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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Riformista Rassegna Stampa
07.06.2025 La triste parabola dei paladini della verità. Da fact-checker a pappagalli di Hamas
Commento di Davide Romano

Testata: Il Riformista
Data: 07 giugno 2025
Pagina: 4
Autore: Davide Romano
Titolo: «La triste parabola dei paladini della verità. Da fact-checker a pappagalli di Hamas»

Riprendiamo da IL RIFORMISTA a PAG. 4, con il titolo "La triste parabola dei paladini della verità. Da fact-checker a pappagalli di Hamas", il commento di Davide Romano.


Davide Romano

Da paladini della verità a paladini di Hamas il passo è stato breve. I giornalisti che si erano posti l'obiettivo di combattere le fake news, soprattutto dopo l'elezione di Donald Trump nel 2016, sono diventati megafoni della propaganda islamica, senza mai verificare le fonti e senza mai chiedere scusa.

Negli ultimi anni, in particolare dall’avvento di Trump in politica, abbiamo assistito a un’apparentemente giusta campagna mediatica e politica implacabile contro la diffusione delle fake news.
I principali attori, in gran parte appartenenti agli ambienti progressisti e ai media, hanno condotto campagne di sensibilizzazione, implementato rigorosi protocolli di fact-checking e promosso regolamentazioni volte a contrastare la disinformazione.
La motivazione alla base di queste iniziative era nobile: denunciare l’impatto devastante che le falsità propagate online possono avere sulla democrazia, sul dibattito pubblico e sulla coesione sociale.
Tuttavia, il recente conflitto a Gaza ha ribaltato completamente lo schema: i sedicenti “paladini della verità” si sono improvvisamente trasformati in amplificatori seriali della propaganda di Hamas.
Così facendo, hanno distrutto tutta la credibilità della loro battaglia per un’informazione corretta e trasparente.
In un’epoca di crescente polarizzazione, le fake news di destra e di sinistra non si annullano reciprocamente, ma contribuiscono insieme a indebolire la democrazia.
La storia è costellata di informazioni palestinesi che si sono rivelate false, basta farsi un giro sul web alla voce “Pallywood”, la Hollywood palestinese.
Troverete morti che si alzano dopo le riprese, bambini truccati con sangue finto, e tutta una produzione di fake preparati ad arte per le accomodanti redazioni occidentali.
Poi ci sono i numeri, sparati sempre alti per conquistare le copertine di giornali e telegiornali.
Qualche esempio: nel 2002 tutti i media riportarono del “massacro di Jenin”, dove i palestinesi denunciarono più di 500 morti.
Indagini terze – Onu compresa - riveleranno che i morti furono quelli di una normale battaglia: 52 palestinesi e 23 israeliani.
Stesso discorso il 17 ottobre 2023 con la “strage dell’ospedale Al-Ahli di Gaza, dove furono annunciati 471 morti e 342 feriti causati da un bombardamento israeliano. Le immagini dimostrarono che il razzo proveniva dalla Jihad islamica di Gaza, aveva colpito il parcheggio dell’ospedale, e i morti erano meno di 100.
Naturalmente, a fronte delle prime pagine dei giornali del mondo che trasudavano indignazione, le smentite furono invisibili, e nel pubblico questi “massacri” sono rimasti realtà inconfutabili.
Riprodurre la propaganda di Hamas incide sulla sicurezza e la convivenza civile, oltre che causare odio e antisemitismo.
I governanti palestinesi hanno sempre impiegato la propaganda come uno strumento strategico, e media e politici progressisti si sono mostrati troppo spesso utili idioti della causa islamista.
La capacità dei terroristi di Hamas di manipolare l’opinione pubblica internazionale è ben documentata.
Pensiamo solo ai messaggi di ringraziamento dell’ayatollah Khamenei e perfino di Al-Qaeda, inviati agli studenti pro-Pal americani nel maggio 2024.
E in Italia?
È inquietante il fatto che nella piattaforma della manifestazione del 7 giugno organizzata da Pd-M5S-Avs non siano riusciti a inserire né la condanna di Hamas né quella dell’antisemitismo.
Soprattutto considerando che l’antisemitismo è un valore fondante non solo per il nazismo, ma anche per Hamas, Al-Qaeda, Hezbollah e Khamenei.
È pazzesco che gli stessi che incalzano Meloni sull’antifascismo non riescono a condannare l’antisemitismo.
Resta sempre valido, ieri come oggi, quanto diceva Mark Twain in una battuta: “Se non leggi i giornali sei disinformato, se invece li leggi sei informato male”.

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redazione@ilriformista.it

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