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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Newsletter di Giulio Meotti Rassegna Stampa
12.06.2025 E’ ufficiale: i barbari hanno conquistato la capitale dell’Unione Europea
Newsletter di Giulio Meotti

Testata: Newsletter di Giulio Meotti
Data: 12 giugno 2025
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «E’ ufficiale: i barbari hanno conquistato la capitale dell’Unione Europea»

Riprendiamo l'articolo di Giulio Meotti, dalla sua newsletter, dal titolo: "E’ ufficiale: i barbari hanno conquistato la capitale dell’Unione Europea". 


Giulio Meotti

Islamici mettono in scena il pogrom del 7 ottobre a Bruxelles, con il pieno appoggio del sindaco. Siamo arrivati sino a questo punto? Sì.

Nel mondo prima immaginato e poi costruito dai multiculturalisti tutto è permesso, tranne difendere i valori che hanno reso possibile la stessa società occidentale liberale.

Il programma di contrasto all’estremismo del governo britannico, Prevent, ha ordinato ai dipendenti pubblici di trattare il “nazionalismo culturale” - l’idea che “la cultura occidentale è minacciata dalle migrazioni di massa e dalla mancanza di integrazione da parte di gruppi etnici e culturali” - come l’ideologia del “terrorismo di estrema destra”.

Dunque, se non volete che il multiculturalismo, l’islamizzazione e l’immigrazione fuori controllo cambino i connotati alla vostra cultura e società siete uno “psico-criminale” da sorvegliare (e punire).

Quel genio letterario caustico di Charles Baudelaire ebbe a definire il Belgio “le bâton merdeux de l'Europe”. Non credo ci sia bisogno di traduzione. Sicuramente un posto dove il “nazionalismo culturale” sembra essere completamente sparito.

Mentre in Italia ci si baloccava con un fallito referendum sulla cittadinanza, a Bruxelles andava in scena il “Festival della Resistenza”.

Una rievocazione del 7 ottobre con i terroristi vestiti con kefiah e abiti militari che simulano attacchi mortali con armi finte. Altri sono sdraiati a terra, simulando cadaveri. Tutto approvato dal sindaco. Tutti bravi cittadini.

Bisogna guardare più e più volte il video per capire la fine che stiamo facendo.

Jean Spinette, sindaco socialista di Saint-Gilles, il comune di Bruxelles che ha autorizzato l’evento, ha detto di aver consultato la polizia prima di dare il via libera. “Le informazioni in nostro possesso non consentivano un divieto a priori senza compromettere la libertà di espressione”.

Libertà di espressione?

Come ha detto il terrorista degli attentati di Parigi, il brussellese Salah Abdeslam, “l’Islam trionferà con le buone o le cattive”.

“Chi conquista il Belgio, conquista l'Europa”, avverte Éric Zemmour nel vedere le immagini da Bruxelles. “La demografia è destino”, ha affermato il saggista alla giornalista Sonia Mabrouk. “Lo dico da 20 anni. Tuttavia, il Belgio è molto piccolo. Quindi, è una conquista ancora più facile”. “Quando si legge la storia del Belgio di Henri Pirenne (uno storico belga), egli spiega che fin dal Medioevo, chiunque prenda il Belgio dall'Europa, prenda l'Europa ed ecco perché francesi, inglesi e tedeschi si sono contesi il Belgio per secoli”, continua l'ex candidato alla presidenza, prima di citare le guerre napoleoniche, la Prima Guerra Mondiale e il conflitto del 1939-1945 come esempi storici.

“Ho ricevuto questo video, ma non l'ho pubblicato semplicemente perché non potevo credere che fosse vero", ha commentato l'ambasciatrice israeliana in Belgio, Idit Rosenzweig-Abu. “Ecco una rievocazione del massacro del 7 ottobre. Sangue e corpi a terra. Com'è possibile che questo sia il Belgio?”.

Soltanto gli sciocchi possono restare sorpresi.

In seguito all’incendio al grande magazzino Innovation che uccise 300 persone a Bruxelles nel 1967, il re saudita Faisal, allora in tournée in Europa, tirò fuori il libretto degli assegni. In cambio, il saudita chiese al re belga Baldovino, cattolico, di riconoscere la religione islamica. Fu il primo paese europeo.

Da allora, è stata soltanto una sequenza di rese. Fino al sindaco di Saint Gilles che vuole cambiare il nome di Saint Nicolas in “Sidi Nicolas”. “Per noi Saint Nicolas deve essere rispettoso dell’ambiente e intersezionale”, ha detto Spinette.

Chi si ricorda del vecchio sindaco socialista di Bruxelles, Freddy Thielemans? Nel 2007 vietò una manifestazione contro l’islamizzazione dell’Europa. Di 17 membri della sua coalizione di governo, 10 erano islamici. Dal 2007 al 2025 avevamo ancora tempo per cambiare le cose.

Ora siamo con “un imam andato al Parlamento di Bruxelles a cantare una sura del Corano per più di tre minuti”, come racconta Le Monde. La scena non ha precedenti in un paese europeo.

A Place du Luxembourg, di fronte al Parlamento Europeo, si è tenuta un’altra manifestazione: “In nome di Allah, colpisci colpisci Tel Aviv”.

“Su 19 comuni di Bruxelles, 10 sono oggi caratterizzati dalla presenza di eletti o sindaci della Fratellanza Musulmana e dei loro complici” aveva appena denunciato Fadila Maaroufi. E fa i nomi: Evere, Bruxelles-Ville, Molenbeek, Saint-Josse, Schaerbeek, Anderlecht, Forest, Saint-Gilles, Koekelberg e Ganshoren.

