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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Riformista Rassegna Stampa
05.06.2025 Al Jazeera detta l’agenda, i media riportano bufale
Analisi di Ugo Volli

Testata: Il Riformista
Data: 05 giugno 2025
Pagina: 3
Autore: Ugo Volli
Titolo: «Al Jazeera detta l’agenda, i media riportano bufale»

Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 05/06/2025, a pagina 3, il commento di Ugo Volli, dal titolo: "Al Jazeera detta l’agenda, i media riportano bufale".

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Ugo Volli

Al Jazeera diffonde le notizie di Hamas, i media occidentali copiano da Al Jazeera. Così si alimenta il ciclo del terrorismo mediatico: propaganda di Hamas diffusa in tutte le lingue, così da alimentare l'odio contro Israele, accusato di tutti i peggiori crimini contro l'umanità a Gaza.

A inizio giugno si è diffusa nei media di tutto il mondo, a partire dalla BBC, la notizia lanciata dalla “Mezzaluna Rossa Palestinese”, secondo cui l’Esercito israeliano aveva ucciso oltre 30 cittadini di Gaza presso uno dei nuovi centri di distribuzione di aiuti.
Ma da dove viene questo numero?
Da Hamas, come sempre.
Parlando all’AFP, il portavoce di Hamas, Mahmud Bassal, aveva dichiarato: “Il numero dei martiri del massacro al centro di aiuti americano di Rafah è salito ad almeno 22, con oltre 120 feriti, inclusi bambini”.
Poi ha portato il numero a 31.
Si è diffuso anche il solito filmato con immagini raccapriccianti.
Peccato che non fosse vero niente, e la BBC è stata costretta ad ammettere di essersi accorta che il video era stato girato in un altro luogo e in tempo diverso, e soprattutto che i filmati dell’impresa americana dei soccorsi mostravano che non c’era stata nessuna sparatoria.
Ma su tutti i giornali del mondo era apparsa in prima pagina la fake news sugli israeliani assassini, e le smentite erano state pubblicate tardi e solo nelle pagine interne.

Era sabato, invece, quando Tom Fletcher, sottosegretario delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, aveva dichiarato alla solita BBC che “ci sono 14mila bambini che moriranno nelle prossime 48 ore se non riusciremo a raggiungerli”.
Poche ore dopo, l’Onu stessa è stata costretta a smentire: non c’è nessuna previsione di questo tipo.
Anche qui, titoloni in tutto il mondo per la fake news e silenzio sulla smentita.

Veniamo in Italia, all’1 giugno.
“Hamas apre alla tregua. Israele dice no”, era il titolo in caratteri cubitali del quotidiano La Stampa.
Repubblica, Domani e Avvenire titolavano in maniera simile.
Esattamente il contrario della verità.
Come ha chiarito lo stesso giorno proprio l’inviato americano Steve Witkoff, Israele aveva ufficialmente accettato la sua proposta e invece Hamas aveva risposto con una lettera riproponendo le sue vecchie condizioni.
Il che costituiva chiaramente un rifiuto.
Anche in questa occasione la fonte degli “autorevoli” quotidiani italiani era Hamas, magari attraverso quell’ufficio stampa del terrorismo che è Al Jazeera.
Di qui arriva quotidianamente il numero di morti a Gaza (peraltro tutti qualificati come civili, per tre quarti donne e bambini, come se a Gaza non ci fosse una guerra e Israele non fosse lì per distruggere le truppe terroriste): cifre più volte smentite da indagini indipendenti ma sempre rilanciate dai media come verità assolute.
Le smentite e le dichiarazioni israeliane sono sistematicamente ignorate dalla stampa, come se non ci fossero.

Quelle che ho elencato sono solo le ultime “gaffe” dei media internazionali e italiani.
Ma si tratta di uno stillicidio quotidiano, iniziato almeno la sera del 17 ottobre 2023, quando ancora le operazioni terrestri non erano incominciate e tutta la stampa internazionale riportò la notizia di un bombardamento israeliano sull’Al-Ahli Arabi Baptist Hospital con almeno 500 vittime.
Poi venne fuori che l’ospedale era intatto e l’esplosione era avvenuta in cortile, che i morti non erano 500 ma una ventina, soprattutto che non c’era stato nessun bombardamento israeliano ma la ricaduta di un missile difettoso sparato da Gaza contro Israele.

Bisogna chiedersi il perché di questa soffocante campagna di stampa contro Israele, che fa dei media tradizionalmente più autorevoli (BBC, New York Times, Washington Post, o in Italia Repubblica, Stampa, Corriere) contenitori sistematici di fake news molto peggiori dei famigerati social.
Non è naturalmente una congiura, è qualcosa di peggio: la sincera, diffusa convinzione che il compito dei media sia non informare in questo campo come in altri, ma educare il pubblico a pensare in modo giusto.
Cioè a favore degli islamisti, contro l’Occidente e soprattutto contro Israele.
Perché si consolidi una pace bisognerà che si de-radicalizzino non solo i palestinesi - che per lo più appoggiano i peggiori crimini terroristi - ma anche i giornalisti e gli accademici occidentali, che in grande maggioranza fanno lo stesso.

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