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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Bet Magazine Rassegna Stampa
05.06.2025 Il bene fatto bene
Editoriale di Fiona Diwan

Testata: Bet Magazine
Data: 05 giugno 2025
Pagina: 1
Autore: Fiona Diwan
Titolo: «Il bene fatto bene»

Riprendiamo da BET Magazine di giugno 2025, a pagina 1, l'editoriale della direttrice Fiona Diwan 

Vita e sogni, poesia e regole: l'etica della riconoscenza nel Talmud |  Kolòt-Voci
Fiona Diwan

Cara lettrice, caro lettore,

vorrei proprio non parlarne ma il pensiero torna lì, insistente. Mi dico: suvvia, ci sarà pure qualche buona notizia, qualche spiraglio di ottimismo, no? Li cerco, e in effetti li trovo: c’è stato il secondo posto di Yuval Raphael all’Eurovision, votata in massa dalla giuria popolare, un’autentica vittoria se consideriamo le minacce di tagliarle la gola, l’ostracismo generale e l’aria irrespirabile che tira. O ancora, osservando la politica estera, mi dico che c’è una notizia incoraggiante, ossia l’inclusione di Israele come snodo nevralgico della Via del Cotone, la nuova dorsale terrestre dei commerci tra Est e Ovest, il maestoso corridoio delle merci che dall’India, attraverso l’Arabia e il Mediterraneo, arriverà fino agli Stati Uniti, una Via del Cotone fortemente voluta da Donald Trump in funzione anticinese, per tagliare l’erba sotto i piedi alla Via della Seta e sottrarre il transito dei cargo e delle navi-container al canale di Suez evitando così lo stretto di Bab el Mandeb, nel golfo di Aden, controllato dai ribelli Houti. Altra buona notizia: il nuovo Papa Leone XIV, le sue aperture verso il mondo ebraico, una boccata d’aria fresca dopo le ambiguità di papa Bergoglio e l’assurdità della kefiah sul Gesù natalizio-palestinese; oggi, Papa Prevost annuncia un dialogo accogliente e rispettoso con il mondo ebraico, ha dichiarato che «la grandezza del patrimonio spirituale comune a cristiani ed ebrei incoraggia la mutua conoscenza e stima…, e mi sta molto a cuore; … malgrado i malintesi, è necessario continuare con slancio questo nostro dialogo così prezioso».

Poi però, in modo sommesso, il pensiero torna indietro, si attorciglia e si fa cupo. Mi dico: non ostinarti a trattenere, come se quello che ti opprime e che hai dentro ti definisse meglio, facesse di te una persona più assennata e consapevole. Guarda che le notizie negative intossicano, fanno male. Lasciare andare, lasciar scorrere via a volte è un regalo che facciamo a noi stessi, mi dico. Lascia stare le news inquietanti, avvelenano e non servono. Niente. Notizie di ordinario antisemitismo mi inseguono, la cronaca non dà tregua: c’è stato il 25 aprile, una sfilata di bandiere e cori pro-Pal (ma non era la festa della liberazione dal nazifascismo?). C’è stato il primo maggio (ma non era la festa dei lavoratori?), con l’esibizione dei Patagarri e lo stravolgimento di Hava Naghila, melodia gioiosa trasformata in urlo politico contro Israele, usata in modo macabro per invocare la distruzione ebraica, un’appropriazione ignobile della cultura altrui e dei suoi simboli. E poi che dire di quanto accaduto al Salone del Libro di Torino, i tentativi d’irruzione e boicottaggio ai danni del giovane Nathan Greppi che presentava il suo saggio La cultura dell’Odio (Lindau), un senso d’intimidazione e ansia a cui ormai chiunque scriva di ebrei e di Israele si vede sottoposto? (Quel giorno, il padre di Nathan, il signor Greppi, mi telefonò pieno di angoscia e di furore per quello che Nathan rischiava di affrontare). E poi, sempre a Torino, al Campus Einaudi, l’evento sul diritto allo studio naufragato nella violenza fisica, camicie strappate e sputi (contro Luca Spizzichino e Pietro Balzano), con grida a suon di “fuori i sionisti dalle università” (ma qui il conflitto mediorientale cosa c’entrava?). Già: è stata oltrepassata una linea rossa, ripetono tutti, una deriva impensabile solo due anni fa. Eppure urge non indietreggiare, urge reagire a muso duro (come già le nostre istituzioni stanno facendo). Occorre forse acquisire una mentalità da guerriglia, usare una strategia a zig zag, sorprendere gli odiatori. E rifiutare di farsi deprimere. Si può vivere con vigile coraggio anche nei periodi socialmente difficili, cercando di coltivare angoli di benessere e di quotidiana fiducia. Estote parati, state pronti, siate preparati davanti agli imprevisti della sorte ma godetevi il cammino, con la curiosità di stare a vedere che succede, ripeteva, citando i latini, Sir Baden Powell, patrono degli scout. E noi con lui.

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