Ecco cosa significa conquistare una città.

Bruxelles

In Belgio, la situazione è letteralmente perduta.

Oggi su Le Figaro c’è una intervista al senatore belga ed ex capo di Medici senza frontiere, Alain Destexhe: “Dagli anni 2000, il Partito Socialista si è trasformato in un partito comunitario, rappresentando principalmente le popolazioni marocchine e turche di Bruxelles. Questa strategia gli ha permesso di mantenere la presidenza di una regione un tempo liberale per due decenni. Ora, si trova ad affrontare la concorrenza di movimenti islamisti, da esso stesso alimentati. A Bruxelles solo il 23 per cento dei suoi residenti è ancora di origine belga e il 61 di origine extraeuropea. Il futuro è segnato: nelle scuole pubbliche, il corso di religione musulmana è di gran lunga il più popolare. Bruxelles si sta trasformando in una sorta di Venezuela islamizzato, che mescola socialismo clientelare, ambientalismo e rivendicazioni religiose sempre più invadenti. A lungo vetrina dell'Unione Europea, Bruxelles mostra oggi tutti i sintomi di un collasso strutturale”.

Basta vedere come Catherine Moureaux cercava i voti per essere rieletta sindaco di Molenbeek e così è andata in moschea. Non solo, come un imam, la politica socialista ci è andata ad annunciare un “centro giovanile per sole ragazze, perché non vogliono stare con i ragazzi. Si chiamerà Casa del Benessere”.

Poi, in un evento elettorale, uomini e donne sono stati separati da una tenda. A Bruxelles, non a Teheran.

Il sindaco socialista di Bruxelles, Philippe Close, ha fatto pubblicità alla “Salaam Cola”, la Coca Cola halal, islamicamente corretta.

Dunque, nella capitale dell’Unione Europea, dell’Europarlamento e della Nato puoi organizzare una rievocazione del massacro di Hamas, ma la partita di calcio tra Belgio e Israele non si può giocare. Lo ha annunciato il sindaco secondo cui sarebbe “semplicemente impossibile” garantire l’ordine pubblico e la sicurezza allo stadio e in città.

Non si può più organizzare neanche una conferenza europea di conservatori. Il sindaco manderà la polizia come una sua milizia privata a sbarrare le porte.

Non si può più celebrare a scuola il Natale e la Pasqua.

Non si può più girare in certi quartieri senza velo.

Non si può più organizzare tributi nei musei ai vignettisti massacrati.

Non si può più andare in giro con la kippah, il copricapo ebraico.

Però si possono organizzare manifestazioni per il rilascio di terroristi conclamati, manifestazioni di massa a favore di Hamas e anche fondare un partito che vuole instaurare la sharia.

Intanto le chiese della capitale sono vendute, una dopo l’altra.

A marzo è uscita una lunghissima inchiesta del magazine di Le Figaro: “Viaggio a Belgiquistan”.

“Basta aprire gli occhi e camminare per le strade di Bruxelles per rendersi conto che il comunitarismo e l'islamismo stanno invadendo lo spazio. Tutto è ‘halalizzato’. Dai saloni di parrucchiere gender-neutral ai ristoranti e negozi di abbigliamento. Una monoeconomia al servizio non dei musulmani, ma degli islamisti. Tra le corsie di uno di questi negozi, una giovane donna sfoglia un libro rosa confetto la cui protagonista, una bambina senza volto di 4 anni che vive in Francia e si chiama Hidaya, racconta come e perché indossa il jilbab e si copre i capelli come sua madre. Peter è belga. Ex educatore, il suo sorriso svanisce quando ripensa ai ricordi del suo vecchio lavoro. Peter ha lavorato a Boom e Mechelen, città tra Anversa e Bruxelles, in un centro che si occupava di accogliere i migranti e di guidarli nel processo di integrazione: ‘Il mio primo incontro con questo pubblico di nuovi arrivati, per lo più musulmani, è avvenuto nel bel mezzo del Ramadan e sono rimasto scioccato quando, durante la pausa pranzo, mentre avevo un panino e un caffè in mano, i membri del team mi hanno chiesto di nascondermi per non offendere queste persone. È incredibile!’ Dovreste guardare cosa sta succedendo qui, siamo all'avanguardia, ma questo fenomeno non vi risparmierà’”.

Il grande medievalista Henri Pirenne nel 1937 scrisse un libro dimenticato e profetico, Maometto e Carlomagno. Si conclude così: “La rottura della tradizione antica ebbe per suo strumento l'avanzata rapida ed imprevista dell'Islam. Questa ebbe come conseguenza la separazione dell'Oriente dall'Occidente, mettendo fine all'unità mediterranea. Paesi come l'Africa e la Spagna, che avevano continuato a partecipare alla comunità occidentale, da allora in poi gravitarono nell'orbita di Bagdad. Apparve un'altra religione, un'altra cultura; il Mediterraneo occidentale divenne un lago musulmano”.

Corsi e ricorsi storici?

Per come rapidamente e drammaticamente sta precipitando la situazione e se ha ragione Zemmour quando dice che “chi conquista il Belgio, conquista l'Europa”, temo che nessuno sarà risparmiato. Guardate i video e i numeri che arrivano da Bruxelles e tremate per le vostre città e paesi.

La newsletter di Giulio Meotti è uno spazio vivo curato ogni giorno da un giornalista che, in solitaria, prova a raccontarci cosa sia diventato e dove stia andando il nostro Occidente. Uno spazio unico dove tenere in allenamento lo spirito critico e garantire diritto di cittadinanza a informazioni “vietate” ai lettori italiani (per codardia e paura editoriale).

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