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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
11.06.2025 Francia occupata e Gaza: il prezzo della vittoria
Commento di Michelle Mazel

Testata: Informazione Corretta
Data: 11 giugno 2025
Pagina: 1
Autore: Michelle Mazel
Titolo: «Francia occupata e Gaza: il prezzo della vittoria»

Francia occupata e Gaza: il prezzo della vittoria
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://www.dreuz.info/2025/06/france-occupee-gaza-le-prix-de-la-victoire-315832.html

Una delle più celebri foto dello sbarco in Normandia, di Robert Capa. L'offensiva alleata del giugno 1944 pose fine a quattro durissimi anni di occupazione nazista della Francia. Ma il prezzo pagato dalla popolazione civile francese, non solo in Normandia, fu altissimo. Nessuno, però, pensa di accusare gli Alleati per le vittime collaterali della liberazione. A Gaza, invece, si sta usando un criterio morale opposto.

Nel mese di giugno del 1944 lo sbarco in Normandia poneva fine al dramma dell'Occupazione.

La Francia riacquistava la sua libertà e il suo orgoglio. Iniziava il tempo del rinnovamento e della ricostruzione. Non sarebbe stato facile. Secondo un documentario trasmesso da France TV nel 2014: “Durante la Seconda Guerra Mondiale, i bombardamenti alleati causarono, tra il 1940 e il 1945, circa 60.000 morti in Francia…” Sessantamila francesi innocenti, uomini e donne che non avevano accolto i tedeschi a braccia aperte; tra loro c'erano anche dei combattenti della Resistenza. “Centinaia di città furono devastate, alcune letteralmente rase al suolo.”

Così, ad Orléans, duramente colpita dai bombardamenti del maggio e giugno 1944, con il nodo ferroviario messo fuori uso, erano scoppiati degli incendi nella zona della stazione e sul ponte ferroviario di Vierzon. Due bombe caddero molto vicino all'ospedale. Infermieri, medici, dipendenti e neonati del nido trovarono riparo in cantina. Gli incendi avevano causato danni significativi anche nell'area della stazione. La Chiesa di San Paolo e il centro città erano stati danneggiati. Numerose le vittime civili. La città era rimasta senza acqua, gas, elettricità e servizi telefonici. “Corse in cantina, sirene spiegate, case in fiamme.” Si può immaginare il panico di fronte alla morte che arriva dal cielo, dato che il Paese non ha rifugi e nessuno sa quanto dureranno i bombardamenti. “Per tutti i francesi che vivevano vicino ai siti strategici occupati dai nazisti, la guerra fu prima di tutto la terribile esperienza dei bombardamenti”, conclude il reportage di questo documentario. Non c'è dubbio che questi bombardamenti fossero necessari. Va anche ricordato che i piloti alleati, tra cui anche dei francesi, correvano rischi enormi in queste sortite in territorio controllato dai tedeschi. C’erano le terribili difese aeree e l'altrettanto terribile Luftwaffe, l'aviazione tedesca.

La tragedia di Mers el Kébir invece, alimenta ancora il risentimento. Dopo l'armistizio firmato da Pétain il 22 giugno 1940, la Gran Bretagna temeva che la flotta francese, che non era stata colpita e che si era rifugiata nella base navale di Mers el Kébir in Algeria, cadesse in mano tedesca. Churchill ordinò che la flotta si autoaffondasse, o che essa si congiungesse alle posizioni britanniche o americane. Quando un ultimatum a tal fine, inviato al viceammiraglio Marcel Gensoul, rimase senza risposta, la marina britannica aprì il fuoco. Il bilancio fu pesante, sia in termini di perdite materiali che umane. Quel giorno morirono 1.295 marinai, la maggior parte dei quali nell'affondamento della corazzata Bretagne che, colpita frontalmente, si capovolse e affondò rapidamente con 977 tra ufficiali e equipaggio.

La Francia oggi è disposta a comprendere che i gravi danni causati dagli Alleati a una popolazione innocente erano necessari per la vittoria, ma non è disposta ad ammettere che Israele abbia il diritto di rispondere a provocazioni inimmaginabili sostenute da una popolazione ostile.

 

  
Michelle Mazel


takinut3@gmail.com

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