Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Appello ai giovani: è l’ora della rivolta. Una spallata al regime Commento di Fiamma Nirenstein
Testata: Il Giornale Data: 16 giugno 2025 Pagina: 6 Autore: Fiamma Nirenstein Titolo: «Appello ai giovani: è l’ora della rivolta. Una spallata al regime»
Riprendiamo da IL GIORNALE di oggi 09/06/2025 a pag. 6 il commento di Fiamma Nirenstein dal titolo: "Greta e la kefiah antisemita".
Fiamma Nirenstein
Questo è il momento buon per ribellarsi al regime degli ayatollah, per la prima volta dal 1979 tutti i vertici sono stati decapitati. Donne, studenti, minoranze, tutti gli esasperati dalla tirannia islamica hanno un'occasione più unica che rara.
Adesso forza ragazzi, mostratevi. Siete là, nel caos di Teheran, vi siete esposti negli anni a decine di milioni, coloro che ambiscono finalmente in Iran a uno Stato laico ammontano a più dell’80 per cento. I cittadini che alzando la testa vedono adesso sfrecciate gli F15 israeliani nel cielo hanno vissuto battaglie gloriose contro le Guardie della Rivoluzione, l’Esercito, la Polizia, le rivoluzioni in cui hanno fronteggiato senza paura le armi spianate, i manganelli in mano, la ferocia di chi sapeva di marciare in divisa per andare a picchiare e a violentare le donne. Adesso le centrali di queste terribili fonti di oppressione e di morte per il popolo iraniano sin dal 1979, sono state in gran parte distrutte. Sono stati eliminati i loro leader impegnati parallelamente nella costruzione di un potere internazionale deciso con ogni mezzo alla dominazione religiosa e nel mantenimento di uno dei poteri più liberticidi del mondo. E’ il momento per quel popolo che, dopo essersi rivoltato con vari motivi sociali e politici nel 1999, nel 2009, fra il 2011 e il 2012, fra il 2017 e il 18, fra il 2019 e il 2020, finalmente risorga, si mostri. Le ultime grandi rivolte sono state quelle meravigliose in nome di Jina Mahsa Amini, una ragazza curda che arrestata il 14 settembre 2022 dalla ronda della decenza islamica, poi trascinata in carcere e picchiata a morte perché non indossava il hijab in maniera propria, ha destato sulla sua memoria una rivolta che ha investito decine di province dell’immenso Paese. Sono stati due anni di scontri per “donna libertà vita”, mai si è visto un coraggio più splendente nella migliore fra le aspirazioni umane, quella della libertà. Allora l’abitudine iraniana a liberarsi dalla minaccia politica con la violenza ha conosciuti un picco nelle condanne a morte, 834 solo nel 2023, mentre le piazze si ribellavano sull’ onda della protesta femminile ormai diventata generale. Nel 2024 i primi sei mesi hanno visto 400 esecuzioni con accuse di ogni genere,dalla blasfemia alla violenza. I crimini contro il popolo dell’Iran sono stati passati sotto silenzio da gentili interlocutori politici, messi in totale sottordine dall’ONU e da un consesso internazionale che ha preferito vestire le nostre antiche statue romane e greche al cospetto degli ayatollah, piuttosto che fronteggiarli su un atteggiamento così sessuofobo da impiccare gli omosessuali sulle gru nella pubblica piazza. Mentre tutto questo è accaduto nei decenni, la hubris del potere nel poter piegare le anime è diventata, come spesso accade, quella del disegno di piegare il mondo: con alleanze potenti come quella coi Russi e, più di nascosto, coi cinesi; usando proxy come gli Hezbollah e gli Houty, entusiasti di essere stati adottati da un leader così potente da essere sulla strada della bomba atomica che avrebbe completato il lavoro dell’Islam estremo di uccidere gli ebrei e conquistare il mondo, l’Iran di Khamenei ha costruito un potere che riteneva consolidato, definito. Nessuno, pensava, avrebbe mai più avuto il coraggio di sfidare. Invece, il cielo si è rovesciato. La confusione ha invaso le centrali dell’oppressione come mai gli antagonisti di quel sistema si sarebbero potuto sognare. E’ difficile adesso persino da capire: la tv iraniana manda in onda immagini di Qassem Suleimani, la confusione nelle strade è totale. Le minacce panicizzate spazzano il vuoto.Come Israele abbia trovato il coraggio e la forza di agire da sola dal cielo e dalle postazioni costruite in anni di lavoro dentro l’Iran, e affrontare faccia a faccia il regime, forse molti non riescono ancora a afferrarlo. Netanyahu in uno dei suoi messaggi ha cercato di indicare una nuova strada di amicizia col popolo dell’Iran spiegando che una volta eliminata la terribile leadership dei loro incubi, può nascere un mondo di collaborazione internazionale e persino di amicizia. Si immagina un futuro da costruire finalmente privo di odio, mentre la sirena ancora suona e chiama a scendere di nuovo, e di nuovo… Certo come Israele quando ha capito che il momento era fatale, che era o bomba atomica o intervenire adesso, così certo qualcuno in Iran intuisce: la strada è aperta, coraggio.
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