vero obiettivo è però Benjamin Netanyahu, visto che in uno degli “appelli di convocazione” che circolano sul web si attacca Israele sia per il «genocidio che commette in Palestina», sia per «l’escalation che sta provocando in Medio Oriente».
«Noi ci saremo, ci saremo in forze, ci sarà una nostra delegazione», promette il leader del M5S, che ieri conversando con i giornalisti a Palermo si è di fatto schierato con il regime di Teheran, chiedendosi come mai il governo italiano non abbia ancora preso le distanze dall’operazione militare Rising lion. «Il governo non ci ha detto se condanna o no l’attacco all’Iran di Netanyahu, che ormai ha una condotta criminale, a infrastrutture. Non solo a vertici militari, ma anche a vertici civili, a scienziati iraniani».
Scienziati al servizio del programma di proliferazione nucleare, ma questo l’ex premier si guarda bene dal specificarlo. Conte, più che l’ayatollah Khamenei, attacca il primo ministro d’Israele: «Sta perseguendo un cambio di regime. E noi che facciamo? Lo scrive Netanyahu il diritto internazionale?». Da qui l’appuntamento a Roma, all’ennesima piazza anti-israeliana.
Ennesima perché ieri c’è stato un prologo con la marcia Save Gaza sull’Appennino bolognese.
Un corteo finito come al solito. Con i canti inneggianti alla resistenza palestinese, il coro “Palestina libera”, le bandiere dalla pace, quelle palestinesi e l’immancabile “Bella ciao”. In testa, lo striscione “Save Gaza, fermate il governo di Israele”. A seguire, un altro con la scritta “Sì, è genocidio”. A guidare i 10mila partecipanti scarsi alla marcia che da Marzabotto - quello che sta accadendo nella Striscia, a sentire gli organizzatori, può essere paragonato con l’eccidio nazionalsocialista del 1944 - si è conclusa sul Monte Sole, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, il Pd bolognese, l’Anpi, l’Unione delle comunità islamiche italiane, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, oltre a varie associazioni pacifiste e di sinistra.
L’iniziativa era stata messa in piedi, sull’onda della manifestazione di una settimana fa andata in scena a Roma, per tenere alta l’attenzione sulla «mattanza nella Striscia di Gaza». Il nuovo fronte che Israele ha aperto con l’Iran, però, ha fornito nuove frecce all’arco dei partecipanti. Squarciando l’ultimo velo di ipocrisia: i due km di marcia si sono trasformati in un appuntamento anti-israeliano. Non a caso il Pd bolognese ha così motivato la sua partecipazione alla mobilitazione: «Chiediamo, innazitutto, la fine delle stragi di civili a Gaza e dei crimini di guerra da parte del governo israeliano...».
Sul banco degli imputati c’è solo Benjamin Netanyahu. Flavio Lotti e Marco Mascia, presidenti rispettivamente della Fondazione Perugia-Assisi per la cultura della pace e del Centro diritti umani “Antonio Papisca” dell’università di Padova, due delle sigle che hanno aderito alla marcia, hanno bollato come «un altro atto criminale» l’attacco di Gerusalemme all’Iran.
Nel “serpentone” che da Marzabotto sale sul Monte Sole uno dei più attesi è Lepore. Il sindaco bolognese del Pd picchia duro su Netanyahu, invitando praticamente alla protesta permanente anti-israeliana «nelle piazze, nelle scuole, nelle università». Il premier israeliano «è un criminale di guerra. Siamo nelle sue mani se la comunità internazionale non interviene e non ferma questa escalation che rischia di accendere altre guerre e conflitti in altre parti del mondo». E sabato prossimo si replica. Ancora a Roma, dove dalle ore 14 da piazza Vittorio Emanuele II - inizierà il corteo per il «No» a «guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo» e contro «il terrorismo di Israele». Landini farà il bis.
E non sarà l’unico.

 

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