Lettera a padre Faltas
Buongiorno, mi permetto di inviare una lettera aperta a Ibrahim Faltas (vicario presbiteriano), certo che Lei Dottoresa Fait o il Dottor Pezzana (che saluto avendolo conosciuto per SarEl) potrete darle una forza e un peso che io non ho.
Con vivissima cordialità
A Padre Faltas
Ebbi modo di scrivere alla segreteria della Custodia Terra Santa per evidenziare certi "non detto" da parte sua vicario presbitero Ibrahim Faltas, quando il 26 maggio dichiarò che "qualcuno considera nemici da eliminare" i bambini palestinesi riferendosi all'IDF senza mai citarlo perché la buona coscienza deve essere pulita nel "dire il peccato ma non il peccatore". La mia comunicazione sarà stata cestinata, nel migliore delle ipotesi.
Ora, però, le invio una lettera aperta tramite "Informazione Corretta" perché il 5 scorso con un altro suo articolo non ha fatto altro che rimpinguare il "focolaio" di odio antisemitico che è sempre andato tanto di moda tra i cristiani (la stragrande maggioranza) e che ora si ritiene addirittura legittimo.
Senz'altro (lo si spera, almeno) sa che Gesù il Cristo raccomanda di ammonire un fratello che commette una colpa per "guadagnarlo", nel senso di salvarlo per cui sono certo che così avrebbe agito col vescovo Hilarion Capucci nel caso fosse venuto a conoscenza delle sue azioni che culminarono nell'arresto nel 1974. Come immagino ha agito e continua, da buon appartentente ai ministri della Chiesa, nei confronti dei palestinesi che hanno partecipato agli efferati delitti che Hamas continua a perpretare, almeno riguardo ai loro stessi fratelli e figli. Se ne può dubitare? Certo è che mai un accenno a questi terroristi fa nei sui scritti e nemmeno ne cita i loro peccati nel caso non li voglia nominare in base al criterio di poco sopra... o forse per lui non commettono alcun peccato?
Visse però nel 2002 l'occupazione della chiesa della Natività da parte di "militanti" palestinesi armati di tutto punto e non fece mancare nemmeno all'epoca la sua velata condanna all'esercito israeliano - che, al contrario, non occupò (strano, perché va tanto di moda dirlo) né fece irruzione avendone tutti i motivi visto che erano bersaglio dei terroristi armati asserragliati all'interno. Infatti fin dai primi giorni dell'occupazione costui con i suoi confratelli ripeterono continuamente di non avere più né acqua né cibo, né per gli occupanti né per loro ma, eh sì c'è una ma (il "ma" che mai viene detto) uno dei resoconti giornalistici più dettagliati, quello di Lorenzo Cremonesi sul "Corriere della Sera" dell´11 maggio entrato subito, appena terminata l'occupazione, raccontava tutt'altra verità (articolo dell'11 maggio).
Ebbene, nel suo ultimo "appello" racconta del dramma che si vive in Terra Santa, dove ci fu un "tragico 7 ottobre" e dove soffre anche "chi aspetta da più di 600 giorni persone care, ostaggi di cui non si conoscono le condizioni di vita o di morte..." però soffrono di più a Gaza dove "la morte arriva dal cielo e dalla terra: non si possono evitare le bombe e non si può evitare la morte se ti avvicini al cibo, mortificato e umiliato dalla fame e senza il diritto umano e riconosciuto di essere sfamato... Nei giorni della Festa del sacrificio, come l’anno precedente, la gente di Gaza soffre e muore. Non ha scelta. Mentre una mano offre sopravvivenza con il cibo, l'altra mano impugna strumenti di morte. Si allargano confini per conquistare terre e si disegnano nuove strade per dividere. Si impone di lasciare case distrutte e rifugi improvvisati, cercando di togliere il «focolare» ad un popolo.". Ovvio, il 7 ottobre è stato solo un giorno tragico!
Su, coraggio, pronunci la parola Hamas che ha scatenato tutto questo; su coraggio, denunci lo sfruttamento dei bambini nello scavare i tunnel dove a centinaia sono morti oppure armati per uccidere (già, anche loro impugnano strumenti di morte e a volte sono diventati loro stessi strumenti di morte) o usati come scudi umani e sacrificati dai loro capi come più volte hanno dichiarato di fare, se tanto le stanno a cuore; su, dichiari con forza che il cibo è stato sottratto da Hamas uccidendo loro stessi chi cercava di prenderne anche dai loro magazzini dove ne hanno ammassato a dismisura affamando la popolazione; avanti, condanni l'utilizzo di miliardi elargiti dalla "comunità" internazionale per costruire tunnel anche a 70 m di profondità e riempirli di armi, forse per lei anche queste non sono destinate per la morte, anziché per il bene della popolazione.
In buona sostanza lei continua ancora oggi con i proclami di istigazione d'odio antisemita (... povero San Giovanni Paolo II, parole buttate al vento).
Lei è lo stesso che scrisse entusiata per la riapertura della chiesa della Natività dopo la pandemia rallegrandosi non solo per i cristiani ma "anche per i musulmani della Palestina, che sono sempre venuti in tanti a visitare la chiesa"... mi fa venire in mente la scolaresca cattolica andata a visitare e pregare in una moschea guidati da un imam. Beh, forse è stato ricambiato il favore!
Non pensa sia giunto il momento di dire le cose come stanno, condannando certamente la guerra ma altrettanto certamente il terrorismo per tutto il male che ha scatenato e continua col la propria perversa ideologia?
Giorgio Di Gregorio
Caro Giorgio,
Pubblico volentieri la sua lettera a Padre Faltas che, io stessa, avevo fatto oggetto di estremo biasimo per il suo comportamento e le sue parole indegne nei confronti di Israele, durante l’occupazione della Basilica da parte di Hamas. Non facciamoci illusioni, però, tutti i religiosi della Custodia di Terra Santa hanno il dente avvelenato con Israele e sono strenui difensori dei palestinesi, siano essi terroristi o meno, loro non fanno differenza. Non so se riceveremo mai risposta ma vale sempre la pena ricordare che Israele si difenderà sempre dall’odio e dalla violenza dei loro protetti.
Un cordiale shalom
Deborah Fait