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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Newsletter di Giulio Meotti Rassegna Stampa
06.06.2025 Parlate bene dell’islam e dei terroristi o finirete in galera
Newsletter di Giulio Meotti

Testata: Newsletter di Giulio Meotti
Data: 06 giugno 2025
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Parlate bene dell’islam e dei terroristi o finirete in galera»

Riprendiamo l'articolo di Giulio Meotti, dalla sua newsletter, dal titolo: "Parlate bene dell’islam e dei terroristi o finirete in galera". 


Giulio Meotti

Kamel Daoud

Un grande romanziere algerino, Kamel Daoud, sotto fatwa e che non può rimettere piede nel suo paese, ha rinunciato a venire in Italia nel timore che venga arrestato da qualche magistrato fuori di testa su richiesta di quel regime canaglia che tiene un altro scrittore (Boualem Sansal) in galera da novembre (Erdogan allo stesso modo ha fatto arrestare tanti dissidenti turchi in Europa).

Cos’è, se non la nostra resa alle dittature islamiche? In Italia non esiste il reato di opinione, ma fingiamo che esista per fare contenti gli amici islamici che ci vendono il gas? Sansal, profetico, lo aveva detto alla mia newsletter: “Italia attenta, il gas algerino non è gratis”.

Nel 1793, Thomas Paine lanciò un attacco al Cristianesimo con L'età della ragione. Nessun libro sarebbe stato processato per “blasfemia” più frequentemente in Inghilterra. Il riformatore deista Richard Carlile trascorse anni in prigione solo per averlo venduto. Quel mondo pensavamo fosse finito da tempo. L'ultima condanna per “blasfemia” in Inghilterra risale al 1979 – contro la rivista Gay News e il direttore – e il reato è stato formalmente abolito nel 2008.

Questa settimana la sua versione “progressista” è risorta dalla tomba, non in nome del Cristianesimo, ma sotto la bandiera dell’Islam e dei suoi seguaci.

L’Inghilterra ha adottato una legge che vieta l’“offesa all’Islam”.

Il richiedente asilo curdo-armeno cinquantenne Hamit Coskun è stato condannato per “reato di ordine pubblico aggravato dalla religione” per aver bruciato un Corano fuori dal consolato turco a Knightsbridge, Londra, il 13 febbraio.

Coskun è arrivato in Gran Bretagna dopo aver subito sette anni di torture e prigionia in Turchia. La Corte di Westminster ha emesso il verdetto, stabilendo che era “motivato (in tutto o in parte) da ostilità verso i membri di un gruppo religioso, in particolare i seguaci dell'Islam, in base alla loro appartenenza a tale gruppo”. Durante la protesta contro Erdoğan e il jihadismo, Coskun ha gridato “fanculo l'Islam” e “L'Islam è una religione di terrorismo”.

Questa è la prima capitolazione formale della Gran Bretagna alle leggi islamiche sulla blasfemia.

Durante la protesta, un uomo è uscito dall'edificio vicino e ha aggredito Coskun. Nonostante sia stato ripreso in una telecamera e abbia detto “Sei un fottuto idiota, ti uccido subito, cazzo”, l'uomo, rimasto anonimo, ha negato di aver impugnato un coltello durante l'aggressione. Un ciclista di Deliveroo di passaggio si è fermato per prendere a calci Coskun mentre giaceva a terra.

Nessuno dei due è stato incriminato.

Piuttosto, il fatto che Coskun sia stato aggredito dall'uomo che presumibilmente impugnava un coltello e dal fattorino di passaggio è stato considerato come prova, dal Crown Prosecution Service, che “era probabile che ci fossero musulmani nel luogo che avrebbero subito un allarme o un disagio per molestie” nelle vicinanze della sua protesta, giustificando la sua condanna.Se vieni attaccato per aver offeso l'Islam in Gran Bretagna, i tribunali e il Crown Prosecution Service ti incolperanno. Questa non è giustizia, è resa.

Coskun avrebbe potuto benissimo essere condannato per apostasia da una delle 85 corti della Sharia note in Gran Bretagna, poiché la sua persecuzione equivale all'applicazione di una legge islamica sulla blasfemia (Londra è chiamata “capitale della sharia in Occidente”).

Ma il sistema della Common Law? Santi numi.

Il presidente della Corte Suprema inglese, Lord Phillips, aveva auspicato che il diritto inglese “inglobasse” alcuni elementi della sharia.

Philip McGhee, rappresentante del Crown Prosecution Service, ha insistito sul fatto che Coskun non fosse stato processato per il rogo del libro, ma per le sue osservazioni denigratorie sull'Islam. “Sono sprofondato in un profondo senso di disperazione, subendo un simile trattamento in un paese come l'Inghilterra, che credevo davvero essere un luogo dove regna la libertà, è stato un vero shock per me”, ha dichiarato Coskun alla Free Speech Union – che, insieme alla National Secular Society, ha pagato le spese legali e di sicurezza di Coskun e contribuirà a presentare ricorso contro il verdetto.

Il Convoy for Palestine, che ha attraversato le zone ebraiche di Londra Nord nel maggio 2021, sventolando bandiere palestinesi e gridando “Fanculo le loro madri, violentate le loro figlie” in un filmato, ha visto le accuse cadere dal Crown Prosecution Service.

