Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Quelli che hanno sbagliato bandiera Commento di Francesco Lucrezi
Testata: Il Riformista Data: 13 giugno 2025 Pagina: 5 Autore: Francesco Lucrezi Titolo: «Antisemiti dichiarati, timidi e ipocriti. Chi sventola la bandiera palestinese»
Riprendiamo dal RIFORMISTA, il commento di Francesco Lucrezi: "Antisemiti dichiarati, timidi e ipocriti. Chi sventola la bandiera palestinese".
From the river to the sea (Dal fiume al mare) vuol dire solo una cosa: cancellare lo Stato ebraico
Siamo ormai abituati a vedere le piazze d’Italia riempite di moltitudini di persone, tutte intente a sventolare la bandiera di un certo Paese. Dev’essere davvero amatissimo questo Paese così “sventolato”. Ma perché gli sventolatori sventolano? Le ragioni sono apparentemente diverse, perché gli sventolatori non sono tutti uguali, si dividono in tre gruppi.
Il primo gruppo è quello dei sinceri e coerenti. Ammettono orgogliosamente di essere antisemiti, di odiare gli ebrei e tutto ciò che è ebraico. Del tutto logico, pertanto, che debbano odiare lo Stato ebraico, e, per converso, amare (o meglio, fare finta di amare) quell’entità che, per le complicate vicende della storia, si è trovata a diventare il suo opposto, la sua negazione, il suo coltello nella carne. Se lo Stato ebraico non esistesse, di quell’entità a nessuno importerebbe niente, e nessuno, ma proprio nessuno, sventolerebbe quelle bandiere, anche se qualcuno (ovviamente, non ebreo) compisse contro l’entità le più mostruose crudeltà. A questi sinceri e coerenti non ho nulla da rimproverare. La sincerità e la coerenza sono doti da apprezzare.
Poi c’è il gruppo degli ignoranti, o finti ignoranti. Sono quelli che dicono di non essere antisemiti, ma solo antisionisti. Ossia di non avere niente contro gli ebrei, ma solo contro lo Stato ebraico, che non dovrebbe esistere. Questi ignoranti, o finti ignoranti, non hanno capito niente, o fingono di non aver capito, né dell’ebraismo né del sionismo. Se conoscessero solo l’ABC di entrambi, saprebbero che il sionismo non è nato con Herzl, ma con Abramo e con Mosè. Che per quasi duemila anni, in ogni parte del pianeta, durante la cena pasquale, gli ebrei di tutto il mondo hanno pregato di ritrovarsi “l’anno prossimo a Gerusalemme”. Che la parola Gerusalemme ricorre 700 volte nella Bibbia. Che senza il legame, fisico e spirituale, con la Terra d’Israele, l’ebraismo, semplicemente, non esiste. Agli ignoranti veri direi di andare a studiare. Quelli che fingono di esserlo, invece, appartengono in realtà al primo gruppo, e sono quindi ipocriti e codardi. Meglio quelli del primo.
Il terzo gruppo lo definirei di “quelli che hanno sbagliato bandiera”. Sono coloro che negano di essere antisemiti e anche antisionisti, ma di voler solo esprimere una legittima critica all’attuale governo d’Israele. Non dubito che molte di queste persone siano in buona fede, ma rivolgo loro solo due piccole osservazioni. La prima è una domanda: non avete nessun imbarazzo a sventolare insieme a quelli del primo e del secondo gruppo? È possibile che quella bandiera possa accomunare tutti felicemente? Cogliete le differenze, o no? E, se le cogliete, pensate che sia forse il vostro messaggio a prevalere? Se è così, vi sbagliate, e di grosso. La seconda è questa: anche io farei parte del vostro gruppo, perché il 2 luglio del 2023 (ignaro di quanto, a pochi chilometri di distanza, i mostri stavano preparando) sfilavo, con tanto di bandiera, a Rehov Kaplan di Tel Aviv (pur non essendo né israeliano né ebreo), insieme a decine di migliaia di persone, contro il governo di Israele, che allora era il medesimo di oggi. E anche io sventolavo una bandiera.
Come vedete, sono anch’io uno sventolatore. Ma, dato che sventolavo per il bene di Israele (meglio, per quello che ritenevo essere il bene: nessuno ha il monopolio della verità), ovviamente la bandiera che sventolavo era l’unica che potevo avere in mano, quella bianca e azzurra. Perciò, a quelli del terzo gruppo, direi soltanto che hanno sbagliato bandiera. Tornate, domani, a fare un’altra manifestazione, con la bandiera giusta. Vi aspetto.
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