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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero Rassegna Stampa
06.06.2025 Netanyahu arma i rivali islamici di Hamas
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 06 giugno 2025
Pagina: 8
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Netanyahu arma i rivali islamici di Hamas»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 06/06/2025, a pag. 8, con il titolo "Netanyahu arma i rivali islamici di Hamas", la cronaca di Amedeo Ardenza. 

Netanyahu arma milizie islamiche contro Hamas? Secondo l'ex ministro Liberman, avrebbe armato il clan Abu Shahab di Gaza per ribellarsi contro Hamas a Gaza. Nella logica del nemico del mio nemico è mio amico. Ma dobbiamo prendere con riserva queste dichiarazioni di ex ministri, soprattutto se riguardano Netanyahu.

Un jihadista scaccia l’altro. È questo la logica secondo cui, parola dell’ex ministro della Difesa di Gerusalemme Avigdor Liberman, Israele avrebbe armato il clan Abu Shahab di Gaza, che si oppone allo strapotere di Hamas nella Striscia. Dettaglio non marginale, la milizia in questione è nota per le sue attività criminali, fra le quali lo spaccio di droga mentre secondo alcune fonti sarebbe legata all’Isis, lo Stato islamico che in anni recenti ha fatto il bello e il cattivo tempo in ampie regioni della Siria e dell’Iraq. Sollevato il polverone, Liberman, leader del partito laico russofono Yisrael Beitenu, si è divertito a osservare le reazioni.
Rivolti alla stampa locale, funzionari israeliani hanno confermato di aver armato gruppi gazawi in funzione anti-Hamas e di averne informato in forma riservata una commissione della Knesset, il parlamento d’Israele. Allo stesso tempo i funzionari hanno negato qualsiasi legame tra la milizia e l'Isis, aggiungendo che, al contrario, esponenti del gruppo avrebbero combattuto in passato contro cellule dell’Isis nella penisola del Sinai.
Gli Abu Shahab, beduini della tribù Tarabin, sarebbero stati incaricati da Israele anche di proteggere la Croce Rossa ma soprattutto di distribuire gli aiuti umanitari a Gaza, una missione-chiave per togliere potere agli uomini di Hamas. Nel sostegno ad Abu Shahab va letto anche il tentativo israeliano di individuare nuovi alleati in un futuro post-Hamas.
Ieri è stata anche la prima volta in cui, dopo mesi, le Israeli Defense Forces (Idf) hanno riportato a casa le salme di due ostaggi. Judith Weinstein Haggai e Gad Haggai, una coppia di ultrasettantenni del kibbutz Nir Oz, erano stati assaliti da Hamas il 7 ottobre 2023 mentre passeggiavano vicino al loro kibbutz. Lui era stato ucciso sul posto, lei ferita e i loro colpi portati a Gaza come spoglie di guerra. Il presidente d’Israele Isaac Herzog ha esteso le condoglianze alle famiglie di Haggai e JuWeinstein, esprimendo «profondo apprezzamento per le forze delle Idf e dello Shin Bet che hanno effettuato l’operazione di recupero». Herzog ha osservato che il ritorno dei loro resti rappresenta «un momento di profondo dolore, insieme a conforto e chiusura». Aggiungendo: «Continueremo a fare tutto ciò che è in nostro potere per riportare i nostri fratelli e sorelle dall’inferno - i vivi per la riabilitazione e la guarigione, e i caduti per la sepoltura adeguata in Israele. Fino all'ultimo». A Gaza restano ancora 56 civili israeliani.

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