C’è quindi offesa e offesa. Sarà la Sharia a deciderlo. Ha ragione Douglas Murray: “Se avesse bruciato una Bibbia, tutti avrebbero detto che aveva il diritto di farlo”.

Il medico che considera l’Islam una forma di nazismo? Radiato.

I medici che considerano Hamas “leggenda”? Tutto apposto.

Nel pronunciare il verdetto, il giudice McGarva ha citato il rifiuto di Coskun di fare distinzione tra Islam e musulmani come motivazione della sua condanna:

“Lei crede che l'Islam sia un'ideologia che incoraggia i suoi seguaci alla pedofilia violenta e al disprezzo per i diritti dei non credenti. Non fa distinzione tra i due. Ritengo che nutra un profondo odio per l'Islam e i suoi seguaci. Questo si basa sulle sue esperienze in Turchia e sulle esperienze della sua famiglia”.

Il giudice McGarva può essere considerato un'autorità in materia di scritture islamiche? Può illuminarci su come lapidare donne per adulterio come chiedono gli imam inglesi, possedere schiave sessuali come se fossero ciò che "la mano destra possiede" o il matrimonio del Profeta con Aisha quando aveva nove anni, siano in linea con i “valori britannici”?

Il fatto che Coskun sia di origine armena e curda, due comunità che hanno subito decenni di brutalità per mano dei regimi islamisti turchi, renderà la sua vita ancora più dura.

“Nel 2022, ho chiesto asilo in Gran Bretagna” scrive Coskun nello Spectator. “Perché qui? Perché credevo che fosse un paese in cui un rifugiato ateo potesse parlare senza paura. Questa convinzione mi ha portato alle porte del consolato turco il 13 febbraio. Se avessi saputo che contestare la propaganda islamista che ha distrutto il paese in cui sono cresciuto avrebbe potuto portare a un procedimento giudiziario, avrei potuto pensarci due volte prima di venire. Ma ora sono qui. E non resterò in silenzio”.

Coskun non è l'unica persona in fuga dalla persecuzione islamica a essere maltrattata dalle istituzioni occidentali. "Maria", una donna cristiana in fuga dalla conversione forzata nel suo paese d'origine, ha visto la sua domanda d'asilo respinta da un membro della Rete Islamica del Ministero degli Interni, composta da 700 persone.

Il legname istituzionale della Gran Bretagna è stato corroso dalla presa di potere islamica.

David Spring faceva parte di un gruppo di manifestanti vicino a Downing Street. Puntando il dito verso i poliziotti, David ha urlato: “Who the fuck is Allah”, chi cazzo è Allah. 18 mesi di carcere per questo macchinista di treni in pensione.

Il parlamentare Rupert Lowe ha presentato una mozione in Parlamento, "riconoscendo che in una società libera, nessuna religione o sistema di credo, incluso l'Islam, dovrebbe essere immune da critiche, dibattiti, satira o offesa". Finora, solo altri cinque parlamentari hanno firmato.

Sebbene la Svezia non abbia abbandonato per legge il proprio impegno per la libertà di parola, lo ha fatto di fatto lo scorso anno, uno degli accusati, Salwan Momika, è stato trovato assassinato nel suo appartamento di Stoccolma a gennaio. E solo dopo che a Momika è stata inflitta la pena della sharia per blasfemia contro l'Islam in via extragiudiziale, le accuse contro di lui sono state ritirate dal tribunale svedese.

Ora la Svezia manda liberi i membri delle organizzazioni terroristiche. Questo significa capitolare.

E ricordiamo che la Grande Moschea di Parigi un anno fa ha riportato in tribunale Michel Houellebecq.

Intanto un manifestante ebreo è stato arrestato dalla Polizia Metropolitana dopo aver mostrato brevemente un cartello satirico contro il capo di Hezbollah, come rivela il Telegraph. L’uomo è stato arrestato per una vignetta che mostrava Hasan Nasrallah, il capo del terrorismo libanese, con un cercapersone e le parole “beep, beep, beep”.Effettivamente è rischioso oggi in Europa irridere i terroristi con una vignetta. Ne sanno qualcosa i vignettisti francesi.

Nessuno in Inghilterra è mai stato processato per aver bruciato in piazza I versetti satanici di Salman Rushdie.

Lo ha detto con fin troppa onestà intellettuale Pieter Donner, giurista cristiano-democratico e ministro olandese: “I gruppi islamici hanno il diritto di arrivare al potere per via democratica. Se i due terzi degli olandesi volessero introdurre la sharia, questa possibilità dovrebbe essere concessa. Conta la maggioranza, questa è la democrazia”.

Ora, dietro all’idea di “Europa” ci sono i difensori della libertà di espressione, non degli accordi commerciali, dei trattati e delle corti di giustizia.

E se non ci ribelliamo, l'Islam passerà dall'essere il sistema di fatto a quello de iure. In nome dei diritti, della tolleranza e della democrazia. E allora potete giurarci che sarà difficilissimo, se non impossibile, liberarsene.

La newsletter di Giulio Meotti è uno spazio vivo curato ogni giorno da un giornalista che, in solitaria, prova a raccontarci cosa sia diventato e dove stia andando il nostro Occidente. Uno spazio unico dove tenere in allenamento lo spirito critico e garantire diritto di cittadinanza a informazioni “vietate” ai lettori italiani (per codardia e paura editoriale).

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giuliomeotti@hotmail.com

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